Crisi idrica, ordine del giorno della maggioranza in Comune
La maggioranza in Consiglio comunale di Cremona ha predisposto (e sarà discusso nel prossimo consiglio comunale) un ordine del giorno dei tre capigruppo (Enrico Manfredini di Fare Nuova la città – Cremona Attiva, Roberto Poli del Partito Democratico e Lapo Pasquetti di Sinistra per Cremona) sull'emergenza idrica. Ecco il testo dell'ordine del giorno:
Premesso che:
Il clima della terra sta cambiando in modo significativo e allarmante, comportando eventi estremi sempre più frequenti, quali siccità, inondazioni, ecc.
I cambiamenti climatici sono riconducibili ad un innalzamento della temperatura media del nostro pianeta, fenomeno noto come “riscaldamento globale”, imputabile principalmente alle attività antropiche. L’innalzamento della temperatura ha subito un costante incremento a partire dalla rivoluzione industriale e negli ultimi quarant’anni si è particolarmente accentuato a causa dello sviluppo industriale su scala globale.
Da quando esistono le misurazioni della temperatura (1880), gli anni più caldi si sono registrati dopo il 2000, con il 2016 e il 2020 come gli anni più caldi mai registrati sulla terra.
La Lombardia e l’intero bacino padano stanno affrontando da mesi una crisi idrica di dimensioni epocali, dovuta al protrarsi di un periodo siccitoso che – come attestato dall’osservatorio del Po – ha lasciato diverse zone senza precipitazioni per mesi ; si è inoltre assistito ad un calo delle precipitazioni nevose sui rilievi alpini che ha portato ad una accelerazione dello scioglimento dei ghiacciai lombardi (uno studio internazionale ha dimostrato essere i ghiacciai lombardi quelli che si sciolgono più velocemente tra quelli alpini)
constatato che:
lo stato di alterazione delle precipitazioni e delle temperature ha avuto e sta avendo tutt’ora ricadute pesanti nella vita dei cittadini lombardi ed in molti settori produttivi, primo fra tutti quello agricolo e zootecnico, e che la carenza d’acqua ha avuto un impatto significativo sulle colture della nostra pianura, soprattutto quelle colture che di acqua ne consumano molta, così da costringere le associazioni di categoria prima e le istituzioni in seguito, già nel 2022 a consentire deroghe al deflusso minimo vitale e a richiedere l’apertura dei bacini montani attraverso accordi con i gestori energetici della Valtellina;
che unitamente ai problemi di irrigazione e di recupero della risorsa idrica sono aumentate le tensioni tra utenti, gestori dei servizi ed enti di protezione, associazioni di categoria e associazioni ambientaliste, prefigurando in avvenire un innalzamento delle conflittualità per l’uso di una risorsa sempre più scarsa;
il contesto entro cui si colloca la crisi idrica non vede la Lombardia come una regione particolarmente virtuosa, in quanto, mentre in Europa il consumo medio giornaliero per persona è di 120 litri, in Lombardia il consumo pro-capite è sopra i 220 litri/giorno (appena sotto la media nazionale che è di 243 litri/giorno), più del doppio della media europea.
ritenuto che:
questi fenomeni (diminuzione delle precipitazioni, nevose nel periodo invernale e della piovosità nel periodo estivo, e aumento delle temperature) sono considerati dagli esperti come strutturali e che il peggioramento della situazione non riguarda solamente la provvista dei bacini fluviali e lacuali, ma gli stessi bacini profondi (la Lombardia, per scopi civili, nel 2018, ha prelevato 1,42 miliardi di metri cubi di acqua per uso potabile, pari al 15% del prelievo nazionale e di questi più del 90% derivano dalle acque sotterranee che sono sì riserve rinnovabili, ma che hanno tempi di ricarica molto lunghi e proprio per questo risultano essere sotto maggior pressione per le attività antropiche)
Regione Lombardia si è preoccupata della situazione di crisi già lo scorso anno, tanto da emettere l’Ordinanza n.917 del 24 giugno 2022 in cui si dichiarava lo stato di emergenza regionale e che conteneva la raccomandazione ai cittadini lombardi per un uso parsimonioso della risorsa idrica ; la richiesta ai comuni per l’emanazione di Ordinanze sindacali volte al risparmio idrico e alla limitazione dell’uso di acqua potabile e indicazioni agli enti competenti affinchè ponessero in essere le azioni necessarie a contenere e ridurre le conseguenze della crisi idrica in atto;
la criticità della situazione e la condivisa replicabilità, anche nel breve periodo, di condizioni similari all’oggi non consentono un approccio occasionale e unicamente emergenziale, ma costringono ad una riflessione profonda sulle azioni e sugli strumenti necessari per rispondere ad un nuovo quadro climatico, in modo tale che siano ridotti i problemi derivanti dalla dimensione degli eventi
A fronte di questa situazione critica ed in progressivo peggioramento si ritiene necessario intervenire con tempestività e decisione per scongiurare problemi di carenza idrica nei prossimi mesi e per fare scelte strategiche per il futuro.
a tal fine
il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta
A sollecitare il Governo e Regione Lombardia, per quanto di loro competenza :
a individuare le risorse per un ancora miglior efficientamento della rete di distribuzione della risorsa idrica, per uso irriguo, sia sul fronte dell’utilizzo da parte dell’utenza, sia sul fronte dell’intercettazione e captazione delle acque piovane e delle acque freatiche, anche attraverso lo studio di interventi di piccole dimensione a livello locale o aziendale in grado di aumentare la capacità di accumulo; −
legare il sistema dei ristori ad un parallelo investimento delle imprese in opere utili all’immagazzinamento idrico da fonte naturale (invasi) e al contempo utilizzare i bacini di cava dismessi già presenti sui nostri territori per incrementare la dotazione disponibile d’acqua;
Individuare le risorse per accompagnare il sistema produttivo (sia industriale che agricolo e zootecnico) al riutilizzo delle acque, laddove non presente, al fine di abbattere i volumi di acqua di rete utilizzata;
predisporre specifici indirizzi vincolanti per la formulazione delle Norme Tecniche di Attuazione edilizie che impongano l’adozione di processi e tecnologie a basso impatto ambientale e ad alto livello di efficienza per le nuove costruzioni e per le ristrutturazioni funzionali a ridurre il consumo della risorsa idrica nel rispetto dei principi di tutela dell’igiene e della salubrità dei luoghi di vita e di lavoro.
a individuare pratiche agricole, colturali e di allevamento che siano assonanti a scenari di scarsità della risorsa idrica ed impongano un uso efficiente della stessa, predisponendosi anche a cambiamenti di medio e lungo periodo nelle modalità di utilizzo dell’acqua per irrigazione e delle specializzazioni colturali, come richiesto dai cambiamenti in essere a livello climatico.
dare maggiori strumenti agli enti preposti alla prevenzione del rischio idrogeologico, al fine di aumentarne la capacità tecnica progettuale e favorire una capacità di spesa superiore all'attuale media annua, a partire dal ruolo fondamentale dei Consorzi di bonifica e di irrigazione.
concordare con Padania Acque una campagna di comunicazione per sensibilizzare tutti gli utenti al risparmio idrico in tutte le attività quotidiane e domestiche
valutare eventuali restrizioni all’utilizzo dell’acqua potabile per irrigazione di orti e giardini in caso di grave crisi".
La foto dal drone è di Riccardo Rizzi Maverick
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