"Su Area Donna troppi errori. Si recuperi il rapporto con il territorio e si tuteli questa eccellenza". Intervista con Malvezzi (FI) sul futuro della Breast Unit
Superare gli schieramenti politici, fare fronte comune e tutelare un patrimonio della città e dell'intero territorio recuperando quel dialogo che fino ad ora è mancato e quelle carenze che hanno caratterizzato l'operato della dirigenza dell'ospedale. Questo, in estrema sintesi, l'appello di Carlo Malvezzi, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale sulla delicata partita ancora aperta sul futuro di Area Donna. Malvezzi è intervenuto anche ieri in occasione del secondo incontro pubblico in Comune sulla Breast Unit (qui l'articolo) e torna, nell'intervista che segue, sul tema, con una testimonianza importante, in particolare perché dimostra come su argomenti di questa natura l'appartenenza politica debba farsi da parte.
Cosa ne pensa della lodevole battaglia messa in piedi da un gruppo di coraggiose donne di Cremona?
Area Donna e la Breast Unit di Cremona costituiscono un patrimonio per la città e per tutto il nostro territorio. Qualsiasi azione organizzativa (dell'ospedale; ndr) non può prescindere dalla tutela e dalla valorizzazione di queste eccellenze. Eccellenze, peraltro, riconosciute da tantissime donne anche fuori da Cremona. Senza dimenticare che la Breast Unit di Cremona vanta la certificazione Eusoma, concessa solo alle strutture più performanti. In Italia sono solo una ventina ad aver ottenuto la certificazione Eusoma. A maggior ragione occorre mantenere alto il livello del servizio perché la certificazione non è eterna: si può perdere. Purtroppo, per numero di casi trattati ogni anno e per diagnosi siamo in decrescita. Dal 2019 stiamo drasticamente calando dal punto di vista dell'attività e questo può portare alla perdita della certificazione Eusoma.
Sanità uguale Regione. Ospedale uguale Regione... Come risponde?
Guardi, nel 2017 ero al fianco dell'allora presidente Maroni in occasione dell'inaugurazione del quarto piano dell'Ospedale di Cremona, ossia il piano interamente dedicato alle donne e dove si concentrano servizi quali la prevenzione, la diagnosi, la cura, erogati da team dedicati a tutto questo e formati da specialisti che lavorano assieme. Questo per dire che la valorizzazione di Area Donna e della Breast Unit di Cremona è sempre stata oggetto di un indirizzo ben chiaro da parte della Regione Lombardia. Un indirizzo tradotto anche in atti strategici, come quello dato nel 2020 dalla giunta regionale volto a dare un forte sostegno alle Breast Unit su tutto il territorio lombardo. Per questo dico che non c'è alcuna volontà politica, da parte della Regione, di depotenziare Area Donna.
Perché allora si è arrivati a questo punto a Cremona?
Le ragioni sono molteplici ma quello che non dobbiamo fare è confondere l'azione locale, sulla quale si sta concentrando giustamente una serie di critiche che io stesso condivido, rispetto a una linea, a un indirizzo regionale ben chiaro e che va in ben altra direzione.
Dunque condivide le critiche sulla riorganizzazione in atto e sul depotenziamento della Breast Unit?
Certo. Cremona è un territorio con una incidenza di patologie mammarie tra le peggiori al mondo. E' evidente che qui la sensibilità sia maggiore su temi come questo: ogni famiglia ha fatto, direttamente o indirettamente, i conti con questo problema. A maggior ragione dico che un'eccellenza come la nostra Breast Unit va tutelata.
Uno dei temi che stanno emergendo è la netta distinzione tra professionisti seri e preparati e una gestione dell'ospedale dal taglio "manageriale"...
Sono testimone della grande professionalità dei nostri medici e dei nostri specialisti. Abbiamo ottimi professionisti, medici di grandissima professionalità. Tutte queste competenze vanno valorizzate, esattamente come dobbiamo fare con l'associazionismo.
Cosa intende esattamente?
Mi riferisco a realtà come Apom, Medea, Arco, gli Amici dell'Ospedale e tante altre, fino ai circoli Rotary. Tutte queste sono realtà preziose: vanno ascoltate, vanno valorizzate esattamente come i medici.
Con un simile patrimonio, allora, come siamo arrivati all'oggi, secondo lei?
C'è stata una mancata condivisione di un percorso e c'è stato un mancato dialogo su questo percorso. A fronte di tutto questo comprendo perfettamente l'amarezza e le tensioni che si sono create. Non solo: mi spiace anche cogliere tentativi di strumentalizzazione politica di questa fase. Questo è un ulteriore errore. Su questa vicenda occorre il massimo rispetto e occorre riaprire il dialogo. La strumentalizzazione politica non fa che allontanare ulteriormente la possibilità di riannodare i fili del dialogo.
Al netto di questo, come se ne esce ora?
Il compito di chi dirige la struttura sanitaria è valorizzare medici e associazioni, valorizzare talenti e professionalità, rendere partecipe di questa battaglia il mondo dell'associazionismo, che a Cremona, lo sappiamo bene anche per altri fronti, si è sempre distinto. Area Donna e la Breast Unit sono eccellenze che devono essere salvaguardate a tutti i costi.
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