6 agosto 2025

Due casi inquietanti scuotono il Parmense: sparizione e omicidio a pochi chilometri

Sono estese anche a tutto il Cremonese, e non solo, le ricerche di Jaskaran Singh, giovane 24enne di origine indiana, scomparso da Pieveottoville di Polesine Zibello lo scorso 16 luglio.
Lo zio, con cui vive da un anno in una casa in aperta campagna, d’accordo con i familiari, ha deciso di rivolgersi alla nota trasmissione Rai “Chi l’ha visto?”, e l’appello è stato pubblicato sul sito della trasmissione.
La mattina del 16 luglio, il 24enne è uscito in bicicletta dicendo che sarebbe andato a fare un giro con un amico, ma non è più rientrato. La bicicletta è stata ritrovata nei pressi dell’abitazione dell’amico, in piazza Cesare Battisti a Pieveottoville, con una gomma forata. Il giorno successivo, lo zio ha presentato denuncia di scomparsa ai Carabinieri della stazione di Polesine Zibello, dando così il via alle ricerche.
Al momento della sparizione, Jaskaran Singh indossava un turbante nero, una maglietta a mezze maniche scura, pantaloni neri e scarpe da ginnastica Nike nere. Non aveva con sé i documenti e il telefono risulta spento dal 16 luglio. Non è chiaro se, dopo essere arrivato in piazza Battisti, dove risiede l’amico, si sia allontanato a piedi o a bordo di un mezzo, magari con qualcuno che potrebbe avergli dato un passaggio. Da indiscrezioni, sembra che il suo cellulare – sebbene spento – sia stato agganciato da una cella della zona nella tarda serata dello stesso giorno.
Le ricerche continuano da parte dei Carabinieri della compagnia di Fidenza, in particolare della stazione di Polesine Zibello, insieme alla polizia locale del servizio associato Bassa Ovest. Sono stati ascoltati diversi suoi connazionali e sono state effettuate perlustrazioni sia in campagna che lungo le golene e le rive del Po. Tuttavia, finora non è emerso nulla di concreto, e la scomparsa del giovane resta un mistero. Inevitabilmente, crescono i timori che possa essergli accaduto qualcosa. Le ricerche proseguono anche nel territorio cremonese, data l’estrema vicinanza geografica.
Chiunque dovesse notarlo è pregato di contattare immediatamente i Carabinieri al numero 112.

Nel frattempo, dalla sponda emiliana arriva una notizia che scuote questi giorni di apparente calma estiva.
Oggi i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Parma hanno eseguito un decreto di fermo emesso dal Pubblico Ministero di Parma nei confronti di R.B., cittadino indiano classe 1974, gravemente indiziato di omicidio pluriaggravato nei confronti della madre, G.K., di 70 anni.
Il fermo è giunto al termine di indagini serrate, durate 36 ore ininterrotte e condotte direttamente dal Pubblico Ministero di turno, con il supporto dei Carabinieri del Comando Provinciale di Parma e dei reparti territoriali. Le indagini sono partite a seguito della comunicazione della Direzione Sanitaria dell’ASL di Parma, ricevuta intorno alle 18:30 del 4 agosto, circa il decesso di una donna di Polesine Parmense per “emorragia cerebrale con segni di traumatismo esterno”.
Ricevuta la segnalazione, il magistrato ha attivato immediatamente un articolato dispositivo investigativo composto da personale della stazione dei Carabinieri di Polesine Zibello, dal Nucleo Operativo di Fidenza e dal Nucleo Investigativo di Parma. Il Sostituto Procuratore si è recato personalmente sul posto, assumendo la direzione delle indagini, rivelatasi subito efficace: già nelle prime ore sono state raccolte informazioni decisive, colmando le lacune iniziali.
L’allarme per la salute della donna era stato lanciato alle 8:15 del mattino del 4 agosto, quando un’ambulanza del 118 di Busseto – su richiesta di un familiare, poi identificato nell’odierno indagato – era intervenuta a Polesine Zibello per prestare soccorso alla donna, colpita da un malore in casa. Vista la gravità delle sue condizioni, era stata richiesta anche l’eliambulanza di Parma Soccorso. La donna, già in coma, era stata trasportata all’Ospedale Maggiore di Parma, dove è deceduta nel pomeriggio.
Durante il primo intervento dei soccorritori, non era stato avvisato alcun organo di polizia, motivo per cui le indagini sono partite solo dopo il decesso. Dalle testimonianze dei volontari dell’ambulanza è emerso che la donna presentava segni di trauma pregressi; inoltre, durante l’intervento si era verificato un litigio tra i presenti in casa, sfociato anche in una colluttazione. Un testimone, che non parlava italiano, aveva riferito tramite un conoscente che la donna era stata picchiata.
Secondo il personale sanitario, la donna presentava lividi alla guancia sinistra, agli arti superiori, un occhio nero e un taglio. Alla domanda sull’origine delle lesioni, il figlio – oggi indagato – aveva detto che la madre era caduta due settimane prima. Una TAC effettuata in ospedale aveva evidenziato un’emorragia cerebrale e la perdita di un dente.
I vicini hanno riferito di frequenti liti e urla provenienti dall’abitazione. Da dieci mesi circa, la vittima conviveva con il figlio in via Verdi a Polesine. Secondo quanto raccolto, l’uomo, spesso dedito all’alcol, avrebbe agito con violenza abituale nei confronti della madre, che aveva espresso il desiderio di tornare in India per paura di essere uccisa.
L’ultimo episodio di violenza, che si ritiene causa del decesso, risale al 2 agosto, quando l’indagato avrebbe colpito la madre alla testa, provocandole lesioni risultate fatali due giorni dopo.
Un primo esame esterno del cadavere ha confermato un quadro di lesioni traumatiche multiple, compatibili con l’ipotesi investigativa. L’autopsia, che verrà effettuata a breve, potrà chiarire ulteriori aspetti medico-legali.
Il decreto di fermo è stato emesso per il concreto pericolo di fuga: dopo il decesso, l’indagato ha tentato di fuorviare i soccorritori circa la natura del malore e ha lasciato l’abitazione, allontanandosi dalla provincia di Parma per rifugiarsi presso un conoscente.
A suo carico si ipotizza il reato di omicidio aggravato, commesso in un contesto di maltrattamenti (art. 572 c.p.) e aggravato per essere stato commesso ai danni dell’ascendente. L’indagato, con la richiesta di convalida del fermo, sarà ora messo a disposizione del Gip. In ossequio al principio di presunzione di innocenza, avrà modo di difendersi e fornire eventuali elementi a propria discolpa, prima che il giudice decida sulla convalida e sull’eventuale applicazione di misure cautelari.

Eremita del Po

Paolo Panni


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