Ed ecco la straordinaria superluna sul fiume Po, uno spettacolo eccezionale grazie alla serata limpida
La superluna di ottobre si è “materializzata”, nella serata di lunedì 6 ottobre, in tutta la sua meravigliosa grandezza e luminosità. Grazie al cielo limpido, ovunque, nelle terre del Po e nel resto del Cremonese, in tanti hanno ammirato e immortalato lo spettacolo, un evento straordinario determinato dal passaggio della Luna piena al perigeo, il punto più vicino alla Terra. Il nostro satellite apparirà ben visibile anche nelle sere successive alla notte tra il 6 ed il 7 ottobre. Questa Superluna, lo si ricorda, è definita “Luna del raccolto”, perché è il fenomeno più vicino all'equinozio di autunno (22-23 settembre quest'anno) e in passato era associato al periodo del raccolto nelle campagne. Ma è conosciuta anche con diversi altri nomi, tra cui Luna del Cacciatore, Luna del Raccolto, Luna Rossa, Luna del Sangue e Luna delle Foglie Cadenti. Nomi che derivano da antiche tradizioni, soprattutto legate alle culture native americane e al periodo autunnale, quando si raccoglievano le scorte di cibo e gli animali diventavano più visibili per i cacciatori nei campi mietuti. “Questa Luna piena – spiega all’Ansa Paolo Volpini dell'Unione Astrofili Italiani (Uai). arriva subito dopo la Notte Internazionale della Luna, che si è tenuta quest'anno il 4 ottobre e che è stata un grande successo, abbiamo avuto oltre 200 adesioni in tutta Italia. Ci permetterà, dunque, di continuare ad ammirare il nostro satellite, in attesa della vera Superluna di novembre. Inoltre - aggiunge Volpini - sarà anche l'occasione per capire qual è Saturno: nella notte tra 5 e 6 ottobre il pianeta si è trovato in congiunzione con la Luna e perciò è ancora molto vicino ad essa". La superluna appare circa il 6% più grande e un po' più luminosa ma, come afferma l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile scientifico del Virtual Telescope Project, solo un osservatore molto esperto riuscirà a cogliere la piccola differenza con una normale Luna piena. Il Virtual Telescope trasmetterà in ogni caso l'evento in diretta streaming sul suo sito, a partire dalle ore 05,00, grazie agli strumenti installati a Manciano, in provincia di Grosseto, sotto il cielo più buio dell'Italia peninsulare. Durante la diretta verranno anche mostrate alcune straordinarie immagini di repertorio, che immortalano il satellite su alcuni dei più celebri monumenti di Roma. Uno spettacolo che, per altro, avviene in una data ricca di significato, Infatti esattamente trent’anni fa avveniva la scoperta del primo pianeta esterno al Sistema Solare. Un gigante simile a Giove e caldissimo per la vicinanza alla sua stella, chiamata 51 Pegasi e simile al nostro Sole: questo l'identikit del primo pianeta scoperto al di fuori del Sistema Solare. L'annuncio era stato dato in Italia il 6 ottobre 1995, durante un congresso internazionale di astronomia a Firenze, da Michel Mayor che allora aveva 53 anni e Didier Queloz, che ne aveva 29, entrambi dell'osservatorio di Ginevra. un mese più tardi la scoperta era pubblicata sulla rivista Nature e ancora prima era arrivata la conferma da due osservatori americani. Per la prima volta si alzava il sipario su un universo popolato da un numero indefinito di altri sistemi planetari. Per quella scoperta rivoluzionaria e di assoluta rilevanza Mayor e Queloz nel 2019 sono stati premiati con il Nobel per la Fisica. Non avevano visto direttamente il pianeta, chiamato 51 Pegasi b, ma la sua esistenza era stata rivelata dalla tecnica della velocità radiale, che i due avevano messo a punto e che misura l'effetto esercitato dalla gravità del pianeta sulla stella. Una prima allerta sulla scoperta di un esopianeta c'era stata in realtà nel luglio 1991, quando due astronomi dell'università di Manchester avevano rilevato indizi della presenza di un pianeta attorno alla pulsar chiamata 1829-10, ma per la comunità scientifica non era la stessa cosa: una pulsar è quello che resta di una stella che ha ormai completato il suo ciclo vitale, mentre 51 Pegasi era una stella viva. Ancora prima, nel 1989, era stato scoperto il pianeta HD 114762 b, a lungo considerato il primo esopianeta scoperto e che in seguito non è risultato essere un pianeta. Negli anni uno schieramento di telescopi e radiotelescopi basati a Terra e nello spazio ha permesso di scoprire interi sistemi planetari alieni, di individuare pianeti dalle caratteristiche più diverse. Poi le osservazioni anno superato i confini della nostra galassia e nell'ottobre 2021 è stato intravisto il primo pianeta esterno alla Via Lattea. Chiamato M51-1, è stato individuato grazie a una nuova tecnica basata sui raggi X, ha le dimensioni di Saturno e si trova a 28 milioni di anni luce dalla Terra, nella galassia Messier 51. E' stato un crescendo di scoperte tanto che, nel settembre 2025, la Nasa ha annunciato che il numero degli esopianeti noti ha superato 6.000 e che altri 8.000 sono in attesa del riconoscimento ufficiale. All'inizio l'elenco dei mondi alieni si è arricchito lentamente, ma poi ha cominciato ad allungarsi rapidamente. Nei primi tempi comprendeva soprattutto giganti gassosi con masse superiori a quella di Giove, proprio come 51 Pegasi b, ma con il tempo gli strumenti di osservazione sono diventati più raffinati e hanno permesso anche di individuare pianeti rocciosi, di dimensioni confrontabili a quelle della Terra, chiamati Superterre. Particolarmente attesi dalla comunità scientifica sono la missione Plato dell'Agenzia Spaziale Europea e l'osservatorio FlyEye, sempre dell'Esa e la cui realizzazione è prevista in Sicilia, sul Monte Mufara. La nuova scommessa degli astronomi è riuscire a osservare l'atmosfera degli esopianeti per studiarne la composizione, in cerca di eventuali tracce di vita.
Eremita del Po
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