Arteassieme, studenti dello IAL e del CPS di Brescia a Palazzo Guazzoni Zaccaria per parlare di arte e salute mentale
Edizione speciale per il progetto Arteassieme, che stamattina ha portato una classe dell’Istituto IAL di Cremona in visita a palazzo Guazzoni Zaccaria. Guidati da utenti volontari e operatori dell’Area riabilitativa della Psichiatria di Cremona, gli studenti hanno riscoperto la storica dimora cremonese, che già nel mese di ottobre è stata protagonista del progetto inclusivo promosso da Asst Cremona , Come Together e Target Turismo . Quest’ultimo appuntamento apre l’iniziativa alle scuole e alle realtà extra-territoriali : o ltre alla classe di Grafica, infatti, hanno partecipato venti utenti e operatori dei Servizi per la Salute mentale del CPS di Brescia .
Tra i presenti, anche Fausto Ruggeri (Come Together Odv), Elena Piccioni (Target Turismo), Elisabetta Larini (dirigente IAL Lodi, Cremona, Mantova), Roberto Pezone ( Responsabile Area Riabilitativa Psichiatria Asst Cremona), Francesco Casali (educatore Asst Cremona) e Stefania Mattioli (Responsabile Comunicazione e relazioni esterne Asst Cremona).
Le guide d’eccezione – ormai esperte e preparate – hanno illustrato con cura le bellezze artistiche e architettoniche dello storico palazzo cremonese. Come nelle precedenti edizioni, l a visita è stata l’occasione per invitare i partecipanti a riflettere sui problemi legati alla salute mentale , attraverso le testimonianze condivise da chi ne soffre. Un modo diverso per contrastare lo stigma che spesso accompagna questo tema, costruendo un ponte tra cultura, formazione e inclusione.
A LEZIONE D'INCLUSIONE
«Questa edizione straordinaria è stata richiesta dall’Istituto IAL», sottolinea Roberto Pezone, Responsabile Area Riabilitativa della Psichiatria. «È un segnale importante: la sensibilizzazione sulle tematiche di salute mentale non è mai sufficiente. Secondo l’OMS , una persona su tre incontra nella sua vita problemi di tipo psichico . L’esperienza di chi ha attraversato questo tipo di problematiche può essere d’aiuto a tutti: allo stesso modo, parlarne in prima persona significa recuperare un ruolo nella società e per sé stessi, con un implicito messaggio di speranza».
«A scuola affrontiamo spesso il tema dell’inclusione – aggiunge la dirigente scolastica Elisabetta Larini – ma quella vera avviene in eventi come questo, e ci piace essere concreti. Non è stata la solita lezione tenuta dai docenti: questo tipo di esperienza e d’incontro può essere di grande aiuto ai nostri ragazzi. Affiancando arte e architettura al tema della salute mentale, consente di osservare la realtà da un altro punto di vista, per parlarne fuori dalle aule e dagli schemi».
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