"Non è un incrocio per vecchi": la dura presa di posizione di ANMIC, che boccia l'opera e snocciola tutte le criticità e le irregolarità della nuova rotonda di Largo Moreni
Non c'è pace per la nuova rotatoria di Largo Moreni: dopo le dure polemiche che hanno tenuto banco nelle prime settimane di apertura e le numerosissime segnalazioni da parte dei cittadini sia cremonesi che piacentini, in riferimento alle lunghe code, viabilità poco chiara, corsie ristrette, svolte e canalizzazioni poco chiare, ora interviene fermamente anche ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) che boccia l'opera e presenta una serie di ciriticità tecniche che mettono in difficoltà sia le persone con un'invalidità che i soggetti più fragili (bambini, anziani, persone con carrozzelle e passeggini), oltre a non aderire completamente alle normative in termini di barriere architettoniche.
Ecco di seguito quanto da ANMIC, recapitato anche agli uffici comunali preposti:
"L’ANMIC sta seguendo con molto interesse le discussioni legate alla fine dei lavori in Largo Moreni e al conseguente verificarsi di rallentamenti e code di veicoli, mai rilevate con questa frequenza e intensità. Il compito di una associazione come la nostra che tutela gli interessi dei disabili, non è certamente quello di entrare nel merito di problematiche tecniche di una infrastruttura viaria che pare non soddisfare le aspettative, peraltro il tema è già stato affrontato da numerosi cittadini e rappresentanti politici locali e di comuni limitrofi, il nostro obbiettivo è semmai valutare la congruità delle scelte operate comparando le soluzioni adottate con le aspettative di persone con mobilità limitata.
Riteniamo importante parlare di mobilità limitata in quanto è ormai riduttivo limitare il concetto di disabilità alle sole evidenti e conclamate limitazioni fisiche o sensoriali, vi sono condizioni, anche temporanee, non evidenti o riconosciute come disabilità che possono condizionare l’autonomia delle persone nelle normali attività. Bambini, anziani, persone con problemi fisici temporanei, (un arto ingessato o un banale mal di schiena, una forte depressione) una mamma che spinge una carrozzina, una donna in stato di gravidanza, e via di seguito, possono avere un approccio fisico, cognitivo e sensoriale agli spazi pubblici limitato rispetto a quelli che con un brutto e discriminatorio termine vengono definiti “normodotati”.
La cosa non è sfuggita al legislatore che ha da tempo ampliato il concetto di disabilità, allargandolo ad altre categorie di cittadini estendendo, nel contempo anche il concetto di Barriera Architettonica e sensoriale.
In questi giorni il Comune di Cremona, sta completando l’iter di approvazione del PEBA (Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche) uno strumento che, almeno nelle intenzioni degli estensori della norma, dovrebbe portare ad una città più inclusiva, pensata per tutti (il termine for all ricorre spesso nella normativa regionale), insomma un piano innovativo e sfidante in grado di tracciare una linea netta di confine tra un vecchio modo di progettare le opere pubbliche della città e uno nuovo che mira ad una città inclusiva e accessibile pensata per tutti i cittadini “..affinché le persone con disabilità e le persone con esigenze specifiche come anziani e bambini, possano accedere e fruire dei servizi e degli spazi della città, esercitando i propri diritti in modo il più possibile inclusivo e partecipativo…- cit.norme regionali PEBA).
L’invecchiamento della popolazione è fenomeno conclamato e irreversibile, è giunto il momento, come ormai avviene da qualche anno in alcuni paesi europei e negli Stati Uniti di cominciare ad adottare alcuni accorgimenti che possano agevolare la fruizione degli spazi stradali ai conducenti e ai pedoni meno giovani. In quest’ottica come Mutilati e Invalidi Civili, vorremmo evidenziare alcune particolarità negative che abbiamo riscontrato nel progetto di largo Moreni, soluzioni che sicuramente non agevolano l’uso della rotatoria o dei percorsi pedonali da parte di persone in età avanzata (e non solo).
L’anziano alla guida, pur senza particolari patologie, può dover affrontare situazioni limitative che impediscono un perfetto approccio alla guida che come noto richiede di affrontare situazioni complesse come, perfetta lucidità mentale, coordinazione, buone capacità di giudizio, forza negli arti inferiori, attenzione e concentrazione, velocità nei tempi di reazione, buona articolazione della parte superiore del busto, di spalle e collo, buone capacità visive e uditive, e altro ancora.
Una corretta progettazione stradale per quelli che negli Stati Uniti chiamano “Older Drivers” deve poter contare su:
Una buona illuminazione, parametro questo rispettato in rotatoria, anche se un potenziamento dell’illuminazione di via Al Porto sarebbe stato auspicabile anche per mitigare un cambio repentino di intensità luminosa che può creare problemi di adattabilità a chi ha una diminuita trasparenza del cristallino, come spesso capita ai meno giovani
Semplicità e intuitività dei percorsi, e qui forse i punti più problematici li abbiamo con la parte di rotatoria verso il fiume:
- FOTO 1 - L'innesto da viale Po provenendo dal Ponte a nostro avviso è troppo disassato verso destra e pericolosamente vicino a via Al Porto, oltretutto con una soluzione geometrica in contrasto con l’art. 3.A.4 delle linee guida regionali per le Zone di Intersezioni che ammettono ”una leggera eccentricità sulla destra” (il problema era preesistente ma con il rifacimento dell’infrastruttura si poteva eliminare);
- FOTO 2 - all’interno dell’anello circolatorio l’immissione in via Portinari del Po è complicata dalla conformazione dell’aiuola che crea problemi di innesto e di visibilità reciproca tra pedoni e veicoli e, come vedremo, tra veicoli e veicoli;
- FOTO 3 - la svolta a destra verso via Al Porto in uscita dalla rotonda, è pericolosa a causa dell'alquanto particolare “Isola di Separazione o Divisione”, che dovrebbe garantire la separazione dei flussi veicolari in entrata e in uscita dalla via, in realtà non solo non raggiunge lo scopo, ma le sue esigue dimensioni inducono chi affronta la corsia di svolta verso il fiume ad invadere la corsia opposta in uscita. Anche l’uscita da via Al Porto non è priva di criticità, in quanto la linea di mezzeria anziché connettersi con l’isola di separazione di cui si diceva prima si unisce all’isola che delimita la corsia di svolta a destra, quindi per procedere dritto in rotatoria occorre di fatto uscire dalla propria mezzeria, incrementando le possibilità di impatto con i veicoli in svolta di cui si diceva;
Buona visibilità, anche qui alcune note dolenti:
- FOTO 4 e 5 - la visibilità in uscita dalla corsia di svolta che da via Al Porto si immette in via Portinari del Po, è legata ad una buona capacità di torsione del busto e della testa, manovre non prive di problemi per gli anziani, o all’uso dello specchietto retrovisore esterno, operazione questa complicata (se non impedita) dall’andamento curvilineo molto accentuato dell’aiuola che separa questa corsia da quella che si immette dalla rotatoria;
- FOTO 6 - anche l’uscita da via Eridano in svolta a destra verso il ponte non è priva di insidie, vista la difficoltà di torsione del busto chi si approccia alla rotatoria tenderà a concentrare l’attenzione alla sua sinistra per vedere i veicoli cui deve dare la precedenza, perdendo la visione dell’attraversamento pedonale ubicato pochi metri dalla linea di arresto (anche in questo caso l’attraversamento era preesistente, forse però era il caso di metterlo in sicurezza)
Percorsi pedonali, anche qui le cose che non vanno non sono poche e non solo nei confronti degli anziani:
- FOTO 7 - 10 - su tutta la rotatoria mancano completamente linee guida per non vedenti che segnalano gli accessi agli attraversamenti pedonali e le direzioni da tenere per passare sul lato opposto; in assenza di indicazioni tattili da seguire la persona con deficit visivo, parziale o totale che sia, fa la cosa per lui più logica, attraversa ortogonalmente la carreggiata con il rischio, in caso di attraversamenti che prevedono un cambio di direzione a metà percorso, come nel caso di quello di viale Po e via Portinari del Po, di trovarsi nella migliore delle ipotesi ad inciampare nella aiuola di separazione, nella peggiore in mezzo alla carreggiata veicolare. Ci domandiamo come sia stato possibile finanziare con contributo pubblico un’opera non in regola con le barriere architettoniche e sensoriali quando la legge ne fa espressamente divieto. Nell’attraversamento prima citato di via Portinari del Po, il pedone deve fra l’altro superare tre corsie con direzioni di traffico diverse, questo non è un problema solo per i non vedenti o le persone anziane, ma anche per bambini o persone con deficit cognitivi particolari, è un punto che probabilmente andava semplificato.
- Anche l’attraversamento in viale Po all’uscita da via Eridano già citato sopra per le difficoltà dell’automobilista non più giovane, non è di facile percorribilità per il pedone anziano o disabile che deve porre attenzione alla velocità dei veicoli che escono da via Eridano e a quelli che escono dalla rotatoria. Anche questo attraversamento è totalmente inaccessibile in autonomia per un cieco;
- Resta poi irrisolto il problema della pericolosità dell’attraversamento di via Eridano in prossimità di via Cantiere
Potremmo poi entrare più nel dettaglio magari citando la mancanza di spazi per la sosta dei veicoli di persone disabili, ma crediamo che questi pochi esempi fatti possano essere sufficienti ad evidenziare le lacune progettuali che ancora contraddistinguono una progettazione non inclusiva non pensata “for all”.
Enrico Bresciani, Componente commissione Barriere ANMIC
Maiocchi Emanuela, Presidente ANMIC Cremona
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti