Domenica 26 a Sant'Imerio l'ultimo incontro di "Itinerari alla scoperta dei nostri luoghi di Fede, di Arte e di Storia"
Domenica 26 maggio alle ore 15,00 nella chiesa omonima con la conferenza La chiesa di Sant’Imerio, storie di arte e urbanistica, tra Ottocento e Novecento, relatrice Sonia Tassini, si conclude il progetto dell’Unità pastorale “Sant’Omobono” (Cattedrale – San Pietro – Sant’Imerio), dal titolo Itinerari alla scoperta dei nostri luoghi di Fede, di Arte e di Storia.
L’iniziativa, scandita in cinque tappe da ottobre a maggio, dopo aver presentato in tre incontri la chiesa di San Pietro, ha poi affrontato la lunga storia della chiesa di Sant’Imerio divisa tra due momenti distinti visto che essa fu, sino al 1805, luogo di culto della comunità dei Carmelitani Scalzi, tema trattato in aprile da Mariella Morandi, per diventare, poi, sede parrocchiale al posto della vicina chiesa di San Clemente oggi Santa Maria Maddalena.
Le vicende ottocentesche e novecentesche legate alla nuova funzione parrocchiale raccontano non solo le modifiche architettoniche apportate all’edificio, come la nuova sagrestia e il campanile, ma anche la realizzazione di nuovi arredi come l’altare maggiore, progettato dal fratello di Luigi Voghera, Giovanni, e della decorazione del presbiterio e della navata. Risale, invece, al 1855 il nuovo organo della chiesa, lo stesso su cui inizierà a suonare Amilcare Ponchielli che, appena diplomatosi con il massimo dei voti al Regio Conservatorio di Milano, riprendeva così le orme del padre organista mantenendo questo ruolo in Sant’Imerio sino al 1861 quando divenne direttore della banda di Piacenza. Superata non senza difficoltà la Grande Guerra, durante la quale la chiesa fu requisita dall’autorità militare ed adibita a magazzino di medicinali, gli anni del secondo dopoguerra coincidono con una grande stagione di restauri e si concludono con l’adeguamento ai dettami conciliari dell’area presbiteriale in cui vengono inseriti, nel 1991, l’ambone e il nuovo altare, opere di Mario Toffetti.
A concludere l’incontro un piccolo excursus urbanistico presenterà la travagliata storia dell’apertura, nel 1878, di via Realdo Colombo sulla quale venne realizzato, nel 1910, l’edificio dell’acqua potabile, un bel esempio di architettura novecentesca con interessanti particolari decorativi un po’ insoliti vista la sua destinazione tecnico-industriale.
Per iscrizioni (quota 5,00 € solo adulti) telefonare a don Carlo Rodolfi cell. 339 7310382 o via mail a mauro.felizietti@virgilio.it
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