6 novembre 2025

Assalti ai bancomat, arrestati 6 pregiudicati di alto spessore criminale, residenti tra Cremona e Foggia. Così agiva la banda: guarda il video dell'esplosione a Cella Dati lo scorso 1° febbraio

Avevano compiuto diversi assalti a bancomat e casse automatici, usando potenti cariche di esplosivo per far saltare gli sportelli, operando in diverse località tra il cremonese ed il parmense, in particolare erano stati ripresi dalle telecamere di sicurezza che hanno registrato puntualmente le fasi dell'assalto al bancomat di Cella Dati lo scorso 1 febbraio. Ma non solo, perchè i soggetti interessati avrebbero anche preparato diversi furti in aziende e logistiche. Stamattina all'alba la banda è stata sgominata: 6 uomini arrestati, di età compresa tra i 40 e i 61 anni, tutti pregiudicati o con precedenti di polizia a carico, due dei quali residenti in provincia di Cremona, ma di origine foggiana, e quattro residenti in provincia di Foggia, mentre un settimo sarebbe riuscito a fuggire e rimane pertanto ricercato. Quasi tutti gli arrestati sono di elevato spessore criminale perché pregiudicati per reati specifici. Uno di loro, nel 2017, nel corso di un assalto a un bancomat della provincia di Foggia, aveva sostenuto un conflitto a fuoco con le Forze dell’Ordine intervenute.

Tutti sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di tipo predatorio in danno di sportelli bancomat, con l'utilizzo di esplosivo, ed in danno di aziende, specialmente del settore alimentare. Due di loro sono stati indagati per tentato furto aggravato, detenzione e porto di materiale esplosivi, ricettazione e danneggiamento in quanto individuati come i presunti autori dell’assalto bancomat avvenuto la notte del 1° febbraio scorso a Cella Dati (CR).

Le indagini sono iniziate a seguito del tentato furto della postazione bancomat della Cassa Padana Banca di Credito Cooperativo di Cella Dati avvenuto poco dopo le 02.00 del 1° febbraio scorso e realizzato mediante l'utilizzo di due ordigni esplosivi di tipo artigianale, le cosiddette “marmotte”. Sul posto era arrivata un’auto, in seguito risultata rubata a Cremona alcune ore prima, ed uno dei componenti del gruppo era rimasto alla guida mentre gli altri tre, completamente travisati e con guanti, avevano inserito un primo manufatto artigianale nel distributore delle banconote in modo da scardinare lo sportello con la detonazione, innescata con miccia e accendino.

Il bancomat aveva resistito ed il gruppo aveva inserito una seconda marmotta, ma anche questa esplosione non aveva scardinato le casseforti, risultate contenere oltre 27.000 euro in contanti, pur provocando danni ingenti alla sede dell’istituto bancario. Quindi, la banda era stata costretta alla fuga prima dell’arrivo dei Carabinieri. I primi accertamenti avevano portato all'individuazione della vettura utilizzata dagli autori del reato, un’Alfa Romeo rubata, e raccogliere ulteriori spunti investigativi. Le complesse indagini dirette dalla Procura della Repubblica e svolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Cremona avevano permesso di individuare un’altra auto che, quella notte, faceva da “staffetta” all’auto rubata, tenuto conto che era stata ripresa da più telecamere mentre transitava sulle stesse strade percorse dall’Alfa Romeo, con un anticipo di pochi secondi. Individuato il proprietario di tale veicolo, sono stati avviati servizi di osservazione, controllo e pedinamento e attività tecniche di intercettazione telefonica e ambientale, oltre alla analisi dei tabulati telefonici, che hanno portato ad accertare che due degli odierni arrestati sarebbero i presunti autori del tentativo di furto a Cella Dati, insieme ad altri tre ancora da identificare, nonché l'esistenza di una struttura criminosa organizzata, avente base nel cremonese, con articolata suddivisione interna dei compiti, finalizzata alla commissione di furti presso bancomat o presso sedi di aziende o logistiche.

L’associazione, definita dal Giudice di carattere paramilitare, era composta da alcuni soggetti risultati avere un ruolo apicale, avendo un ruolo decisionale quali capi ed organizzatori nel dirigere le operazioni illecite propedeutiche ad effettuare i furti, mentre gli altri erano partecipanti al sodalizio con mansioni nelle fasi esecutive, quella che nelle telefonate definivano “la squadra”. In particolare, gli arrestati, alcuni dei quali legati da vincoli di parentela, programmavano i furti trovando utenze telefoniche “occulte”, ovvero intestate fittiziamente a soggetti inesistenti o prestanome, telefoni cellulari di vecchia generazione privi di connessione a internet e radio ricetrasmittenti da usare come mezzo di comunicazione sicuro, cercavano case, garage o  capannoni da impiegare come basi logistiche per ospitare i “pendolari” che arrivavano da Foggia al fine di commettere i fatti reato e per nascondere il materiale esplosivo o le auto rubate da utilizzare per le azioni criminali.

Erano soliti agire con massima cautela, in quanto capaci di muoversi sul territorio nazionale spegnendo le utenze telefoniche a loro intestate per evitare di essere localizzati, e di comprare un camion, il cui acquisto era stato finanziato da alcuni di loro, da intestare fittiziamente ed idoneo per carichi voluminosi. Il mezzo pesante doveva essere portato al Nord, partendo dalla Puglia, per caricare e trasportare il provento di furti presso aziende o presso logistiche che stavano pianificando. Erano molto prudenti e attenti: i capi ordinavano di distruggere i telefoni e le sim card già usate in precedenza, ed erano soliti incontrarsi di persona senza mai parlare al telefono. Sono stati documentati alcuni incontri all’interno di garage in cui si sentivano sicuri di non essere ascoltati. E avevano anche detto di essere in grado, con il supporto di persone esperte e ben conosciute, di potere organizzare un assalto ad un portavalori, con l’uso di armi da guerra che avrebbero potuto reperire attraverso la fitta rete di amici che vantavano in provincia di Foggia.

Durante le seguenti attività tecniche ed investigative, veniva accertato che avrebbero commesso altri due furti di analoga tipologia, uno tentato e uno consumato. Nel primo caso, due mesi dopo il furto di Cella Dati, alcuni appartenenti alla cosiddetta “squadra” avrebbero tentato il furto di un bancomat ubicato all’interno di una casa di cura in provincia di Verona, avvenuto ad inizio aprile scorso e non portato a termine perché gli esecutori erano stati sorpresi dai dipendenti del luogo di cura e costretti a fuggire prima dell’arrivo dei Carabinieri. In questo caso, i presunti autori del fatto erano in possesso di un furgone rubato poco prima al quale erano state applicate delle targhe contraffatte.

Il secondo caso sarebbe il furto consumato di una cassaforte di una banca ubicata in una località della Repubblica di San Marino, avvenuto nella seconda metà dello scorso maggio. Quella notte, utilizzando un’auto rubata a Rimini, avrebbero raggiunto una di San Marino e, dopo avere forzato due porte, avrebbero rubato la cassaforte contenente la somma di 45.000 euro. In alcune telefonate intercettate dai Carabinieri, su cui sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi, gli appartenenti alla “squadra” avevano fatto esplicito riferimento a tale evento criminoso, descrivendo in maniera chiara e dettagliata alcuni particolari che potevano conoscere solo coloro che avevano partecipato all’assalto. 

La Procura della Repubblica di Cremona, concordando pienamente con le risultanze investigative dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, tenendo conto della pericolosità dei soggetti e della spregiudicatezza con cui agivano, ha chiesto e ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari di Cremona la misura della custodia in carcere per sette persone, sei dei quali rintracciati ed arrestati. In occasione dell'esecuzione della misura cautelare sono stati eseguiti anche i decreti di perquisizione nei confronti di tutti gli arrestati e di altri quattro indagati, tutti pregiudicati e alcuni specializzati in reati di furto, assalti bancomat e ricettazione di veicoli rubati, con cui avevano mantenuto una fittissima e costante rete di contatti. Sono stati rinvenuti e sequestrati numerosi telefoni cellulari e numerose sim card, varie radio ricetrasmittenti, due disturbatori di frequenze (jammer), una sega circolare a motore, un manufatto in ferro (“marmotta”) privo di innesco e vari arnesi da scasso.

L’operazione è iniziata alle 03.00 di notte, in contemporanea nelle diverse località, con il prezioso contributo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia. Due dei destinatari della misura in carcere sono stati localizzati mentre si trovavano in viaggio e sono stati fermati in provincia di Pescara grazie al tempestivo e determinante intervento delle pattuglie Radiomobili delle Compagnie Carabinieri di Pescara e Montesilvano (PE). I sei destinatari della custodia cautelare in carcere sono stati accompagnati presso le case circondariali di Cremona, Foggia e Pescara.

Resta comunque fermo che il procedimento è nella fase delle indagini preliminari e che la colpevolezza degli indagati dovrà essere accertata in sede di processo, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza fino all'eventuale condanna definitiva.

I militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Cremona, coadiuvati in fase esecutiva da quelli dei Comandi Provinciale di Foggia, Pescara e Mantova, delle Compagnie Carabinieri di Cremona e Casalmaggiore e con l'impiego delle unità cinofile per la ricerca di armi ed esplosivi dei Nuclei Cinofili di Orio al Serio (BG) e Modugno (BA) e della Stazione Carabinieri presso l’Aeronautica Militare di Ghedi (BS), hanno quindi dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Cremona su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di sei uomini . Il settimo componente del gruppo è sfuggito alla cattura ed è attivamente ricercato. Contestualmente, sono stati eseguiti quattro decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti indagati, uno residente in provincia di Cremona e tre in provincia di Foggia. 

Guarda il video dell'assalto al Bancomat di Cella Dati

 


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