24 novembre 2025

Al via FELICE, il progetto che sostiene il reinserimento lavorativo delle vittime di violenza

Scardinare la subordinazione economica per favorire la fuoriuscita delle vittime da contesti violenti: è questo l’obiettivo di FELICE (Formazione Empowerment Lavoro Inclusione Conciliazione Emancipazione), il nuovo progetto cofinanziato da Regione Lombardia e promosso dal Consorzio Sol.Co Cremona, capofila di una rete composta dal Centro Antiviolenza A.I.D.A., Centro Locale di Parità ed équipe di coordinamento degli inserimenti lavorativi del Comune di Cremona, con Mestieri Lombardia e Azienda Sociale Cremonese e con il sostegno dell’Ufficio Lavoro della Provincia di Cremona.

Il progetto, attivo fino al 2027, si rivolge a donne tra i 18 e i 60 anni vittime di violenza domestica o sul luogo di lavoro, prese in carico dal Centro Antiviolenza di Cremona o che abbiano concluso il percorso di presa in carico nei sei mesi precedenti. Le azioni previste sul territorio si concentrano sulla fase finale del percorso di fuoriuscita dalla violenza, accompagnando le beneficiarie nella costruzione di un nuovo equilibrio personale, professionale e familiare.

Nel 2024 il Centro antiviolenza Aida ha accolto 91 donne, senza contare i numerosi contatti informativi o preliminari (in totale 137). Analizzando le caratteristiche delle donne accolte (sia di nazionalità italiana che straniera), si rileva che la maggior parte possiede un livello di istruzione medio, mentre la fascia d’età maggiormente interessata è quella compresa tra i 30 e i 49 anni (circa il 64%), dato che appare costante negli anni. I dati, inoltre, mostrano che sono state per lo più le donne occupate – comprese quelle con lavori precari e/o poco remunerativi – a rivolgersi al CAV (circa il 61%).

Le difficoltà economiche, infatti, rappresentano spesso una delle principali barriere alla fuoriuscita da situazioni di violenza: la dipendenza economica dai maltrattanti, unita alla perdita di autostima e di fiducia in sé stesse, può impedire alle donne di intraprendere un percorso di autonomia. Ed ecco che entra in campo il progetto FELICE. Come? Attraverso un modello di équipe multidisciplinare già consolidato nel territorio grazie a esperienze come il progetto L.I.A. (Lavoro Inclusione Abitare), costruendo per queste donne percorsi personalizzati di formazione e occupazione che tengano conto delle competenze e dei bisogni specifici di ciascuna, con particolare attenzione alla conciliazione tra vita familiare e lavorativa, soprattutto – come accade spesso – in presenza di figli.

Tra le azioni, anche la creazione di una nuova figura, l’agente di rete: un educatore o un’educatrice che accompagna donne e rete territoriale nel percorso di reintegro socio-lavorativo, e l’organizzazione di laboratori motivazionali e di empowerment e di corsi di alfabetizzazione digitale.

“Come Consorzio – abbiamo messo a disposizione le nostre competenze per condividere con Aida, Comune di Cremona, Azienda Sociale del Cremonese e Provincia di Cremona la prosecuzione di un importante lavoro a favore di donne vittime di violenza. L’autonomia e l’inclusione lavorativa non sono solo un traguardo, ma significano anche fiducia, relazioni, identità, progetti di vita. Tutte declinazioni del concetto di giustizia.” Davide Longhi, presidente di Solco Cremona

“Con questo nuovo progetto andiamo a rafforzare il supporto del territorio alle donne vittime di violenza nel loro percorso verso l'indipendenza, sapendo bene che disporre di un lavoro dignitoso e debitamente retribuito rientra tra i presupposti essenziali per consentire alle donne non solo di abbandonare la casa del maltrattante o la struttura di accoglienza, ma anche di accelerare il loro processo di empowerment, rafforzare l'autostima, diventare economicamente autonome ed esercitare il pieno controllo sulle loro vite.” Marina Della Giovanna, Assessora alle Politiche Sociali e alle Fragilità del Comune di Cremona

“Quando si pensa alla violenza, l’immaginario più diffuso ci induce a pensare, giustamente, alla violenza fisica: ma se una ferita del corpo può trovare nella maggior parte dei casi una guarigione completa, vi sono altre conseguenze che la violenza domestica porta con sé. Un aspetto della violenza di genere che ha conseguenze disastrose è la cosiddetta violenza economica: i maltrattanti utilizzano forme di controllo economico (trattenere lo stipendio, impedire di lavorare) quando non di deliberato impoverimento e indebitamento (intestazione di aziende o finanziamenti alle partner) che costringono le donne in una condizione di privazione ove è difficile anche solo immaginare un percorso di fuoriuscita dalla violenza, poiché il timore è quello di non essere in grado di provvedere non solo a sé stesse, ma soprattutto ai figli. Con la realizzazione del progetto Felice vogliamo dare una risposta efficace a un problema concreto. Ed è importante che queste informazioni siano il più possibile diffuse e condivise, poiché le donne devono sapere che rivolgersi a un centro antiviolenza significa innanzitutto essere accolte, credute e sostenute senza giudizio, e dove troveranno una struttura in grado di mettere in campo strumenti concreti ed efficaci per ridare a loro e ai loro figli e figlie il futuro sereno e libero che meritano.”  Elena Guerreschi, presidente di AIDA

Il progetto Felice è realizzato nell’ambito del bando “Promozione di progetti e interventi di reinserimento lavorativo e/o di formazione professionale per l’empowerment femminile, il reinserimento lavorativo e la ripartenza economica e sociale delle donne vittime di violenza in attuazione delle dd.g.r. n. 2345/2024 e n. 2395/2024”, promosso e finanziato da Regione Lombardia.


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