Aspettando l'opera. La seconda del Nabucco a Cremona e lo strano caso delle gemelle Stolz, sorelle della celebre Teresa, musa dell'ultimo Verdi. Lo scenografo fu Vincenzo Marchetti
Il Nabucco di Giuseppe Verdi, nelle rappresentazioni sotto il Torrazzo, riserva un gran numero di soprese storico musicali e non sono solo per quanto riguarda la sua prima rappresentazione datata 1844 al Concordia. Il lavoro verdiano, in scena al Ponchielli i prossimi 21 novembre (ore 20) e 23 novembre (ore 16) in una produzione tutta cremonese, vide, nella ripresa del 1847 (Carnevale) la presenza di Ludmila Lydia (Fenena) e di Františka Fanny (Anna) Stolz : entrambe soprani e sorelle gemelle della più famosa Teresa Stolz (1834) .
Personaggio contrastato nella vita del maestro delle Roncole, Teresa fu voce verdiana per eccellenza in quasi tutto il repertorio del musicista: Ernani (Tiblisi 1857 e Bologna,1864), Don Carlo (Bologna, 1867), Un ballo in maschera (Bologna, 1868), La forza del destino (prima italiana Milano, 1869), Aida (Milano, 1872), Requiem (Milano, 1874). Anche lei salirà sul palcoscenico del Concordia trent’anni dopo le sue gemelle, nel 1874, interpretando il Don Carlos. All’epoca le voci di una sua presunta relazione con Verdi erano già ampiamente diffuse. Del resto, il compositore aveva acquistato, proprio per lei, una dimora di campagna a Besenzone, piccolo borgo a pochi chilometri da villa Sant’Agata a Villanova d’Arda e quindi vicinissimo a Cremona.
Ricucendo le fila della storia dell’opera italiana, le due gemelle Stolz potrebbero essere arrivate a Cremona attraverso il compositore e direttore d’orchestra Luigi Ricci con il quale convivevano more uxorio. Ricci risulta infatti essere stato presente nel cartellone del Concordia fin dal 1833 con l’opera Il nuovo Figaro (Parma, 1832) per Carnevale (ripresa nel 1843) e nella stagione di Primavera con L’orfana di Ginevra (Roma, 1829). L’anno successivo, 1834, con la famosissima all’epoca Chiara di Rosenberg (Milano, 1831) ripresa poi nelle stagioni: 1837/42/74. Nel 1835 il teatro cremonese mise in scena Eran due, ora son tre (Torino, 1834). Tra il 1838 e il 1882 (il periodo del Nabucco) di Ricci saranno rappresentate: Un’avventura di Scaramuccia (1838), Chi la dura la vince (1842) ; Crispino e la Comare (1854, quest’ultima, guarda caso, in cartellone con Rigoletto ed Ernani di Verdi. Nel 1870 collaborò con i cremonesi Amilcare Ponchielli e Ruggero Manna alla realizzazione dell’opera, a più mani, La vergine di Kermo (prima rappresentazione assoluta proprio a Cremona in quell’anno). Per chiudere nel 1882 con L’augellin Belvedere : un pastiche scritto con due mostri sacri: come Offenbach e Strauss.
Dai repertori non risultano altre presenze per tutto l’Ottocento di Lydia e Fanny Stolz al Concordia. C’è però un piccolo giallo su Lydia. Morì improvvisamente nel 1902 a Milano. La repentina dipartita diede adito a diceria di un suo assassinio. Voci incontrollate e subito smentite. Vero invece il furto della cameriera della donna che si intascò una rendita, valori e gioielli per circa 40.000 lire. Ma dopo qualche ora: finì in manette.
E l’ultima citazione per questa edizione del Nabucco targata 1847 va per lo scenografo Vincenzo Marchetti. Anche lui artista cremonese che disegnò le immagini di Babilonia sul palcoscenico del Concordia. Tante furono le sue opere da architetto che incisero fortemente sull’immagine urbanistica della Cremona Ottocentesca. A partire dall’ampliamento del Cimitero. Per proseguire con il ‘Pubblico Passeggio’, il ponte sul Morbasco di viale Po, Palazzo Manna, Palazzo Stanga Trecchi. E per terminare con la Loggia dei Militi, in piazza del Comune. (2 - Continua)
Nelle foto:
Giuseppe Verdi e Teresa Stoltz
Luigi Ricci, direttore d'orchestra e compositore, Verdi nel suo giardino
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