28 aprile 2023

Applausi all’inaugurazione di Cremona Jazz. Kenny Barron e il suo trio conquistano l’Auditorium del MdV fra evocazioni pop ed contaminazioni brasiliane

Buona la prima, si usa dire nel mondo del cinema, ma questa volta possiamo benissimo adattarla al concerto inaugurale di Cremona Jazz. 

Ieri sera, giovedì 27 Aprile, è andata in scena all’Auditorium del Museo del Violino la performance di Kenny Barron: il pianista di Filadelfia, accompagnato da Kiyoshi Kitagawa al contrabbasso e Johnatan Blake alla batteria ha dato il via egregiamente all’ottava edizione di Cremona Jazz, sotto la guida del direttore artistico Roberto Codazzi.

E’ stato proprio quest’ultimo che ha preso la parola prima del concerto, con una breve biografia di Barron, sottolineando le diverse ricorrenze della serata. Soprattutto due erano molto legate fra di loro. Innanzitutto il compleanno del pianista, che compirà 80 anni il prossimo giugno, e proprio per questo sta effettuando una lunga tournèe celebrativa, ora in Europa. Poi ha ricordato la data del 30 Aprile, ovvero l’International Jazz Day, dichiarato ufficialmente dal 2011 dall’Unesco, grazie all’idea e alla benedizione di un altro grande pianista jazz, Herbie Hancock.

Poi si è passati alla musica, in una sala decisamente piena e attenta. Barron ha iniziato in maniera molto intima, con due ballad che hanno risaltato il suo pianismo melodico, ben assecondato dalla sua sezione ritmica, che lo accompagna ormai da molti anni.

La serata si è scaldata con “New York Attitude”, il ritmo è salito e sembrava di respirare il buon bop dei tanti locali storici della Grande Mela. In questo brano non sono mancati gli assolo di Kitagawa al contrabbasso e soprattutto di Blake, che ha strappato vigorosi applausi da tutta la sala. 

Barron si è preso la scena in “Passion Flower”, eseguita al piano solo, proprio come il suo recentissimo album, “The Source”, uscito nel gennaio di quest’anno. Sicuramente è stato uno dei momenti più toccanti dell’intera serata, il suo modo di interagire sul pianoforte è veramente sublime.

Non poteva mancare un omaggio a Gillespie, con “L’s Bop”, ricordando i primi anni sessanta, quando andò in tour proprio con il celebre trombettista. E poi il suo grande amore per la musica brasiliana, sfociato fra le altre cose, in due album molto interessanti, “Canta Brasil” e “Kenny Barron & the BrasilianNight”.

E ancora fa bettere il tempo alla platea con un calypso, prima di congedarsi di nuovo al pianoforte da solo in una struggente ballad.

Ricordiamo il prossimo appuntamento, venerdì 5 maggio con Raphael Gualazzi.

 

Emilio Palanti


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