Addio a 72 anni al giornalista cremonese Auro Bernardi
Il giornalista Auro Bernardi è spirato a 72 anni a Milano dove viveva dal 1987, anno in cui si trasferì con la famiglia nel capoluogo lombardo dopo avere lavorato due lustri al quotidiano La Provincia. E’ stato stroncato il 3 gennaio da un infarto nella sua abitazione milanese dove era tornato in auto con la moglie dopo un soggiorno in Liguria.
Aveva conseguito la laurea in Lettere moderne all’Università di Pavia nel 1975. La sua fu la prima tesi di laurea della cattedra di Storia e critica del cinema a essere discussa presso l’Ateneo pavese, relatore il professor Lino Peroni. Giornalista professionista e critico cinematografico, collabora dal 1982 alla rivista “Cinema Nuovo” con saggi, articoli e schede. Il libro ‘L’arte dello scandalo’ ha segnato il suo esordio nella pubblicistica cinematografica specializzata. Sin da ragazzo, quando frequentava il liceo classico Daniele Manin, aveva coltivato la passione per il cinema e, in particolare, per il regista spagnolo Luis Bunuel (1900-1983) del quale era diventato uno dei massimi esperti mondiali. A ‘La Provincia’ Bernardi si era occupato oltre che di cinema anche di cronaca giudiziaria. Lasciato il quotidiano aveva svolto attività giornalistica ‘free lance’, collaborando con giornali e riviste e continuando a coltivare i suoi studi sulla cinematografia.
Auro Bernardi era stato candidato dai Verdi ed eletto consigliere comunale di Cremona nel 1985. Uomo tutto d’un pezzo, profondamente credente, poco incline ai compromessi, aveva un carattere spigoloso, ma era persona buona e generosa. Al giornale La Provincia aveva legato in particolare con i colleghi Gian Paloschi, Piergiorgio Frati ed Elia Santoro del quale poteva considerarsi il successore per quanto riguarda la competenza in campo cinematografico. La sua vasta cultura umanistica abbracciava letteratura, arte e storia.
L’avevo incontrato nel giugno 2009, al giornale La Provincia, subito dopo la mia nomina a direttore. Eravamo poi rimasti in contatto senza più vederci.
”Sono molto addolorata – scrive su Facebook la liutaia cremonese Vanna Zambelli -. L’avevo incontrato lo scorso anno e mi aveva chiesto di procurargli sgorbie e scalpelli per la sua nuova passione di scultore e intagliatore del legno. Mi aveva donato anche una serie di scatti fotografici sulla liuteria cremonese che ho pubblicato sul sito dedicato al maestro Simone Fernando Sacconi e che hanno riscosso grande apprezzamento. Mi unisco al dolore della moglie Caterina e dei tre figli per la prematura scomparsa di un uomo retto e di un professionista affermato del giornalismo italiano”. Auro Bernardi lascia i figli Jacopo, Teodora e Alberico. Da due mesi Teodora gli aveva regalato una nipotina.
Il funerale sarà celebrato martedì 7 gennaio nella chiesa parrocchiale di Santa Maria alla Fontana, in zona Isola, a Milano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
Mauri
7 gennaio 2025 06:44
Un cuore che cede...mille cuori gonfi di dolore, ricordi e affetto. Amico caro...tibia sit Levis terra
Michele de Crecchio
9 gennaio 2025 12:30
Ho un ottimo ricordo personale di Auro Bernardi.
Mi spiace che tra i non pochi suoi meriti, non sia stato citato un importante contributo che riuscì a garantire alla storia delle vicende architettoniche della Cremona del XX secolo.
Auro Bernardi infatti, grazie alla amicizia che lo legava all'ormai molto anziano concittadino architetto Vito Rastelli, riuscì a pubblicare il pregevole volume intitolato "La vera storia del restauro di palazzo Fodri". Tale volume, oltre a riprodurre fotografie e disegni, contiene anche un prezioso e dettagliato resoconto di quello che, probabilmente, fu anche il più importante e meglio realizzato, durante il periodo fascista, intervento di recupero di un notevole edificio monumentale cittadino. Occorre ricordare che Rastelli era stato, a mio parere, il più bravo ed aggiornato dei progettisti cremonesi, purtroppo escluso dagli incarichi più importanti che il "ras" fascista di allora (Farinacci) preferiva quasi sistematicamente affidare al suo tradizionale "braccio destro" (l'ing, Nino Mori). L'intervento del Rastelli su palazzo Fodri era stato, a suo tempo, molto criticato da quella parte, (la meno aggiornata) della cultura cremonese che gravitava attorno attorno alla rivista "Cremona". Il libro curato da Bernardi realizzò una sorte di "risarcimento" a tali ingenerose riserve.