Dieci anni fa l'inaugurazione dell'autosilo in piazza Marconi Costruzione tormentata, gestione complicata, nebbia fitta sul futuro
Domani, 18 aprile, faranno dieci anni esatti dall'inaugurazione del parcheggio sotterraneo di piazza Marconi. Lunedì 19 faranno invece dieci anni esatti da quando è possibile parcheggiare nella struttura (l'autosilo, per tutti i cremonesi). Diciamolo subito, così ci leviamo il pensiero: c'è la ricorrenza ma c'è ben poco da festeggiare, poco da far amarcord. Nessuna bottiglia di spumante da sciabolare. La storia dell'autosilo di piazza Marconi è una di quelle narrazioni che cominciano male e proseguono peggio. E' la storia che passa da un cratere a un altro; dal buco creato dagli scavi in quella piazza rimasta sventrata per nove anni fino al buco nelle casse di Palazzo Comunale, che ancora oggi si trova a fare i conti (nel vero senso della parola) con un'infrastruttura mai veramente decollata e una convenzione con il privato che quell'infrastruttura gestisce, Saba Italia Spa, che drena risorse ininterrottamente. Per dire, quando a Palazzo è approdato Gianluca Galimberti, anno di grazia 2014, il debito del Comune verso Saba ammontava a due milioni di euro. Oggi quel debito sfiora i cinque milioni e la via d'uscita da quella che fu definita sin dagli esordi una “convenzione capestro” (a firmarla con Saba fu l'allora sindaco Paolo Bodini, primi anni del Duemila) ancora non si vede. E l'abbraccio tra Saba e il Comune, stando alla convenzione, ha da tener duro la bellezza di 36 anni da quell'ormai lontano 2011.
Andiamo per gradi, che la storia, oltre che tormentata, è lunga. Da metà pomeriggio di quel 18 aprile di dieci anni fa, in piazza Marconi si raduna una discreta folla di cremonesi. Gli occhi sono puntati verso il palchetto allestito per l'occasione, sul quale si allargano i sorrisi di autorità civili e religiose. Sullo sfondo, la facciata di Palazzo dell'Arte, che di lì a un paio d'anni sarà protagonista di un taglio del nastro tutto suo, in occasione dell'apertura del Museo del Violino. Pancia dentro, petto in fuori, l'allora sindaco Oreste Perri rompe il ghiaccio col primo intervento, durante il quale – vedi le coincidenze della vita – ricorda che giusto il 18 aprile di nove anni prima Saba Italia cominciava la campagna di indagini archeologiche prodromiche alla realizzazione dell'autosilo. Perri ovviamente non lo dice, ma quella campagna si sarebbe rivelata quasi peggio di quella del Bonaparte in Russia. Un calvario lungo il quale, tra lo scorrere delle amministrazioni e l'alternarsi delle stagioni, toccò vedere di tutto: dai blocchi della Soprintendenza per gli straordinari ritrovamenti archeologici (in parte poi finiti del pregevole museo di San Lorenzo) fino ai bruschi stop causa infiltrazioni della falda acquifera con conseguente percolamento dalle paratie che avrebbero dovuto costituire il “guscio” interno dell'autosilo, passando per rogne legali tra le imprese che si sono avvicendate nei lavori.
Nove anni dopo quel primo 18 aprile, la campagna archeologica di piazza Marconi scivola finalmente in archivio e Perri e la sua giunta possono gongolare, e lo fanno: l'autosilo è lì, sotto i loro piedi. Letteralmente. Due piani nel ventre della centralissima piazza, 248 posti auto (115 al primo piano, 133 al secondo, 66 dei quali venduti a privati). Un euro e mezzo l'ora il costo della sosta.
Inno di Mameli, applausi, taglio del nastro, visita all'interno dell'infrastruttura con autorità locali e codazzo di cittadini, cronisti, amministratori al seguito. Le 18,30 del 18 aprile 2011 quando cala il sipario sulla cerimonia inaugurale.
Dal giorno seguente, 19 aprile 2011, l'autosilo comincia ad alzare la sbarra alle auto. Ma è anche da qui che comincia la seconda parte di quel “pasticciaccio brutto di piazza Marconi” (Gadda, ovunque sia, perdonerà). Già perché la convenzione capestro è una belva che va continuamente nutrita. Girala come vuoi, resta sempre a favore di Saba e a svantaggio del Comune. Un po' perché è impostata... diciamo così, ecco, e c'è poco da interpretare. Un po' perché quel parcheggio non decolla. Salvo i giorni di mercato, è un mezzo Sahara, traversato solo di tanto in tanto da qualche valoroso automobilista. Mica per niente, la giunta Perri è costretta a ritoccare quella convenzione una volta, una seconda, e un'altra ancora... e via, e ogni volta a cercare un difficile equilibrio a suon di posti auto in superficie in giro per tutta la città che il Comune è costretto a strappare all'Aem per dare subito a Saba in compensazione di mancati introiti da quella voragine, prima materiale ora contabile, che è piazza Marconi.
Lo sa bene anche Galimberti, che succedendo a Perri eredita il bubbone (all'epoca, s'è detto, pari a due milioni ma oggi più che raddoppiato). Solo che Galimberti pare voler andare per le spicce e di ritocchi alla convenzione non ne vuol sapere. L'attuale sindaco punta all'eradicazione del problema, solo che, al solito, lo fa a suon di annunci e proclami. Come nel 2018, quando si affida a dei consulenti finanziari per capire come e cosa fare per rescindere quella convenzione che mette il morso al Comune fino al 2047. Bene, bravo. Applausi. Peccato che da allora si sa niente di quell'incarico. Niente di niente. Nel frattempo, lo sbilancio aumenta e il dilemma si fa amletico: aumentare il costo della sosta o cercare altri stalli da cedere a Saba? Già, ma dove? Piazza Lodi (fruitissima dalle auto), corso Vittorio Emanuele, la superficie di piazza Marconi: tutte strisce blu già finite in capo a Saba. Che altro fare?
E pensare che tra le altre promesse di Galimberti c'era quella di dar tutto all'Aem. A dire, dare vita al “Gestore unico dei parcheggi a Cremona” e lì conferire tutta la gestione della sosta cittadina. Allo stato attuale un miraggio. Forse anche meno d'un miraggio: l'idea d'un miraggio. Mentre l'autosilo sta lì. Silenzioso come i suoi ampi piani semivuoti nei giorni non di mercato.
E domani son dieci anni da quel taglio di nastro. Dieci su trentasei, come da convenzione.
Le foto dell'inaugurazione sono di Antonio Leoni/ilvascello
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commenti
Michele de Crecchio
17 aprile 2021 21:20
Se la memoria non mi inganna, il progetto iniziale parlava, ottimisticamente, di realizzare ben cinque piani sottoterra! La sciagurata idea di realizzare in pieno centro un grande parcheggio sotterraneo credo sia nata nel 1957. La localizzazione era inizialmente prevista in piazza Stradivari (allora Cavour). Successivamente si pensò di realizzarla in piazza Marconi....