3 novembre 2025

3 novembre 1905, 120 anni fa nasceva il grande scultore Dante Ruffini. Dal 18 novembre una grande mostra al Museo Civico con 40 opere: scultura, bassorilievi e bronzi

120 anni fa. il 3 novembre 1905, nasceva a Cremona Dante Ruffini, straordinario scultore apprezzato in tutto il mondo. Per ricordarlo il Comune di Cremona insieme alla famiglia dell'artista, in collaborazione con il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia (Sede di Cremona) propone una straordinaria mostra dal titolo "Ruffini: un'avventura molto intima" che sarà inaugurata presso il Museo Civico il 18 novembre. Questa mostra vuole essere una scoperta del grande scultore: un percorso in dieci sezioni che espone circa quaranta opere—sculture, bassorilievi e bronzi—provenienti interamente dalla collezione privata della famiglia, che le custodisce con amore. Così dagli affetti più cari — i ritratti della moglie Marina e dei figli Laura e Marco bambini — si passa all'eccezionale maestria con gessi monumentali inediti (come l'ambone di Sanremo e il fonte battesimale di Montefiascone) e si arriva all'intensità spirituale del Cristo del 1962 e al drammatico Monumento ai Caduti per la Libertà. È un'opportunità unica per comprendere l'urgenza creativa e il metodo scrupoloso di Ruffini.

Dante Ruffini frequentò dapprima la nostra scuola d'arte "Ala Ponzone" poi i corsi serali all'Accademia di Venezia. Ma il tirocinio pratico lo fece per quattro anni nello studio di Alceo Dossena, uno dei grandi maestri della scultura italiana specializzato nell'abilità nell'imitare l'antico. Per la prima volta si presentò diciannovenne alla grande Mostra d'Arte del 1934 a Milano. Un esordio straordinario con il mondo artistico che gli portò l'incarico di eseguire il busto in bronzo di Amilcare Ponchielli, donato dalla città di Cremona alla Scala di Milano, per i cento anni della nascita del musicista e in occasione dell'esecuzione del «Figliol prodigo» proprio alla Scala.

La straordinaria vena artistica di Ruffini lo portò alla partecipazione della XX Biennale d'arte di Venezia nel 1935 in concorso per la sezione scultura. 

Partecipò poi alla IV-V-VI e VII Mostra interprovinciale e interregionale di Milano, alle «Biennali d'arte sacra>> (I-II-III-IV e V). Espose a San Remo, a Bergamo alla Mostra nazionale d'arte sacra, a Milano alla «Permanente» e alla Mostra degli artisti lombardi. Rappresentò l'Italia alla mostra d'arte sacra a San Paolo del Brasile con la sua opera "Comunione" già esposta ed acquistata a Milano. Sue opere parteciparono a mostre e rassegne in tutta Italia. Molte  sue opere figurano in palazzi, chiese e cimiteri. Tra queste vanno ricordate il pulpito della chiesa di S. Angelo a Milano, l'ambone della chiesa di S. Siro a S. Remo (lavoro che richiese quattro anni, che durà fino al 1952 e che l'Artista considerò il più importante della sua vita artistica) e le acquasantiere della stessa basilica, il sarcofago del prof. Alessandro Della Seta al cimitero del Verano a Roma, la «Madonna della pace» posizionata al confine italo- francese, la «Via crucis» e una lunetta sul portale del santuario di S. Antonio a Cremona, l'altare di S. Lucia ed il fonte battesimale nella Cattedrale di Montefiascone, la Madonna protettrice dei bersaglieri al piano della Mussa, la Madonna «Regina mundi» nella chiesa dei missionari Saveriani e il monumento ai "Caduti della libertà» presso I'Istituto tecnico «Beltrami" a Cremona e attualmente in restauro.

Durante un'intervista concessa ad Elda Fezzi, rispondeva, confessandosi candidamente, che le sue preferenze andavano "ai soggetti sacri" perchè richiedevano lungo studio, profondità spirituale con un'interpretazione sempre nuova: « il lavoro dell'artista è sempre un'avventura molto intima e solo chi lo vede crescere sa quanto costi, sa quante volte ci lasci scoraggiati o inerti. Sempre si alternano gioie e scoramenti, e in tal modo è anche la nostra vita ». Il suo segreto era di prepararsi con metodo e serietà, studiando i grandi Maestri della tradizione artistica; infatti, come diceva Mario Ghilardi: "...troveremo nelle opere di Ruffini una compostezza e una misura classiche, il filo di un ordine logico e preciso. Lavorava e studiava: si rendeva pazientemente conto, attraverso un tirocinio assiduo, della storia della scultura".

Il professor Gianfranco Taglietti, su "La Cronaca" per la sua rubrica "Personaggi della nostra Cremona" raccontava della sensibilità per il bello di Dante Ruffini: "Se vinco al lotto, ti porto con me a Venezia..." Gliel'aveva promesso il suo Maestro, lo scultore Michieli, e mantenne la promessa. Così Dante Ruffini potè goder- si la visita della città dei suoi sogni e, ricordando quei momenti, così lasciò scritto: "... quando giunsi nella piazza san Marco mi commossi a tal punto che scop- piai a piangere".

Una vecchia fotografia di Dante Ruffini e il monumento ai Caduti della Libertà, sotto la locandina della mostra che si terrà al Museo Civico e Gruppo scultoreo in marmo sovrastante il portale di ingresso del Santuario della Madonna delle Grazie a Monza raffigurante la Madonna in trono col Bambino con ai lati San Francesco e San Bernardino.


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti