Dal 19 novembre 2025 al 18 gennaio 2026 Cremona celebra Dante Ruffini: una grande retrospettiva al Museo Civico Ala Ponzone
Dal 19 novembre 2025 al 18 gennaio 2026 il Museo Civico Ala Ponzone di Cremona ospita la mostra La scultura di Dante Ruffini - Un’avventura molto intima. Promossa dal Comune di Cremona, Assessorato alla Cultura, la mostra, curata da Marco Ruffini e Sonia Tassini, affiancati dai componenti del Comitato scientifico Rodolfo Bona, Sara Fontana e Angela Pizzimenti, celebra i 120 anni della nascita di Dante Ruffini (1905-1963), protagonista della scultura cremonese del primo Novecento, oltre che figura di punta dell’ambiente culturale cittadino in quanto socio fondatore e poi presidente dell’Associazione Artisti Cremonesi e socio del sodalizio A.D.A.F.A. (Amici Dell' Arte - Famiglia Artistica), nato nel 1949 dalla fusione degli Amici dell’Arte con la Famiglia Artistica.
Articolata in dieci sezioni, l’esposizione presenta una quarantina di opere tra sculture in gesso e terracotta, bassorilievi in marmo e piccoli bronzi, opere in gran parte di soggetto sacro, realizzate dall’artista tra il 1927 e il 1962, tutte provenienti dalla collezione dell’artista ancora oggi amorevolmente conservata dalla famiglia.
Nella mostra sono esposti per la prima volta alcuni gessi di dimensioni monumentali come l’ambone ed un’acquasantiera per la Basilica di San Siro a Sanremo o il fonte battesimale per la cripta della Cattedrale di Montefiascone da sempre custoditi nello studio dell’artista e strumento indispensabile per comprendere il suo particolare percorso artistico. Inedite sono pure alcune preziose lastre in vetro delle sue opere eseguite personalmente da Dante Ruffini con la sua fotocamera a soffietto.
Il percorso parte non a caso dal tema degli affetti familiari, baricentro personale ed artistico della sua vita di uomo e di artista, e si snoda attraverso i ritratti della moglie Marina Coppetti e dei figli Laura e Marco raffigurati ancora bambini, mentre altre sezioni mettono in luce la maestria e il metodo dell’artista nel lavorare materiali diversi, la funzione imprescindibile del disegno e del bozzetto nella sua pratica scultorea e gli interessi multidisciplinari appartenenti per tradizione alla sua famiglia. Il percorso si chiude con la sezione dedicata agli ultimi due lavori di Dante Ruffini, le essenzialità delle forme del Cristo del 1962 e il monumento ai Caduti per la Libertà di via Palestro, che l’artista riuscì a finire per la successiva fusione, ma non a vedere collocati sul posto.
La mostra, realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia, sede di Cremona, il Lyceum Club Internazionale di Cremona e la Società Storica Cremonese, si inserisce nel quadro di un lavoro sistematico intrapreso prima dalla figlia Laura ed ora dal fratello Marco per la conservazione e la valorizzazione dell’opera del padre scultore ancora oggi custodita a Cremona nella sua casa-studio di via Carlo Speranza.
“Dante Ruffini è una figura centrale nella storia della scultura cremonese, non solo per la sua capacità di fondere la tradizione classista e la lezione luministica di Medardo Rosso, approdando poi a originali ricerche in sintonia con il clima post cubista della metà del Novecento. Ruffini ha, infatti, anche esercitato un ruolo di ponte tra la generazione degli artisti operanti in città nei primi decenni del secolo, quali Guglielmo Michieli, Adamo Anselmi e, soprattutto, Alceo Dossena e gli scultori cremonesi a lui successivi, come Mario Coppetti, che divenne suo cognato e collaboratore, il nipote Ercole Priori, Pietro Ferraroni – figlio di Arturo - o Pietro Foglia, solo per fare alcuni nomi”, dichiara l’assessore alla Cultura Rodolfo Bona, che aggiunge: “Con tali premesse, allestire oggi una mostra su Dante Ruffini, significa non solo rendergli omaggio a 120 anni dalla scomparsa, ma vuol dire cercare di porre la nostra attenzione sulla scultura a Cremona tra i primi anni Trenta e i primi anni Sessanta del secolo scorso, che ancor oggi presenta zone d’ombra e richiederebbe un più ampio studio di molti dei suoi protagonisti, delle opere e dei documenti di quegli anni. Per tali motivi, dopo la mostra antologica curata dal Lyceum Club internazionale di Cremona nel 1994-95 e la monografica a lui dedicata nel 2013 dal Comune di Cremona, curata da Laura e Marco Ruffini, non posso che esprimere grande soddisfazione per questa nuova esposizione allestita nelle sale della Pinacoteca del Museo Civico Ala Ponzone. Un sentito ringraziamento va, dunque, alla curatrice Sonia Tassini, a Marco Ruffini, Sara Fontana e a tutto il personale di Cremona Musei che ha collaborato a questa iniziativa”.
Dante Ruffini (1905-1963)
Dante Ruffini nasce il 3 novembre a Cremona, città ricca di tradizione musicale e artistica, che segnerà profondamente la sua formazione e sensibilità estetica. Frequenta la Scuola d’Arti e Mestieri “Ala Ponzone” e poi, durante un breve soggiorno veneto in compagnia del Maestro d’arte Guglielmo Michieli, frequenta le lezioni all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Apprende così le basi tecniche della scultura e sviluppa un profondo rispetto per la tradizione artistica.
La parentela con lo zio Alceo Dossena e una breve frequentazione della sua bottega a Roma gli permette di approfondire la conoscenza dei materiali e delle tecniche classiche. Debutta con una mostra a Milano nel 1934 e riceve la commissione del busto di Amilcare Ponchielli, donato da Cremona al Museo della Scala, primo riconoscimento pubblico del suo talento. A soli 30 anni partecipa alla XX Biennale di Venezia per la scultura con la testa della Primavera, un ritratto della moglie Marina Coppetti, affermandosi come giovane talento emergente a livello nazionale.
Negli anni Trenta e Quaranta partecipa alle Biennali d’Arte Sacra e a varie mostre lombarde, mentre le sue opere iniziano ad essere collocate in chiese, palazzi e cimiteri, venendo acquistate anche all’estero come, ad esempio, l’opera Comunione, conservata in Brasile. Nel 1952 completa l’ambone per la Basilica di San Siro a Sanremo, un lavoro durato quattro anni e che lo scultore considererà sempre la sua opera più importante per complessità e intensità spirituale.
Negli anni Cinquanta e Sessanta le commissioni di sculture per chiese, monumenti civili e tombe aumentano, mentre la sua capacità di fondere tradizione e modernità si manifesta principalmente nel marmo, che modella con straordinaria sensibilità. Uomo carismatico, Dante Ruffini trasformò la sua casa, piena di musica, poesia e discussioni culturali, dove artisti e amici si confrontano condividendo idee e comuni progetti artistici, nella sede dell’Associazione Artisti Professionisti Cremonesi, di cui divenne presidente nel 1956.
Nel 1959, in una delle rare interviste concesse, Ruffini parla del suo amore per i soggetti sacri e per il marmo di Mazzano, materiale prediletto per la capacità di rendere luce, rilievo e vitalità alle figure. Si spegne il 27 ottobre a soli 58 anni, lasciando incompiuti progetti e bozzetti che testimoniano la sua urgenza creativa e la sua costante ricerca artistica.
La scultura di Dante Ruffini
Un’avventura molto intima
Museo Civico Ala Ponzone
via Ugolani Dati, 4 – Cremona
19 novembre 2025 – 18 gennaio 2026
Mostra a cura di
Marco Ruffini e Sonia Tassini
Comitato scientifico
Rodolfo Bona, Sara Fontana e Angela Pizzimenti
Orari: da martedì a domenica 10:00 – 17:00 (ingresso alla mostra gratuito)
Visita guidata gratuita alle 15.30 di ogni ogni sabato su prenotazione
La mostra è dotata di un percorso audio guidato accessibile tramite QR Code
oppure collegandosi al link https://musei.comune.cremona.it/it/la-scultura-di-dante-ruffini-audioguida.
Informazioni e prenotazioni
museoalaponzone.biglietteria@comune.cremona.it
tel. 0372 407 770
info.turismo@comune.cremona.it
tel. 0372 407081
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