10 agosto 1995, trent'anni fa moriva il baritono cremonese Aldo Protti uno dei più grandi Rigoletto
10 agosto 1995, trent'anni fa moriva Aldo Protti, grandissimo baritono cremonese e, a detta degli esperti, uno dei più grandi baritoni di ogni tempo. Memorabili alcune sue straordinarie interpretazioni di Rigoletto (in gara con Leo Nucci per il miglior Rigoletto di sempre). L'anniversario avrebbe meritato un ricordo da parte delle istituzioni musicali cittadine (ad esempio un concerto lirico). "Cremonasera" lo vuole ricordare con quanto scrisse Evelino Abeni su "La Cronaca" nel 15° della sua scomparsa quando la città gli dedicò una via..
Il 10 agosto 1995 moriva Aldo Protti, grande baritono cremonese. La ricorrenza non può non costituire occasione per ricordare come egli abbia percorso una carriera artistica che merita di essere annoverata, a livello mondiale, fra le più prestigiose relativamente ai cantanti lirici della seconda metà del Novecento. Per sot- tolinearlo, in questi casi, si usa mettere in fila una serie di aggettivi, per lo più al superlativo. Per quanto riguarda Protti, è sufficiente - per evidenziare la portata grandiosa del suo percorso artistico - citare, seppure schematicamente, dei dati. Aveva 52 opere in repertorio, di cui 47 interpretate nei teatri lirici e 5 in program- mi radiofonici alla RAI.
Ha cantato in circa duemila (!) recite operistiche ed in centinaia di concerti, sotto la direzione dei più grandi direttori d'orchestra ed assieme ai più celebri cantanti del suo tempo, alcuni dei quali (valga l'esempio di Beniamino Gigli) avevano già dominato sui palcoscenici dei teatri lirici negli anni precedenti la seconda guerra mondiale: la presenza di Protti recava un contributo essenziale a mantenere elevata la qualità dei cast. Il baritono ha esibito la sua voce e la sua arte nei più importanti teatri italiani così come nei più grandi all'estero: Berlino, Parigi, Atene, Bruxelles, Madrid, New York, Città del Messico, Rio de Janeiro, Il Cairo, Buenos Aires, Tokyo, Teheran ed altre grandi città di tutto il mondo hanno rappresentato tappe significative nella sua carriera.
Un rapporto artistico particolarmente intenso lo ha legato per tanti anni a Vienna, grazie alla notevole considerazione e stima nutrite nei suoi confronti da Herbert von Karajan: quante "stagioni" e quali memorabili interpretazioni allo Staatsoper! Protti è stato protagonista in un "Rigoletto" televisivo, trasmesso dalla RAI nel 1955 (una delle prime opere liriche rappresentate dalla TV in bianco e nero).
Della sua voce e della sua arte ci è tramandata testimonianza attraverso una abbondante discografia (realizzata in sala d'incisione o con la riproduzione di registrazioni dal vivo); le sue interpretazioni di Rigoletto (il personaggio che, più di ogni altro, ha connotato la sua carriera), Amonasro (Aida), Gérard ( Andrea Chénier), Gianciotto (Francesca da Rimini), Figaro (Il barbiere di Siviglia), Tonio (Pagliacci), Riccardo (I Puritani), Il Conte di Luna (Il trovatore), Carlo di Vargas (La forza del destino), Germont (La traviata), Jago (Otello), Scarpia (Tosca), Telasco (Fernando Cortez), Egberto (Aroldo), Nelusko (L'Africana), Nicolò (Parisina).
Significative testimonianze delle doti vocali ed interpretative del gran- de baritono si trovano in due CD a lui dedicati nelle collane "Il Mito dell'Opera" (Bongiovanni) e "Lebendige Vergangenheit". Alcune sue memora-bili interpretazioni "giapponesi" in "Rigoletto", "Aida", "Andrea Chénier" e "Pagliacci" sono godibili anche in video (DVD).
Mi pare bastino questi essenziali riferimenti per sottolineare la grande carriera artistica di Aldo Protti. C'è, però, un altro elemento che - relativamente al suo percorso artistico - merita una sottolineatura: riguarda la straordinaria rapidità con la quale ha affermato le sue doti nel mondo del melodramma. E' opportuno ricordare che nel periodo relativo alla fase iniziale di quel percorso (si era alla metà del secolo scorso) il panorama italiano della lirica era ricco di voci baritonali di grande valore: un contesto nel quale occorreva avere una rilevante statura artistica per potersi affermare e non sentirsi in soggezione rispetto a colleghi tanto prestigiosi. Protti dimostrò di essere attrezzato al riguardo e in soli cinque anni dal suo debutto - avvenuto, all'età di ven- totto anni, al Teatro Pergolesi di Jesi nel 1948 - l'artista cremonese aveva già raggiunto traguardi fra i più ambiti da ogni cantante lirico: aveva cantato all'Arena di Verona, ne "La forza del destino", assieme a Beniamino Gigli; aveva debuttato alla "Scala" in "Aida" con Maria Callas; aveva partecipato al Teatro dell'Opera di Roma (ancora ne "La forza del destino") alle manifestazioni celebrative del Cinquantenario della morte di Giuseppe Verdi; aveva cantato alla radio nei famosi concerti "Martini & Rossi" ed annoverava significative esibizioni nelle stagioni operistiche di importanti teatri.
A monte di quella rapida affermazione stava una severa attività di studio costatagli non pochi sacrifici. La durezza dell'impegno lo ha vaccinato contro la superficialità dei comportamenti nell'attività teatrale e lo ha continuamente stimolato alla ricerca del meglio nella sua preparazione.
Vale la pena - anche a distanza di anni dalla sua scomparsa - di non disperdere la memoria di questi tratti della figura artistica di Aldo Protti, che la critica musicale - oltre agli entusiastici consensi generalmente raccolti dagli spettatori presenti alle sue esibizioni - ha debitamente valorizzato, conducendo (anche dopo la sua scomparsa) appropriate analisi sulle sue doti e sul suo percorso artistico.
Nelle foto Protti in scena all'Opera di Roma nel 1951, ancora Rigoletto e con la Callas
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