Domenica biciclettata solidale inclusiva ricordando Osvaldo Marcotti e il 9 giugno presentazione del libro sulla vita dell’Amico Osvy
Domenica 12 maggio partenza alle ore 8.30 con ritrovo a Vidiceto, frazione di Cingia de’ Botti in provincia di Cremona, per lo start della seconda edizione della “Biciclettata Solidale Inclusiva” organizzata dall’Associazione A.M.O. con destinazione Torre de’ Picenardi per una suggestiva visita del parco di Villa Sommi Picenardi accompagnati dal gruppo della Pro Loco torrigiana.
La biciclettata è stata organizzata in totale sicurezza con la collaborazione del Nucleo di Protezione Civile la Golena di San Daniele Po, la Croce Verde che seguirà i partecipanti per tutto il percorso
“A.M.O. è l’acronimo di Osvaldo Marcotti, Osvy per gli amici, ed è proprio per continuare a far vivere gli insegnamenti e lo spirito positivo di affrontare la vita di Osvaldo che noi Amici con l’appoggio della famiglia abbiamo deciso di fondare questo gruppo. Osvaldo era affetto da atrofia muscolare, era diventato ingegnere ed è mancato all’età di quarant’anni, ma nel suo percorso ha lasciato a tutti noi un importante scuola di vita, nonostante le difficoltà causate dalla malattia per lui nulla era impossibile, diceva: perché non lo posso fare?! – ci racconta Luca Rivaroli, amico di Osvaldo e Presidente dell’Associazione - il nostro gruppo opera nei settori di beneficenza ed assistenza socio-sanitaria, tutto portando avanti la filosofia di Osvy. La biciclettata era un desiderio di Osvaldo che siamo riusciti a realizzare. Come?! Attraverso un mezzo un po’ particolare: le ruote di una normale e-bike diventano tre, grazie ad una anteriore che prevede di fatto una sorta di carrellino grazie al quale incastrare perfettamente una carrozzina, un motore elettrico con comandi per poterla guidare. Noi vorremmo regalare lo stesso sorriso, la stessa gioia, la stessa sensazione di libertà anche a chi non può salire su una comune bicicletta, proprio come è stato per Osvy, un modo per abbattere le barriere della disabilità. Oggi A.M.O. possiede due di queste bici speciali, una in comune con la Fondazione Elisabetta Germani di Cingia de’ Botti che è dotata di ulteriori caratteristiche specifiche, una sorta di risciò elettrico, provvisto di una leva speciale per poter caricare la persona posizionandola, in sicurezza, su una sorta di divanetto per poter consentire, però, la impagabile sensazione di libertà di cui tutti abbiamo bisogno. Quest’anno, in occasione della giornata di domenica, abbiamo noleggiato altre bici. Sarà una splendida giornata proprio come avrebbe voluto Osvy”.
Le attività dell’Associazione sono numerose: aiutano persone affette da SMA (Atrofia Muscolare Spinale) o malattie genetiche degenerative contribuendo all’acquisto di beni e presidi medici che possano agevolarli nello svolgimento delle loro attività di formazione, lavoro e vita quotidiana; non solo, organizzano servizi che favoriscano l’iterazione sociale, scolastica, lavorativa e l’autonomia personale, sono di supporto alle famiglie durante le possibili degenze in ospedale o case di cura; svolgono attività di volontariato rivolte a persone disabili e bisognose di assistenza motoria; partecipano e promuovono attività ed eventi volti alla raccolti fondi da destinare all’Associazione; assegnano borse di studio destinate a ragazzi con disabilità e bisognosi di sostegno economico; si occupano di donazioni ai fini della ricerca per malattie genetiche e degenerative. Molte sono le forze che il gruppo degli Amici di Osvaldo ha messo in campo come è possibile verificare sul loro sito https://amosvaldo.org.
Se per chi ha conosciuto Osvy e ha avuto la fortuna ed il piacere di imparare il profondo significato racchiuso nella frase “GRAZIE E SCUSAMI”, parole che solitamente pronunciava dopo che qualche amico gli aveva dato un aiuto, molto ancora resta da fare alla nostra società che, in modo talvolta miope, vive la disabilità solo come una difficile situazione da gestire.
Chi vive la disabilità o chi ha imparato a conoscerla ha subito compreso che la nascita di un figlio disabile o il sopraggiungere di una malattia pone la famiglia difronte alla necessità di riorganizzarsi. Si tratta di un processo non facile ma, se c’è una cosa che ho imparato anche per esperienza personale, è che il come si reagisce a circostanze difficili, sicuramente, fa la differenza ed un altro importante fattore è rappresentato dagli strumenti che la società mette a disposizione per consentire ad una famiglia di riorganizzarsi.
“Dignità è un Paese non distratto di fronte ai problemi quotidiani che le persone con disabilità devono affrontare, e capace di rimuovere gli ostacoli che immotivatamente incontrano nella loro vita”. Parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciate il giorno dell’insediamento, parole che puntano i riflettori sul senso più profondo dell’art.3,2° comma della Costituzione Italiana. Eppure, questa attenzione che dovrebbe essere tutelata dalla nostra stessa legge, spesso, viene dimenticata a causa di resistenze culturali che impongono la sfida “delle differenze”.
Osvaldo era un ragazzo che ha frequentato il Liceo Scientifico Aselli e per chi, come me, ha avuto l’immensa fortuna di averlo come amico per un tratto di vita, ha imparato che la disabilità del corpo era racchiusa solo negli sguardi incapaci di osservare un animo che urlava l’insaziabile desiderio di assaporare la vita, Osvy non era un amico in carrozzella, era un amico che ha insegnato a vivere, non a sopravvivere, Osvy era un ragazzo che sapeva volare.
A giugno uscirà un libro scritto dalla penna e dalla sensibilità di Andrea Sozzi “AMICO OSVY”, la vita vissuta da Osvaldo Marcotti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti