La crisi non ferma la generosità dei cremonesi. Una giornata con i volontari del Banco Alimentare. E il Coro Gioventù Alpina invita a donare (guarda il video)
Ormai è un appuntamento fisso, l’ultimo sabato di novembre. In tutta Italia, in oltre 26mila supermercati, prende il via la giornata della Colletta alimentare. Anche Cremona non fa eccezione e da tanti anni questo gesto comunitario, totalmente gratuito, coinvolge centinaia di volontari di tutte le età: dai piccolissimi agli ultraottantenni. A livello nazionale sono migliaia le persone che si mettono in gioco. Dagli studenti ai carcerati (in molte carceri si sono auto-tassati per comprare il cibo da donare, a Napoli, Verona e Opera i detenuti autorizzati dai magistrati hanno avuto la possibilità di uscire e affiancarsi agli altri volontari nei punti vendita) dai rifugiati russi e ucraini (insieme) agli alpini, passando per le associazioni di volontariato, le parrocchie, i bersaglieri, le famiglie, i pensionati. L’elenco è lungo, la generosità straborda.
Ma cosa unisce tutti? Una cosa semplice quanto dimenticata: la memoria del dono. I volontari, con la iconica pettorina arancione, si “piazzano” davanti alle entrate dei supermercati e invitano i clienti a comprare del cibo che durante l’anno verrà distribuito a chi più ha bisogno. Il sistema – lo scriviamo anche per i più scettici – è collaudato: il cibo immagazzinato (centinaia di tonnellate) viene portato ai poveri attraverso 7.600 strutture caritative presenti sul territorio nazionale, dalle mense per i poveri alle comunità per i minori, dai banchi di solidarietà ai centri d'accoglienza. Come succede ormai da 26 anni, chi vuole potrà mettere nel sacchetto fornito all'ingresso dai volontari, verdure, tonno e carne in scatola, polpa o passata di pomodoro, olio, omogeneizzati, latte in polvere o altri alimenti non deperibili che andranno a integrare quello che il Banco Alimentare recupera tutti i giorni combattendo lo spreco di cibo.
Ogni anno però la Giornata della Colletta alimentare è una scommessa, perché la pandemia prima e la crisi economico-energetica dopo hanno spaventato la gente. Perché mettere mano al portafoglio quando si vive nell’incertezza? Perché comprare del cibo per altri quando anche in tante delle nostre case si fatica ad arrivare a fine mese? Eppure, accade.
Accade che una signora anziana si presenti col carrello pieno di latte “perché chissà quanti bambini sono senza. Io me lo ricordo quando da bambina mancava”. Accade che due ragazzine originarie del Senegal, circa 13-14 anni, entrino per comprare un pacchetto di cicche ed escano con un sacchetto con tonno e pasta. “Grazie di avercelo detto, non sapevamo che c’era questa cosa ‘per gli altri’”, dicono quasi imbarazzante prima di filarsela a gambe levate.
In centro entra una signora di mezza età super truccata, con l’aria di essere molto di fretta. “Questa non ci guarderà neanche”, pensano i due giovani volontari. “Datemi quel sacchetto, che so già tutto. Anzi no, tenetelo per il prossimo che entra. Io riempio direttamente il carrello”. E non deluderà le aspettative: due scatoloni di pasta e uno di latte di olio.
“Non ho niente, faccio fatica a mantenermi, però dammelo lo stesso”. L’anziano signore prende volantino e sacchetto e quando torna indietro consegna una latta di tonno e fagioli. “Potevo solo questo, ma l’ho fatto”. C’è chi si ferma a chiacchierare, chi comincia a raccontare, chi corre via di fretta.
Certo, c’è anche chi con scuse molto fantasiose declina l’invito, chi prende il sacchetto arancione e lo usa per la propria spesa (del resto quest’anno i sacchetti della Colletta sono oggettivamente irresistibili e non possiamo dar loro torto), chi non risponde, chi borbotta.
In queste ore di Colletta vien fuori tutto l’umano: che è capace di grandi e piccoli gesti di carità, di slanci generosi, ma anche di orgoglio, egoismo, cinismo più o meno ostentato.
I volontari non si lasciano abbattere, perché sanno di essere anche loro così, imperfetti come le persone che incontrano. E allora usano la fantasia e la creatività per smuovere anche i cuori più duri. Un esempio? Il Coro Gioventù Alpina di Cremona, che ha intonato una personalissima rivisitazione di Happy Days per invitare a donare. Oggi la Fondazione del Banco Alimentare aiuta in Italia oltre un milione e 750mila persone ogni anno. Domani sarà il tempo di bilanci: quante tonnellate raccolte, quanti volontari effettivi. Ma oggi non è il tempo del calcolo. E’ il tempo di guardare questa umanità che fiorisce e dire sì.
Il fotoservizio è di Gianpaolo Guarneri (Foto StudioB12)
Guarda il video della Gioventù Alpina di Cremona
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti