15 luglio 2024

45 anni fa il "Disco Verdi" di Beppe Cantarelli da Busseto: dal Liceo Manin di Cremona a Mina e a 100 milioni di dischi venduti

Quarantacinque anni fa, un compositore di Busseto di nome Giuseppe incise un disco a Milano. No, non è che mi sto sbagliando di un secolo o giù di lì: il musicista in questione è sì di Busseto e si chiama Giuseppe, ma di cognome fa Cantarelli. E il disco che ha inciso ha sì qualcosa a che vedere con il suo ben più famoso omonimo che di cognome faceva Verdi, perché si può dire che al Cigno sia dedicato. Giuseppe Cantarelli (detto Beppe), già allievo del Liceo ginnasio Daniele Manin di Cremona, era già conosciuto negli ambienti musicali, come autore di canzoni per Mina, una per tutte “Il mio canto sei tu”. Così nel 1979, un anno prima del “barocco pop” dei “Rondò veneziano” e sei anni prima della notissima “Rock me Amadeus” di Falco, dedicata a Mozart, decise di comporre, arrangiandole da par suo, musiche da discoteca ispirate alle più celebri arie del sullodato omonimo concittadino. Il risultato fu un long-playing dal titolo “Disco Verdi” e non un esperimento da poco, perché nelle esecuzioni suonavano gli archi della Scala di Milano e fra i vocalist figuravano Rossana Casale e Marco Ferradini. Poco tempo dopo Beppe Cantarelli attraversò l’Oceano e iniziò una straordinaria carriera, scrivendo per Aretha Franklin, Mariah Carey, Stevie Wonder, Michael Jackson. Del “Disco Verdi” non si parlò più. Oggi, 45mo anniversario dell’uscita del disco, come successe allora grazie a Paola Blandi, paroliera delle disco-song verdiane, l’ellepì potrebbe tornare alla ribalta, magari con la stessa copertina del 2013, sulla quale Verdi, armato di cuffie, occhieggia dalla sala di registrazione alzando il pollice, quasi a dire: ok, Beppe, la mia musica funziona benissimo anche così! E a 45 anni da quel disco, all’apparenza dissacrante, Beppe Cantarelli, che ha lavorato (solo per restare all’estero), con Quincy Jones, Michael Jackson, Aretha Franklin, Mariah Carey, Joe Cocker, Bonnie Tyler, Stevie Wonder, Luther Vandross, James Ingram & Patty Austin, Ashford & Simpson e Cool & The gang, ha superato i 100 milioni di dischi venduti: un traguardo eccezionale, anche per un musicista dalla carriera lunga come la sua. Beppe Cantarelli ora dice di essersi «ritirato a musica privata», ma ricorda, oltre i successi e i 100 milioni di dischi venduti, gli inizi della sua passione per la composizione e il canto: «Ho duettato da bambino con Mario Del Monaco a Busseto e ho imparato a cantare da Carlo Bergonzi. Raggiunta una certa fama, don Tarcisio Bolzoni, il sacerdote bussetano amante della musica e, soprattutto, del canto corale, mi chiese di musicare, per coro e orchestra, una lirica di David Maria Turoldo, “Mentre il silenzio” e, poi, il “Veni Sancte Spiritus”. Di qui – conclude Beppe – è nata l’idea del “Millennium choir”, che ha raccolto cantanti di tutte le nazioni, di tutte le età e di tutte le religioni, proprio come voleva San Giovanni Paolo II per il Giubileo: due cori “gospel” americani, moltissimi amici cantanti da tutto il mondo e il “Coro città di Roma”: tutti di fronte all’orchestra, come fosse non un coro, ma un solista!». Così, il “Millennium choir” di Beppe Cantarelli è stato il coro ufficiale per la diretta televisiva in mondovisione trasmessa da Rai uno a Natale 1999, con i brani dell’album “Magnificat”, commissionato a Cantarelli da Madre Luigia Aguzzi e dal Santuario romano della Madonna del divino amore, per il Papa.

Egidio Bandini


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commenti


Claudio

16 luglio 2024 13:46

Nemo profeta in patria! È comunque un GRANDE!!!!