Dopo Renzo Piano (l'ingresso della Fiera) e Ignazio Gardella (Esselunga), un'altra archistar Stefano Boeri progetterà la ristrutturazione della Banca d'Italia
Dopo Renzo Piano (suo il progetto della struttura reticolare del portale d'ingresso della Fiera) e di Ignazio Gardella per la sede dell'Esselunga in via Ghisleri (con lo splendido porticato sul lato del parcheggio di servizio al supermercato su via Rialto), tocca adesso ad un altro architetto di fama internazionale cimentarsi in città su un impegnativo progetto in pieno centro storico: sarà infatti lo studio di Stefano Boeri di Milano a progettare per conto di Findonati la riconversione e la rivalorizzazione della sede della Banca d'Italia su piazza Stradivari. Boeri progetterà sul vecchio edificio sia spazi residenziali che riservati al terziario riservando grande attenzione alla questione ambientale e alla presenza delle parti monumentali.
La Stefano Boeri Architetti ha sede a Milano e uffici a Shangai e a Tirana si dedica dal 1993 alla progettazione e alla ricerca, principalmente in ambito architettonico e urbanistico, ma anche culturale, del design e dell’interior design. La “Molteplicità” è la linea guida che ha orientato in oltre 20 anni un’attività poliedrica e diramata attraverso temi progettuali e geografie urbane e sociali del mondo. Il Bosco Verticale progettato dalla Stefano Boeri Architetti è diventato uno dei simboli di Milano. Lo studio ha poi progettato il piano regolatore di Tirana, la Villa Méditerranée di Marsiglia, la sede del Corriere della Sera, la ristrutturazione della sede Telecom di Roma.
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commenti
Lamonicca
30 novembre 2022 05:24
Non dimenticate Mario Cucinella, altra Archistar che ha progettato l’intervento dell’ ex Casa di Bianco in piazza Stradivari !
michele de crecchio
30 novembre 2022 11:44
Mah! Se indubbie "archistar" come Renzo Piano e Ignazio Gardella hanno certamente lasciato gradevoli ricordi del loro passaggio a Cremona, non poche "archistar", veramente tali o spacciate per tali, hanno, da noi, invece clamorosamente "cannato": temo anche per "supponenza" nei confronti di una città che, per la pessima fama acquisita nel periodo fascista e del secondo dopoguerra, veniva da loro ritenuta disponibile ad "ingurgitare" qualsiasi banalità le venisse proposta. Così avvenne per Cucinella, che gonfiò a dismisura la "Casa di Bianco" (a suo tempo iniziata da Guarneri e ultimata da Zagatti), per la stessa Gae Aulenti (che banalizzò gli interni più prestigiosi del palazzo comunale e ne propose la completa "museificazione", con la conseguenza indiretta di ritardare, per tutto il secondo mandato di Zaffanella, il completamento del polo scolastico nel comparto del vecchio ospedale), così avvenne per Ludovico Migliore progettista della nuova piazza Cavour (oggi Stradivari) che firmò la nuova pavimentazione con una gigantesca "L" e, forse, fu anche progettista della contestatissima pensilina, poi, a furor di popolo, smontata, per non parlare di Kanah che, dopo avere decorosamente recuperato l'edificio, nei pressi di porta Mosa, impropriamente noto come Caserma del Diavolo, si rese responsabile (forse anche per la scarsa collaborazione garantitagli dall'ufficio tecnico comunale) del catastrofico "guasto" urbano che da anni i cremonesi si devono sorbire sul sedime del Supercinema. Personalmente non ho mai compreso le reali ragioni del notevole successo professionale di Boeri, favorito certo dalla buona fama della madre, ottima designer e del fratello, già intelligente presidente dell'INPS. La "trovata" di avvolgere con vegetali i suoi modesti "grattacieli", non mi sembra sufficiente a giustificare la fama di cui gode: mi auguro però, per il bene della nostra città, di sbagliarmi. Resto però del parere che la migliore destinazione della dismessa ed autoritaria sede della Banca d'Italia (efficacemente definita da Eugenio Bettinelli come l'ultimo edificio "fascista" di Cremona, realizzato postumo alla morte di Farinacci) sarebbe quella di nuova sede della Prefettura. Purtroppo, però, il Comune di Cremona ha da tempo abdicato alla sua naturale funzione di "regista" delle trasformazioni urbane che lo interessano e si limita, così almeno a me pare, al ruolo di "facilitatore" di qualsiasi proposta, anche la più perversa, di trasformazione urbana che gli venga sottoposta.
Antonio Cupaiuolo
30 novembre 2022 17:46
L'imitare gli interventi architettonici di pregio in città all'ingresso della fiera e al supermercato Esselunga penso che sia una povera e semplice approssimazione rispetto a tante altre scelte felici e altrettanti progetti di architetti e progettisti più o meno famosi, non citare Giovani Muzio, Carlo cocchia, Marco Albini con Franca Helg e Antonio Piva e i locali Fulvio Melioli e Spartaco Cadioli e tanti altri penso sia un peccato soprattutto perché le due opere citate non possono essere considerate i migliori esempi di due progettisti che hanno lasciato testimonianze più interessanti, forse non a Cremona
michele de crecchio
1 dicembre 2022 14:50
Il termine "archistar" è entrato nell'uso giornalistico solo molto di recente e, per quanto mi pare, non deve essere inteso come un attestato di "qualità", ma, molto più semplicemente (ed anzi, soprattutto), come un banale attestato di "notorietà" e di "effimero successo", non senza un sottinteso e malizioso dubbio che a tale "notorietà" corrisponda anche una effettiva "qualità"!