26 agosto 2022

26 agosto 1952. 70 anni fa moriva l'arcivescovo Cazzani. Un santo per i cremonesi. La straordinaria cronaca del decesso scritta da Mario Levi

26 agosto 1952, 70 anni fa moriva l'Arcivescovo Giovanni Cazzani, un santo per tutti i cremonesi. Cresimò almeno 200mila bambini, consacrò 5 vescovi e 346 sacerdoti. Particolarmente attento allo sviluppo dell'associazionismo cattolico e alla preparazione culturale e spirituale dei suoi sacerdoti, compì 6 visiste pastorali, indisse 3 sinodi e scrisse 38 lettere pastorali.  Mons. Cazzani, originario di Samperone in provincia di Pavia, è unanimemente considerato uno dei pastori più insigni della Chiesa cremonese: apprezzatissimo per la vasta cultura e la sincera pietà, guidò con mano ferma e sapiente la diocesi nel mezzo di due guerre mondiale, della dittatura fascista e nel difficile tempo della riconciliazione e della ricostruzione dopo la Liberazione dal giogo nazista. Fu un grande mediatore  tra le parti dopo il 25 aprile. Negoziò la pace ed evitò che Cremona venisse bombardata dai tedeschi in fuga. I funerali di monsignor Cazzani furono grandiosi. Tutta la città, riconoscente, vi portecipò con il Cardinale Schuster e quindici vescovi. Ecco come un grande cronista, Mario Levi, raccontò le sue ultime ore di vita. 

"L'Arcivescovo Mons. Giovanni Cazzani, è morto da santo", si dirà nei tempi usando una espressione non nuova ma veritiera ed  efficace. (E che si creda alla sua santità, è dimostrato dal fatto che la folla che si è recata nella cripta del Duomo per la festa di S.Omobono 1955, ha visto, appesi ai lati della tomba del Presule, cinque cuori votivi riconoscenti testimonianze di grazie che si ritengono ricevute per sua intercessione). Egli è passato, dolcemente, serenamente. E sul suo volto, reso profilato e cereo dalla malattia che lo ha afflitto per tanti mesi e ch'egli ha sopportato con tanta fortezza, si è steso come un velo di pace profonda. 

Egli è morto la mattina del 26 agosto 1952 alle 8,25. Due giorni dopo, sarebbe ricorso il 48° anniversario della sua consacrazione episcopale. 

l'Arcivescovo, aveva trascorso in tranquillità relativa la sua ultima notte. Il suo camerire, Giovanni Ruggeri, al quale il Presule era particolarmente affezionato e che gli aveva sempre dato prova di fedeltà e di devozione, non riposava, ormai, da quattro giorni e quattro notti. L'Arcivescovo lo voleva sempre vicino, voleva che fosse lui a inumidirgli con acqua leggermente zuccherata le labbra aride, che fosse lui a ricomporgli i cuscini sotto il capo, a rimboccargli le coperte. L'ultima sua sera non era comincata bene per l'ammalato. Appariva stanco, il respiro era ansimante e aveva momenti di smarrimento della coscienza. Ma erano istanti brevi, seguiti subito da quella luciditàche lo caratterizzava. Con l'avanzare delle ore, la respirazione divenne più tranquilla e l'Arcivescovo potè assopirsi. Il fedele Giovanni, che insieme a un fratello dell'Ordine di San Camillo e alla sorella del Presule, Regina Cazzani - che contava ormai 83 anni (e che è morta a sua volta nerl 1955) e da settimane seguiva con ansia le sorti dell'illustre fratello, e lo assisteva, e quando non poteva far niente altro per lui si sedeva in un angolo della camera, tranquilla e silenziosa e sgranava la corona del rosario recitando Ave Marie - poterono concedersi qualche po' di riposo.

All'alba l'Arcivescovo si riscosse. Appariva tranquillo. Poco dopo entrò nella stanza Monsignor Giglio Bonfatti. Il Presule lo accolse con un gesto di benedizione, lo fece avvicinare al letto, gli rivolse qualche psrola affettuosa, poi lo pregò di volergli amministrare una volta ancora la comunione (il Viatico, in forma solenne, l'aveva ricevuto due giorni prima, nella mattinata di domenica ,24 agosto). Mons. Bonfatti celebrò per il Vescovo il Sacrificio Divino, poi gli porse la particola consacrata, che il Presule assunse a mani giunte, con profonda devozione e con piena consapevolezza, mormorando a fior di labbra le preghiere rituali.  Pochi minuti dopo, faceva il suo ingresso nella camera del Presule il medico dottor Carlo Reggiani. Il quale si rese conto che le condizioni del paziente erano estremamente gravi: il polso, tratto tratto, sfuggiva al controllo; le pulsazioni del cuore erano aritimiche. Il sanitario consigliò di convocare subito in episcopio i più alti dignitari della chiesa cremonese. Accorsero il vescovo ausiliare Mons. Rota, il vicario generale Mons. Rosa, il cancelliere di curia Mons. Galbiati, il camonico Mons. Tadini, il segretario Mons. Soldi, Mons. Brasca che fu segretario di Mons.Cazzani, quando giunse da Cesena. L'Arcivescovo li riconobbe e li benedisse con un cenno della mano, ormai stanca.

I minuti trascorrevano lenti e gravi. Ogni tanto il medico toccava il polso di Mons. Cazzani, che lo ricambiava delle sue premure con uno sguardo pieno di dolcezza e di riconoscenza.

Alle 7,50 l'Arcivescovo fece cenno al medico di avvicinarsi, gli prese la mano, gliela strinse debolmente, poi con voce sicura, scevra da commozione, gli sussurrò "Sto per entrare in agonia". 

Non sarà mai possibile dire come Mons. Cazzani abbia potuto avere, nell'istante preciso in cui il fatto si verificava, la nozione sicura di quel che stava accadendo. Abbandonò la mano del dottor Reggiani, socchiuse gli occhi. Il respiro gli divenne grave e affannoso, il volto, già cereo, gli si impallidì maggiormente, attarverso le ciglia abbassate, si scorgeva che l'occhio quel bell'occhio verde, vivido di intelligenza che fu una delle caratteristiche fisiche del nostro Arcivescovo, perdeva la sua luminosità. 

Nel gran silenzio, rotto solo dall'ansito del sofferente, si levò la voce dell'Ausiliare Mons. Rota, che intonò le preci per i morenti. I canonici si unirono alla preghiera. Nel suo angolo, immobile, la signora Regina Cazzani continuava a sgranare il suo rosario.

Il medico si accorse che il respiro si attenuava, sino a diventare da lieve, a quasi impercettibile. Si chinò sul morente, rimase curvo alcuni istanti, quindi si segnò devotamente e annunciò:"SIgnori, sono esattamente le otto e venticinque". Vescovo e canonici intonarono le preci funebri e  Mons. Rota riassunse il pensiero di tutta la Diocesi nella preghiera per il Vescovo estinto.

Mario Levi

Nelle fotografie di Ernesto Fazioli l'arcivescovo Cazzani e due momenti della sua vita pastorale: la Giornata Sacerdotale tenutasi a Cremona con il cardinale Schuster e la visita alla Colonia di via del Sale


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