100 anni fa la Marcia su Roma, 60 anni fa il film con Ugo Tognazzi, le sue "cudulàade" e i "disgrasiàat". Guarda il video
Il 27 ottobre 1922, un secolo fa, partiva la marcia su Roma, una manifestazione armata eversiva organizzata dal Partito Nazionale Fascista (PNF), volta al colpo di Stato con l'obiettivo di favorire l'ascesa di Benito Mussolini alla guida del governo in Italia. Il 28 ottobre 1922 migliaia di fascisti si diressero sulla capitale minacciando la presa del potere con la violenza. A Cremona già nei giorni precedenti ci furono scontri armati e morti, perché i fascisti non si aspettavano l'opposizione dei militari. La manifestazione ebbe termine il 30 ottobre, quando il re Vittorio Emanuele III incaricò Mussolini di formare un nuovo governo.
Sessant'anni fa un nostro concittadino, Ugo Tognazzi, interpretava magistralmente un contadino strappato al suo lavoro nei campi perchè un suo ex commilitone (Vittorio Gasmann) lo convince ad aderire alle brigate nere con la promessa della redistribuzione delle terre incoltivate ai contadini. I due sono protagonisti di mille avventure, partecipano alla marcia su Roma finchè non toccano con mano la vera natura del fascismo e abbandonano la marcia assistendo alla fine alla parata romana confusi tra la gente in giacca e cravatta mentre sfilano le camicie nere. E' il film “La marcia su Roma”, restaurato e proiettato quest'anno alla Mostra del Cinema di Venezia come omaggio proprio a Gasmann e Tognazzi. Il film era diretto da Dino Risi e la colonna sonora era di Marcello Giombini, autore di tante musiche da film e di numerosi canti che ancora si eseguono nelle chiese (“Quando busserò”, “Dio si è fatto come noi”, “Siamo arrivati” e tanti altri).
L'anno prima Tognazzi aveva già interpretato “Il Federale” di Luciano Salce nel quale interpretava il graduato della milizia cremonese Primo Arcovazzi e già aveva portato nel cinema il suo accento cremonese. Ma è nella Marcia su Roma che Dino Risi gli lascia usare il dialetto cremonese in diverse parti del film. Così Tognazzi (Umberto Gavazza) in perfetto cremonese di città si lascia andare in una serie di modi di dire tipici popolari della nostra terra:
“Te vegna en füülmin”, “cancher vuàalter”, “vàra che ròba”, “oddio che cudulàada Madona Santa”, “Disgrasiàat”, “i me tràata a pesàade in del cüül”.
Il dialetto cremonese Ugo Tognazzi non l'ha mai abbandonato. “Quando ci incontravamo, parlavamo in dialetto. L’ultima volta ci siamo visti a Milano, a una mostra di pittura di non ricordo più chi. Mi sorride e mi fa: “E aluura, cuma vaala?”. Come va? ...Va che ci manchi, caro Ugo”. Così Mina ricordava nel 2010 su “La Stampa” la scomparsa di Ugo Tognazzi, la quarta T di Cremona. Un ricordo pieno di affetto per quel suo concittadino. “Lui era la quarta T, vanto di Cremona. “Turon, turass, tetass”, come voleva la tradizione. Poi, per amore, è stato aggiunto Ugo Tognazzi. “Tugnass”, appunto. - scriveva ancora Mina – Siamo molto fieri che un attore di quella forza sia uno dei nostri. Un orgoglio”.
Tognazzi era nato un secolo fa, a Cremona il 23 marzo 1922 in contrada Cantarane. Bambino lascia la città per trasferirsi a Bergamo con il padre assicuratore. Lì debutta come corista al Teatro Donizetti. Dopo alcuni traslochi in centri minori, arriva a Cremona e va ad abitare in via Piave, nella casa Poli, edificio popolare a cinque piani a ridosso del Torrione di via Ghinaglia, resto dell’inespugnabile castello sforzesco della città. Lì Ugo si recava in pellegrinaggio ogni volta che tornava nella sua città. Cremona, la sua gente. la Cremonese, il suo dialetto Ugo li ha sempre avuti nel cuore e nella testa. E spesso lo ha dimostrato con la presenza o anche nei suoi film. Anzi per girare “Romanzo popolare” (1974, regia di Mario Monicelli) dove doveva parlare in milanese interpretando l'operaio Giulio Basletti si è fatto aiutare da Enzo Jannacci e Beppe Viola perchè il suo accento sapeva troppo di Torrazzo.
Guarda il video con Tognazzi che parla in dialetto cremonese
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