Bordate senza precedenti sulla direzione dell'Ospedale durante il nuovo incontro in Comune, ancora una volta senza il direttore generale Rossi
E' partito come un incontro dalle premesse distensive. Anche troppo. Al punto che si è pensato che dal nuovo faccia a faccia, dalle 16 di oggi in Sala Quadri di Palazzo Comunale sull'annosa vicenda del futuro di Area Donna dell'Ospedale di Cremona, non sarebbero emerse particolari novità. Ne è emersa invece una frattura tra l'ospedale e i cittadini, tra l'ospedale e le donne che si battono per ripristinare l'ex Breast Unit. Una frattura ancora più profonda del previsto, se non forse del tutto insanabile.
Ancora una volta il direttore generale, Giuseppe Rossi, ha marcato visita, esattamente come nel primo "round" del 19 marzo. Rossi ha snobbato il confronto e non si è presentato. Gli specialisti dell'ospedale, Rodolfo Passalacqua, direttore a fine mandato di Oncologia, e Matteo Passamonti, senologo e Direttore di Radiologia all'Oglio Po, si sono assunti ancora una volta la responsabilità di parare e il colpo e ce l'hanno messa tutta per fare nuovamente il punto sulla situazione, cercando di difendere l'operato dell'azienda ospedaliera.
Ma la realtà - quantomeno il percepito e il vissuto delle donne che fruiscono dell'ospedale e in particolare di quella che era Area Donna, ormai smantellata - appare ben diversa. E' sufficiente riportare alcuni passaggi del durissimo intervento di Marina Zanotti, imprenditrice che all'ospedale ha dato tantissimo, anche in termini economici, per rendersene conto.
"Rappresento una cordata di privati - ha esordito - che dal 2014 hanno sposato il progetto Area Donna. Nel 2014 ci avete dato dei fanfaroni, eppure noi siamo una cordata di imprenditori, gente comune, pensionati che si sono spesi in questo progetto. Ricordo al dottor Passalacqua che io personalmente ho fatto un contratto per 740 mila euro per Area Donna, ai quali si sono aggiunte risorse di ARCO per un totale di un milione di euro. Eppure questa direzione medica sta deludento tutti. Io sto rischiando del mio, il mio rating bancario è andato a farsi benedire".
Adesso, ha aggiunto, "avete scoperto che c'è anche Medea a dare una mano, ma lei dimentica tutti gli altri. Lei (rivolto a Passalacqua; ndr) e la dirigenza dell'ospedale, arbitrariamente avete preso spazi e macchinari dati in comodato gratuito all'ospedale. La vostra arroganza vi precede sempre".
Ai dottori Passamonti e Sergio Aguggini, senologo e vice direttore di Area Donna, l'imprenditrice ha rivolto un pensiero di comprensione: "Vi hanno tolto le risorse. Il vostro leader (il d.g. Rossi; ndr) non è qui oggi. Non è qui e a questo punto fa bene a non esserci, fa bene ad aver paura". E ancora: "Come ARCO abbiamo donato poltrone finite in uno scantinato e non si sa il perché, sembra anzi che abbiamo rovinato i piani di qualcuno con le nostre iniziative".
"Ma a questo giro - ha ammonito l'imprenditrice al termine del suo durissimo intervento - non molliamo niente a nessuno. Area Donna non la tocca nessuno. Pago molte tasse a favore della sanità e pretendo di essere curata".
Un fiume in piena, una sequela di bordate senza precedenti accolta dalle tante donne intervenute oggi con un lungo applauso. Soprattutto, l'ennesimo, clamoroso segnale dello scollamento tra l'azienda ospedaliera e la città. Nonostante la buona volontà di alcuni seri professionisti che all'ospedale lavorano quotidianamente ma che, evidentemente, si trovano costretti a incassare schiaffi in serie, un po' come i passeggeri del treno presi di mira da Tognazzi & C. in "Amici miei". Schiaffi indirizzati alla dirigenza e, indirettamente, alla Regione. Dello stesso tenore l'intervento di Matteo Tedoldi cofondatore di Arco che ha duramente criticato la direzione ospedaliera il cui atteggiamento fa scappare i donatori.
E a questo punto, pur con tutta la buona volontà, non può che ridimensionarsi lo sforzo comunicativo dell'ospedale, che a fronte dell'incontro di oggi ha trasmesso alcuni dati sui cambiamenti in atto.
Eccoli: "Logistica day hospital oncologico/novità: 4 sale di attesa + 3 spazi incontro per favorire la relazione fra le pazienti. Organizzazione terapie venose: 4 giorni su 5 (le pazienti possono scegliere il venerdì come opzione per favorire la conciliazione casa-lavoro), orario prolungato 8-18 (anzichè 8-17). Grazie alla riorganizzazione, l'ambulatorio follow up sarà attivo ogni mercoledì dalle 8 alle 18".
Bene. Ma i generali continuano a restare nei loro bunker e il livello dello scontro non fa che acuirsi. Al punto che, come anticipato ieri, la vicenda è ormai approdata anche sul tavolo del sottosegretario Pierpaolo Sileri (qui l'articolo).
A questo link le slides trasmesse dall'ospedale in relazione all'incontro di oggi.
Foto in alto a scorrimento di Gianpaolo Guarneri, Studio B12
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commenti
Pasquino
30 marzo 2022 19:42
Ma questo Rossi chi è chi rappresenta chi lo ha mandato che fa? Non sarebbe ora che se ne andasse via e che chi lo ha messo non si vegognasse di simili scelte così scellerate ?
Anna
31 marzo 2022 07:08
Ma sara' o no possibile chiedere le dimissioni di questo non dirigente? Abbiamo bisogno di persone serie alla dirigenza e che si assumano le responsabilita' per le quali vengono retribuiti. Se il sig. ROSSI non vuole mostrare la faccia e non e' in grado di lavorare per il posto che occupa,se ne vada. La porta e' aperta.