25 aprile 2025

25 aprile, San Marco: nelle campagne le rogazioni con le croci di legno benedette portate nei campi in difesa delle avversità climatiche

Per i nostri contadini il 25 aprile (San Marco) era un giorno importante, era il giorno delle Rogazioni a difesa dei campi dalle avversità climatiche.

Durante le serate invernali, si preparavano delle croci di legno che, a volte, venivano dipinte di bianco, li crusèti.

La mattina presto del 25 aprile, si caricavano sulla carriola e portate in chiesa per la benedizione, dopo di che si partiva in processione per i campi con il parroco che le benediva. Le croci venivano quindi piantate ai limiti dei campi per proteggere il raccolto dalla grandine, dalla siccità e dalle altre avversità atmosferiche.

Questa tradizione è stata portata avanti in alcune parrocchie della diocesi (Pontirolo Santa Maria in Lamo, Torricella del Pizzo).

Questa tradizione ne ricalca una più antica pagana risalente ai romani, quando il 25 aprile si celebravano le Ambarvalia in cui si svolgevano processioni in onore di Cerere; questa tradizione fu incorporata nel rituale cattolico da papa San Gregorio Magno. Da quel momento in poi, le rogazioni divennero una pratica diffusa in tutte le parrocchie, con le stesse finalità penitenziali, allo scopo di chiedere la protezione divina sul lavoro dei campi, sia per tenere lontane le calamità naturali che potessero nuocere alle colture (ghiacciate invernali, alluvioni, siccità), sia per garantire un raccolto sufficiente a sfamare le famiglie. A fianco del rito, si sviluppò nelle campagne una tradizione che dura ancora oggi in alcune zone: i contadini fabbricavano delle croci con i rami potati delle colture, che venivano adornate con rametti d'olivo pasquale benedetto; poi venivano piantate nei campi per proteggerli dalle calamità naturali.

Ma perchè tutto avveniva nel nome di San Marco? Luciano Dacquati ipotizza che tutto sia legato "alla leggenda secondo cui le reliquie del martire, conservate  fino al 828 in una tomba di marmo ad Alessandria d'Egitto, quindi in terra musulmana, furono trafugate da due mercanti veneziani nascoste in un paniere di cibo per non farle vedere alle guardie. Il santo, riconoscente per la protezione ricevuta dalle vettovaglie avrebbe garantito abbondanza di raccolti". Sempre Luciano Dacquati nel suo "Ròbe de 'na vòolta" racconta la testimonianza diretta di Anna Cauzzi Catenacci di San Marino (comune di Gadesco Pieve Delmona): "Anche se il 25 aprile era un giorno della settimana, cioè non festivo, la processione si faceva ugualmente alle 5,30 del mattino, e si recitavano le litanie dei Santi.  Si faceva così di buon'ora perchè in tal modo, poi, i contadini erano liberi di andare a lavorare nei campi". Spesso le croci erano fatte alla buona, due bastoni legati con il fil di ferro o inchiodati che venivano piantate nell'angolo di ogni campo.

Nelle foto la benedizione dei campi, il quadro di Jules Breton rappresenta la “Benedizione dei campi in Artois”, la benedizione delle croci

Luigi Silla


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