16 dicembre 2025

Dal 20 dicembre alla RSA Nolli-Pigoli una mostra con gli scatti di Gaimarri per raccontare la cura come relazione reciproca

Dal 20 dicembre 2025 al 1° marzo 2026, la RSA Nolli-Pigoli ospita la ventesima edizione del suo Spazio Espositivo Permanente, nato dieci anni fa con un obiettivo preciso: non solo esporre fotografie, ma costruire un ponte tra la struttura e il mondo esterno.

Ogni mostra è un gesto di apertura, un invito a entrare, perché la RSA non sia mai un luogo chiuso, separato, ma uno spazio vivo e permeabile, dove si continua a vivere, a incontrarsi, a essere parte di una comunità più ampia.
Quest’anno si celebra il decennale del progetto mostre: un anniversario importante, che viene raccontato con un’esposizione di fotografie dal significato profondo: per la prima volta, ospiti e operatori sono ritratti insieme, nello stesso scatto, per restituire l'immagine di un rapporto che va oltre la semplice assistenza.

A firmare le fotografie è Mauro Gaimarri, fotografo cremonese, fondatore della RAW Academy e da oltre quarant’anni attivo nel campo della ritrattistica.
Gaimarri ha scelto di lavorare pro bono, riconoscendo il valore umano e sociale del progetto. In tre settimane ha realizzato quasi 2.400 scatti, da cui sono stati selezionati 99 ritratti: ospiti e operatori insieme, immortalati nei gesti quotidiani della relazione, della vicinanza, della fiducia.

“Non mi interessava la perfezione tecnica, ma l’autenticità,” racconta Gaimarri. “In ogni scatto ho cercato di far emergere la vera natura delle persone: sguardi, sorrisi, pudore, emozione. I nonni si sono emozionati nel vedersi ‘belli’, e gli operatori hanno mostrato un affetto sincero, tangibile. La cosa più bella è stata cogliere ciò che succede tra loro, quando nessuno guarda.

Il progetto è stato coordinato da Mauro Tironi, direttore artistico dello Spazio Espositivo Permanente fin dalle sue origini, e da Roberta Galuppini, responsabile delle attività di animazione della struttura.
Entrambi, da dieci anni, accompagnano ogni mostra con cura, creando ponti tra la vita interna della RSA e il mondo esterno.

Il progetto ideato dieci anni fa si prefiggeva di portare la bellezza del mondo esterno all’interno di questa realtà,” racconta Tironi. “Ma lavorando in queste settimane a stretto contatto con nonne e operatori, ho scoperto quanta bellezza già albergava in loro.”

La mostra non racconta solo la cura data, ma anche quella ricevuta.
Nonni e operatori si tengono per mano, si sorridono, si sorreggono a vicenda. Il messaggio è chiaro: la cura è sempre reciproca.
Questa non è una mostra su chi aiuta e chi viene aiutato. È una mostra su chi vive insieme, giorno dopo giorno.

Questa mostra racconta ciò che accade davvero tra queste mura,” spiega Roberta Galuppini. “Un luogo apparentemente chiuso si apre. Non solo fisicamente, ma anche emotivamente. Gli ospiti si sono sentiti protagonisti: per molti era la prima volta davanti a una macchina fotografica, ed è stata un’esperienza indimenticabile.”

“Questa ventesima edizione ci ricorda quanto sia importante raccontare anche la cura che torna indietro,” aggiunge il direttore Enrico Benzi. “Chi lavora qui non dona soltanto: riceve qualcosa ogni giorno. E questo scambio continuo è ciò che rende viva la nostra struttura.”

 


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