19 aprile 2023

E dall'archivio spuntano le foto di formazioni di "vecchie glorie" della Cremonese che ne hanno fatto la storia

Poco conta se le maglie non sono tutte uguali ma hanno le strisce verticali posizionate in maniera diversa, ciò che conta sono i colori. Esistono dei valori che raramente possono mutare con il corso degli anni, sono valori legati al mondo dello sport ma anche alla sfera di quella personalità che viene rappresentata in ognuno di noi. Scorrendo alcune fotografie della Us Cremonese che a volte hanno più di 100 anni può capitare, ogni tanto, di riconoscere qualche volto perché non potevi fare a meno di notarlo su vecchi libri o su figurine del passato. Non sempre dovevi fare affidamento alla memoria fotografica perché da bambino e nel corso degli anni, quando bazzicavi tra la scuola e l'oratorio, magari vedevi una persona che faceva da allenatore ai tuoi coetanei su campi a volte improvvisati. Una persona che comunque ti rimaneva impressa nella mente dato che “Ha giocato nella Cremonese”, come ci tenevano a ribadire i tuoi coetanei presentando una sorta di curriculum vitae che non ammetteva riserve; curriculum rafforzato da “Ha segnato 3 gol in serie C” come rilanciavano i più informati quasi convinti che, per osmosi, il fatto di farsi allenare da un ex giocatore della Cremonese li avrebbe portati automaticamente allo Zini contro il Piacenza o il Brescia nei ruoli che allora erano di Chigioni o di Mondonico. Ripensando bene ai quei dialoghi risulta chiaro che il ruolo in campo era relativo, difesa, attacco o portiere, ma era il ruolo come espressione della storia della Us Cremonese che contava, era quella la meta agognata da noi bambini che per alcuni si sarebbe concretizzata.

In alcuni casi da quelle vecchie fotografie compaiono i volti di persone che vedi tutt'ora, magari con qualche capello bianco in più, o che incontri in quei posti che frequenti a volte in maniera altalenante in relazione alle esigenze che la vita quotidiana impone. C'è un senso di tranquilla rappresentanza e piacevole consapevolezza sui volti di quei giocatori che si offrono al fotografo con magliette dotate di strisce verticali disposte in maniera differente, magliette che arrivano magari da stagioni agonistiche diverse o che forse erano quelle a disposizione in casa gestite con il massimo rispetto e dense di ricordi. I baffi però non lasciano alternative, li conosci fin da quando eri piccolo e ti veniva spiegato che, nella Cremonese, lui e altri suoi coetanei ci avevano giocato davvero e che adesso continuavano a vivere quella passione su campi meno frequentati dello Zini. La cosa importante non era il fatto che le magliette fossero diverse ma che appartenevano a quella storia in grigiorosso che da secoli si lega alla città in cui è nata e cresciuta. Poco conta che quel gruppo di ex giocatori provenisse da annate diverse o che, magari, abbia indossato la maglia solo nel percorso durante le giovanili; per tutti il senso comune di appartenenza rimaneva lo stesso, la Us Cremonese. Il curriculum calcistico non aveva importanza in quelle foto, a differenza di quello che mi dicevano i miei coetanei decenni fa aspirando ad un radioso futuro nel calcio, perché quel gruppo di persone si ritrovava indossando determinati colori con orgoglio, a prescindere dai campionati a cui avevano partecipato. Non sono semplicemente “Vecchie glorie”, sono parte della storia della Us Cremonese.

Si ringrazia Sandro Malfasi per la gentile collaborazione.

Nella immagine a colori gli ex giocatori della Cremonese in una partita giocata contro il Piacenza al campo Federale di via Postumia, alcuni cognomi non sono presenti o da confermare.

Da sinistra in alto

Tassi, Guarneri, Zelioli, Farina, Bigio Ravani, Nolli, Guazzi 

Accosciati

il massaggiatore Alfredo Ghidoni, Franzini, Monteverdi, Danilo Ravani

Nella immagine in bianco e nero quadrangolare a Lodi tra Cremonese, Piacenza, Fanfulla e Sant'Angelo Lodigiano

Da sinistra in alto

Zelioli, Villani, Cabrini, Gibellini, Guarneri, Massera, Ravani, Tassi

Accosciati

Ruggeri, Malfasi, Mari, Pirri, Zanetti, Caraffini, Cappelletti.

Marco Bragazzi


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commenti


Renzo galli

19 aprile 2023 17:38

L ultimo in piedi a sinistra mi sembra Babo Nolli