Energia, Arvedi acquista pagine sui principali quotidiani italiani. Il maxi annuncio: «In Italia si paga troppo, il doppio degli altri paesi UE». «Sbagliato il meccanismo di formazione del prezzo»
"Perché l'italia paga l'energia il doppio degli altri paesi Ue?". La domanda campeggia a tutta pagina nell'inserzione acquistata dall'acciaieria Arvedi sui maggiori quotidiani italiani. Arvedi nelle pagine spiega che alla formazione del prezzo dell'energia "addebitato in bolletta concorre anche l'ammontare del costo delle quote di co2 non dovuto, quando il produttore fornisce energia solare, eolica o idrica". Inoltre - denuncia l'impresa - il prezzo dell'energia viene calcolato e addebitato con riferimento ai costi della centrale a gas meno performante, e non con la media delle altri centrali a gas idroelettriche, solari ed eoliche. Abbiamo il dovere e la responsabilità - conclude l'annuncio - di difendere il posti di lavoro dei nostri lavoratori".
Quella del gruppo Arvedi è una iniziativa clamorosa che vuole attirare l'attenzione sui costi proibitivi dell'energia. Un grido d'allarme già lanciato da Assolombarda che aveva denunciato aumenti del 50% sul prezzo medio rispetto a un anno fa, con il costo di un chilovattora schizzato a 150 euro negli ultimi giorni. Impossibile competere con l'estero - affermano gli industriali.
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commenti
Manuel
21 gennaio 2025 20:42
Sta a vedere che qualcosina sta cambiando...
Nella narrazione degli ultimi quarant’anni, la colpa sarebbe degli ambientalisti. Citateli, denigrateli per qualsiasi nefandezza, ma non togliete loro ogni responsabilità all’improvviso: come si sa, la dipendenza non può essere allontanata di botto.
Angelo
22 gennaio 2025 07:28
Confermo che ha perfettamente ragione è un danno per tutti anche per l'industria e artigianato che danno lavoro e prodotti,,,
Adriano
22 gennaio 2025 09:21
Arvedi ha perfettamente ragione Qui tutto e' più caro Siamo un povero paese mal governato da ignoranti e incompetenti
Andrea
22 gennaio 2025 12:44
Come dare torto al Sig. Arvedi. Siamo governati da una massa di cialtroni
Cattaneo Rino
22 gennaio 2025 10:34
Finalmente!!! E' quello che avrebbe dovuto fare il Governo sollecitato dalla Opposizione.
harry
22 gennaio 2025 11:30
Il costo del chilowattora schizzato a 150 euro mi sembra eccessivo, forse si tratta di megawattora. Nella mia ultima bolletta dell'energia elettrica consumata, il costo del chilowattora è di 0,283 euro. Se fosse fondata l'affermazione che ho fatto, il cittadino comune paga circa il doppio.
Ma, forse, l'aumento descritto nell'articolo vale solo per l'industria.
Alessandro
22 gennaio 2025 13:07
Manca il disaccoppiamento tra il prezzo dell'energia da fER rispetto alle fonti programmabili e disponibili (gas). Tecnicamente è fattibile ma per le FER manca la programmabilità (che serve a formare il prezzo d'offerta su base oraria). Sarebbe come fare il prezzo di una merce (l'energia elettrica) senza conoscerne l'effettiva disponibilità sul mercato (proprio perchè non programmabile). Come dire che il pane domani costerà X €/kg senza sapere se domani sarà disponibile per tutti. Si sgisce in due modi: promuovendo le FER perchè diventino davvero diffuse ed abbinandole ai sistemi d'accumulo (ci vorranno anni e anni) e "inserendo" nuove fonti primarie alternative al gas e possibilmente meno impattanti/climalteranti ovvero il nucleare. Tra le righe leggete questo perchè gli impianti termonucleari SMR (modulari da 300MWe cad.) serviranno proprio a questo: supportare le aziende energivore in forma di "autoproduzione".
Manuel
22 gennaio 2025 14:56
Provo a chiedere spiegazioni perché ciò che hai scritto potrebbe rivelarsi ostico da comprendere, per me.
Tu spieghi che il prezzo dell’energia è volubile poiché non si conoscono le capacità di produzione e/o stoccaggio.
Se intuisco bene dobbiamo, cittadini ed imprese, sopportare un balzello adesso per sostenere, col “piccolo nucleare”, le aziende energivore domani?
Alessandro
22 gennaio 2025 17:37
mi riferisco al prezzo dell'energia da FER (rinnovabili). Oggi è associato al prezzo del gas perchè le FER non sono programmabili (dipendono da vento, sole, acqua che non sono prevedibili ora per ora). Anche se le rinnovabili hanno priorità di dispacciamento ed incentivi che le rendono care in bolletta per tutti i consumatori, per suddetto motivo (non programmabilità) devi comunque tenere accese le cenrali a gas (turbogas) perchè in caso la richiesta di energia sia superiore all'offerta, queste centrsli devoon entrare in parallelo velocemente alla rete per immettere l'energia mancante. Un domani con gli accumuli elettrochimici e/o nuovi bacini idroelettrici si potranno rendere programmabili anche le FER ma oggi non è possibile. Ecco perchè ci dovremo "succhiare" il nucleare come fonte di approvvigionamento programmabile ed a zero emissioni (non zero prolemi... zero emissioni CO2..). ho provato a spiegare meglio...
Manuel
23 gennaio 2025 18:02
Grazie. Spiegato ancor meglio.
Danilo
22 gennaio 2025 13:40
Era ora che si svegliasse qualche industriale produttore che abbia a cuore questa povera Italia di dementi
.
Luigi Mario Ianni
22 gennaio 2025 14:46
Arvedi dice il vero, la nostra classe politica miope ha deciso che in Italia non si deve più produrre, follia
Il Tarlo
22 gennaio 2025 16:20
Nulla si fa solo perché una mattina ci si sveglia con la luna storta.
Questo è l’ennesimo passo di un disegno scritto mesi fa, che coinvolge tutti i livelli. E l’obiettivo è solo uno: modificare il pensiero popolare che portò all’abolizione del nucleare in Italia e rendere “inevitabile” un suo reimpiego,soprattutto a servizio delle grandi industrie energivore.
Basta leggere le dichiarazioni degli ultimi due/tre mesi di vari esponenti (anche venuti a cremona) per capire che la strada è già delineata e questo è solo un ulteriore passo avanti ….
Bentornato nucleare, benvenuto a cremona!