Continua l'epopea del fango lungo le strade. Oggi colpito anche l'argine di Motta Baluffi. Strada chiusa e cittadini protestano contro la condizione della viabilità nei piccoli paesi
Anche l’argine del Po, principale difesa idraulica dalle piene del fiume, fa i conti con la “valanga” di fango che, ormai, invade strade provinciali e comunali in larga parte del Cremonese. Questa mattina l’argine a Motta Baluffi, nel tratto che conduce al porto fluviale, ed a una manciata di chilometri (forse meno) dal punto in cui, nella confinante Torricella del Pizzo, meno di una settimana fa un autobus con studenti a bordo è uscito di strada, era completamente ricoperto dal fango lasciato dai trattori in transito.
Uno scandalo e soprattutto un pericolo a cielo aperto che, tra le altre cose, dimostra come in certi soggetti il senso civico e l’onestà siano molto lontani dall’albergare nella loro testa, indipendentemente dai loro conti in banca. Non solo fango ma anche letame (gli odori sono inequivocabili), con la speranza che non ci siano dentro anche inquinanti (non serve una memoria immensa per ricordare le ancora recenti operazioni delle forze dell’ordine riguardanti i terreni con inquinanti). Vibranti e costanti le proteste di tanti cittadini che chiedono interventi capillari e controlli costanti, a questo punto, da parte delle forze dell’ordine.
Lo chiedono anche tanti sindaci ed amministratori che, nonostante ripetuti interventi ed appelli, si trovano ad avere a che fare con chi le regole non vuole saperne di rispettarle: sicuramente (si spera) una minoranza ma sufficiente per creare una situazione, in tutto il cremonese, che potrebbe essere sufficiente per portare anche a richiedere lo stato di calamità o, comunque, l’intervento ufficiale della protezione civile, già avvenuto a Piadena Drizzona ieri dove per tre ore i volontari si sono dovuti sobbarcare la pulizia della strada che conduce alla piazzola ecologica.
Strada rimasta chiusa tutto il giorno, come disposto dall’Amministrazione comunale, perché invasa dal fango. Le legittime e più che giustificate preoccupazioni di tutti aumentano anche di fronte ad un altro pericolo: cosa potrebbe succedere in caso di gelate (annunciate) e nebbie (altrettanto annunciate). Del resto non occorre una laurea con lode in meteorologia per immaginare che a fine novembre possa gelare o possa esserci la nebbia. Le conseguenze sono facilmente immaginabili: comprese quelle civili e penali per chi dovesse essere smascherato a lordare le strade.
Con una considerazione finale, già rimarcata: coloro che sostengono di avere il diritto di lavorare e di non poter mettere le ali ai trattori ricordino bene che anche gli altri hanno il diritto di andare a lavorare in sicurezza ed hanno anche il diritto di annotarsi il numero di targa di chi sporca le strade e farlo avere alle forze dell’ordine (si tratta di senso civico). Il dovere di rispettare le regole (tra queste anche quelle che vietano di sporcare le strade e impongono di ripulirle immediatamente) vale per tutti, anche per chi sta in cima ad un trattore.
Eremita del Po
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