16 maggio 2023

CremonaJazz, il 19 Sergio Caputo protagonista della quarta serata celebrando i 40 anni di “Un sabato italiano”

Chi ha vissuto gli anni ottanta in Italia ha sicuramente in testa almeno una delle sue canzoni, che arrivarono come un fulmine a ciel sereno a spiazzare il mercato allora invaso dai gruppi e dalle mode inglesi.

Stiamo parlando di Sergio Caputo, che sarà il protagonista della quarta serata di Cremona Jazz, in programma venerdì 19 maggio all’Auditorium del Museo del Violino.

Esattamente quarant’anni fa, nell’aprile del 1983, il cantautore romano pubblicò il suo album d’esordio, “Un sabato italiano”, con una copertina indimenticabile, che lo ritraeva con una camicia azzurra aperta che scopriva una t shirt bianca dei Frankie Goes to Hollywood. 

Il disco è sopravvissuto alle mode usa e getta ed è arrivato a festeggiare ben quattro decadi. Per l’occasione in Aprile è partito il Tour “Un sabato italiano 40 show”, nel quale verrà accompagnato da una mini big band, presente anche a Cremona, che comprende Paolo Vianello alle tastiere, Marco Guidolotti e Alberto Vianello ai sassofoni, Luca Iaboni alla tromba, Fabiola Torresi al basso e Alessandro Marzi alla batteria. Inoltre la Sony pubblicherà un cofanetto celebrativo, che conterrà anche alcuni inediti. Inoltre vi consigliamo di vedere il video di “Un sabato italiano” che lo stesso Caputo ha assemblato in maniera originale. 

La canzone è la stessa dell’epoca, ma a ricantare il brano in playback ci hanno pensato un sacco di amici e persone di tutte le età: fra quelli più famosi Carlo Massarini, che lo lanciò nel programma “Mr.Fantasy”, (ben otto video furono prodotti proprio da quella trasmissione) Nicola Savino e Valerio Lundini, lo stesso Caputo, per pochi secondi e sua moglie Emanuela, e ancora Ubaldo Pantani.

Caputo, nella sua lunga carriera, ha inciso ben diciannove album, di cui tre dal vivo; ora vive in Francia, dopo aver passato molti anni negli Stati Uniti. Proprio qui, alla fine degli anni novanta, si dedica a tempo pieno alla musica jazz. Il frutto di questa nuova avventura sarà l’album del 2003 “Thet kind of thing”, dove esordisce come chitarrista jazz, con molto successo. Infatti il disco divenne fra i cinquanta più ascoltati nella categoria smooth jazz, dove vinse nel 2005 come album indipendente più scaricato.

Ma il jazz, suo grande amore, era già presente nel suo sound nelsecondo fortunato album, “Italiani Mambo”, dove erano presenti due personaggi storici, il clarinettista Tony Scott e il batterista Roberto Gatto. Poi arrivò “I love jazz” nel 1996 e nel 2015 “Pop, Jazz and Love”, interamente cantato in inglese. Queste sono solo alcune delle produzioni di Caputo legate allo swing, che sicuramente stupirà quelli che avevano in mente solo il cantautore scanzonato di un tempo, con i suoi testi ironici e innovativi.

Le ultime produzioni lo vedono legato a Francesco Baccini, nel 2017, con l’album di inediti  “Chewing Gum Blues” e nel 2019 “Sergio Caputo en France”, dove propone i suoi successi nella lingua d’oltralpe.

In una recente intervista il cantautore ha parlato della musica attuale, regno dello streaming, e ha dichiarato di aver ceduto il suo catalogo indipendente alla Sony, sicuro che lo avrebbe gestito per il meglio nel futuro. Perché il famoso “catalogo” degli artisti storici esisterà sempre  e su questa certezza fanno affidamento le case discografiche.

E per lanciare la serata di venerdì, con inizio alle ore 21,  prendiamo in prestito una strofa del brano che dà il titolo al concerto “Così ci avventuriamo nella Roma felliniana, equilibristi in bilico sul fine settimana e sulle immagini di sempre, nei discorsi e nei pensieri, dilaga anacronistica la musica di ieri.”

Emilio Palanti


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