La musica, come la bellezza, non ha confini né barriere ma è un viaggio capace di accomunare mondi lontani. Pur essendo un tributo principalmente alla musica classica, lo Stradivarifestival, giunto alla decima edizione sotto la direzione artistica di Roberto Codazzi, lo ha dimostrato anche nell'appuntamento, il quinto della rassegna 2022, di sabato sera. 'Tango Barocco': si chiama così il concerto che ha riunito, all'Auditorium Arvedi del Museo del Violino, un virtuoso del violino come Andrés Gabetta (per la prima volta a Cremona), un talento del bandoneon del livello di Mario Stefano Pietrodarchi (sul palco con una sciarpa variopinta) e il Quintetto della London Royal Academy, al quale si sono aggiunti in extremis due componenti del gruppo di Gabetta.
Il musicista argentino di origine russe è considerato uno dei violinisti barocchi più promettenti della sua generazione; Pietrodarchi, nato ad Atessa (Chieti), ha cominciato a suonare la fisarmonica all'età di 9 anni ed è un vero talento; il Quintetto britannico è una formazione giovanissima ma già prestigiosa. Il concerto si è aperto con brani scritti da Henry Purcell nella funzione di compositore di corte. Purcell, infatti, ha confezionato pezzi per l'incoronazione del nuovo sovrano, i compleanni della regina, il ritorno dei monarchi da un viaggio e altro ancora. Il programma ha poi proposto musiche di Vivaldi e struggenti tanghi di Astor Piazzolla. Un salto stilistico nello spazio e nel tempo che si è rivelato uno dei motivi del fascino dell'esibizione, molto apprezzata dal pubblico. Gabetta e Pietrodarchi si sono scambiati il ruolo di solista per poi ritrovarsi uno accanto all'altro al termine dello spettacolo.
"E' per me un onore - ha commentato Gabetta prima degli applauditissimi bis - essere qui a Cremona, in questo tempio del violino, con il mio incredibile amico Pietrodarchi e questi musicisti meravigliosi". Gli ha fatto eco il grande fisarmonicista: "Per me è ancora più un onore essere in questa meravigliosa città che ha dato tanto al mio strumento. Un gioiello frutto di due liuterie: quella di Cremona per il legno e quella di Castelfidardo per la parte meccanica".
"E' sicuramente, con quello di Vinicio Capossela, il concerto più originale di questa edizione dello Stradivarifestival - ha detto, introducendo la serata, Codazzi -. Mi è stato chiesto che cosa c'entri il tango con il barocco". Risposta: "Al di là dell'emozione che questi brani suscitano, c'è anche una componente ritmica che li accosta".
Codazzi ha poi ricordato come Cremona, città della musica, lo sia anche della fisarmonica perché è nella nostra provincia che è nata la prima fabbrica di produzione di questo strumento. Da notare che Gabetta ha suonato un violino Pietro Guarneri di Venezia del 1727. Gran finale domenica alle 18 con un altro debutto allo Stradivarifestival, quello dello statunitense Joshua Bell, star internazionale del violino, che in duo con il pianista Peter Dugan presenterà un repertorio tra il classico e il romantico, tra Ottocento e Novecento, da Beethoven a Schumann e Debussy.
Il servizio fotografico è di Danilo Codazzi
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