23 luglio 2021

Da Villa Flaminia al Seminario: nuove residenze per i sacerdoti anziani. Bilocali in affitto nella struttura della Mutua del Clero

Hanno fatto il loro ingresso nei rinnovati appartamenti del Seminario Vescovile i sacerdoti anziani trasferiti dalla residenza di Villa Flaminia alla struttura di via Milano che li accoglie in una porzione di edificio appositamente riservata al loro soggiorno, con spazi personali e comunitari adeguatamente ristrutturati.

La motivazione del trasferimento che riguarda una decina di sacerdoti anziani è legata soprattutto alla necessità di offrire risposte adeguate, anche in termini di spazi e servizi, alle esigenze dettate dall’aumento dell’età media del clero e dalla presenza sempre crescente di preti in età avanzata. In Seminario, inoltre, i preti anziani avranno la possibilità di vivere non nell’isolamento, ma all’interno di una comunità viva, animata dalla presenza dei seminaristi, delle scuole paritarie, e di numerose occasioni di formazione e incontro ospitate nella struttura durante tutti i periodi dell’anno.

La decisione di destinare una parte del Seminario agli alloggi dei sacerdoti anziani autosufficienti è una delle risposte che la diocesi rivolge a questa esigenza, oltre all’attenzione riservata sul territorio al sostegno per sacerdoti residenti nelle parrocchie, dove si favorisce un coinvolgimento quotidiano nei servizi di pastorale in affiancamento a parroci e moderatori, e si offre un supporto per l’assistenza domiciliare quando necessaria.

Un’altra importante soluzione arriva grazie alla collaborazione della Fondazione La Pace Onlus che ha dedicato in un’ala della casa di riposo “Giovanni Arvedi Luciana Buschini” proprio all’accoglienza assistita di sacerdoti che hanno bisogno di una specifica assistenza: sono 9 al momento i preti che vi risiedono.

Cambia così la funzione di Villa Flaminia. La struttura, catalogata come “servizi religiosi” e gestita dalla Società di mutuo soccorso e previdenza fra i sacerdoti della Diocesi di Cremona (“Mutua del Clero”), è stata donata alla diocesi come lascito ereditario, ospitava dodici appartamenti dedicati all’ospitalità del clero anziano dotati di angolo cottura e contatori acqua e energia e un’ampio spazio ad uso comunitario, ed è inserita in un parco di circa 11.000 mq ben conservato e con alti costi di manutenzione annuale.

Il Consiglio Direttivo già a fine 2019 si è interrogato sulla sostenibilità della gestione della Villa come Casa del Clero, visto che ogni anno registra significative perdite fin dalla sua apertura (1991). Il deficit è risanato con le rendite di altri affitti e con periodiche vendite di terreni e immobili. Pertanto, essendoci in Diocesi diverse possibilità per l’ospitalità del Clero a riposo (tra cui, appunto, i locali annessi al Seminario), sentito il Vescovo, il Consiglio ha deciso di chiudere la Villa come Casa del Clero che dunque non avrà più né ospiti né personale.

Il piano terra dove si svolgeva la vita comune diventa la sede della Mutua del Clero mentre, affinché villa e parco possano autosostenersi senza pesare sui ricavi del resto del patrimonio immobiliare della Società e sulle quote sociali, i 12 attuali bilocali (45/50 mq) saranno messi in affitto per laici e piccoli nuclei famigliari o – con un canone calmierato – per i sacerdoti che ne avessero necessità. Nel frattempo è in fase di valutazione sta valutando una seconda opportunità: un comodato d’uso ad una associazione di famiglie che in cohousing accolgono minori in affido o persone in difficoltà.

L’utile derivante dalla gestione delle locazioni sarà destinato alla stessa Mutua del Clero per il sostegno alle spese di accoglienza e cura del clero anziano.

LA SOCIETÀ. La «Mutua del Clero» nasce nel 1892 per iniziativa di alcuni sacerdoti e con l’approvazione del vescovo Bonomelli si struttura come Società di Mutuo Soccorso sulla scorta delle leggi del 1890. Nel 1919 diventa ente morale civile. Nel 1991, in seguito al lascito Tonghini, si struttura come Cooperativa a r. l. e gestendo la Casa del Clero (Villa Flaminia) è iscritta alla Camera di Commercio nel registro delle imprese.

A gennaio 2020 la Confcooperative, alla quale la “Mutua del Clero” è associata, verifica lo stato «ibrido» della Società e invita entro l’anno a tornare pura Società di Mutuo Soccorso, dismettendo o appaltando i servizi di cucina, lavanderia e pulizia di Villa Flaminia. La pandemia blocca l’operazione che si sta, però, riavviando. Nel 2022 la Società diventerà Impresa Sociale. (www.diocesidicremona.it)

Villa Flaminia era di proprietà del colonnello Tonghini. Era sorta all'inizio del Novecento come dimora padronale del podere “Il Ceppo”. Il nome Flaminia era quello della mamma delle ultime proprietarie, le sorelle Tonghini. I cremonesi di una cinquantina d'anni fa ricordano lo spendido parco che degradava verso il cavo Cerca, la voliera con gli uccelli, le grandi serre. Vi abitavano le due figlie del colonnello Tonghini, il cui ritratto campeggiava al primo piano, appena sopra il magnifico scalone. Luisa e Cristina Tonghini sono state le ultime proprietarie della magnifica casa costruita all'inizio del Novecento. Erano molto religiose e, pur potendo utilizzare la bella cappella della villa, frequentavano comunque la prima messa domenicale della parrocchia di San Sigismondo arrivando con la loro auto fin quasi sul sagrato, con l'autista in livrea che correva ad aprire la portiera. Nel testamento lasciarono tutto, casa e parco, alla Società di Mutuo Soccorso del Clero diocesano. Anche in vita furono molto generose con la Chiesa cremonese ad esempio fecero fondere l'oro della propria famiglia per realizzare un calice e una pisside per la Cattedrale.


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