6 dicembre 2023

Ex Banca d'Italia, si demolisce il tetto. Si discute ancora con il Comune il progetto per la chiusura del portico con vetrate. I lavori dovrebbero concludersi entro dicembre 2024

Procedono a spron battuto i lavori di riqualificazione dell’ex Banca d’Italia, in vista della consegna dell’immobile prevista entro dicembre 2024. In questi giorni è stata completata la messa in opera dell’impalcatura lungo le due fronti dell’edificio per consentire la rimozione del tetto e successivamente la pulitura della facciata. Nei prossimi giorni sui ponteggi deverranno posizionati teli pubblicitari e i render del progetto “Palazzo Corte Verdi“, come si chiamerà il nuovo edificio residenziale, progettato dallo studio Stefano Boeri Architetti su incarico del committente Findonati.  Con la rimozione del tetto, mantenendo invariata la massima altezza di colmo e intervenendo solo sull’inclinazione della copertura a falde, il progetto ricava un ulteriore piano abitabile, per un totale di cinque piani fuori terra, di cui quattro vengono adibiti a residenza libera. A delimitazione dell’edificio attuale, sulla sommità, un imponente cornicione di copertura corona tutte le facciate e descrive il perimetro della copertura a falda. Il progetto propone il mantenimento della loggia attuale e del cornicione che la sormonta, ma prevede il ridisegno della geometria della falda esistente attraverso l’inserimento di sistemi di schermatura delle terrazze, nell’ottica di una complessiva conservazione dell’immagine dell’edificio nella sua solidità e integrità. Inoltre il progetto di copertura prevede di rivestirne la superficie con pannelli fotovoltaici il cui colore è stato appositamente campionato a partire dalle pre-esistenze del contesto, sempre per favorire l’integrazione all’interno del centro storico. Allo stesso tempo, la superficie fotovoltaica è in grado di coprire il 50%del fabbisogno energetico dell’edificio, nell’ottica dell’attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale. Le facciate esterne, rivestite da lastre di grandi dimensioni in pietra rosa, vengono interamente conservate; sui prospetti esterni gli interventi prevedono la valorizzazione della verticalità delle bucature e delle strombature che ornano le finestre esistenti.

Per quanto riguarda invece l’altra soluzione progettuale che originariamente prevedeva di chiudere con vetrate il porticato verso piazza Stradivari, in modo da sfruttarne la potenzialità per attività pubbliche e semi-pubbliche e come spazio fruibile dalla città, si sta sviluppando ancora la discussione con il Comune. Infatti la gestione di questo spazio prevede un’organizzazione e costi che il Comune attualmente non può assumersi, per cui l’amministrazione ha chiesto la possibilità di effettuare un sondaggio che possa individuare un’attività disposta a prendere in gestione il porticato, subordinandone la sua chiusura all’individuazione di questa forma di collaborazione. 

fotoservizio Gianpaolo Guarneri-Studio B12


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commenti


michele de Crecchioo

6 dicembre 2023 19:08

Il monumentale edificio che fu sede della Banca d'Italia venne, anni orsono, felicemente definito dal concittadino architetto Eugenio Bettinelli come "l'ultimo edificio fascista" realizzato a Cremona, sia pure postumo rispetto alla caduta del relativo regime, ma seguendone pedissequamente l'impostazione retorico- speculativa data dal duo "Farinacci-Mori" che aveva a suo tempo monopolizzato l'edilizia cittadina.
Progettista del monumentale edificio fu, nel secondo dopoguerra, l'architetto Vagnetti, ottimo disegnatore, che presentò, in prospettiva, ben sette (!) soluzioni alternative per la facciata. La Commissione Artistico Edilizia, gliene fece però disegnare e realizzare una ottava!
Il non entusiasmante progetto "neomedioevale" realizzato è, a mio parere, un episodio minore di quei tentativi che, negli anni sessanta, cercando di richiamare le tradizioni architettoniche del territorio interessato, non pochi architetti italiani fecero, cercando di superare sia la retorica monumentale dello stile "littorio" che la freddezza intellettuale di quello "razionalista" che, fino ad allora si erano contesi le più ambiziose nuove costruzioni. Ben meglio fecero, pur operando nella stessa direzione, altri ottimi architetti italiani come, per citarne solo due che operarono, sia pure in tempi successivi anche nella nostra città, Albini e Gardella.
Nel caso della riforma della Banca d'Italia il committente ha pensato, forse, di ottenere un progetto migliore, incaricando del progetto un noto "archistar" milanese. Conosco solo superficialmente il progetto in corso di realizzazione, ma credo ripeta, sia pure con qualche spolveratina di novità esecutive, le solite banalità tese a sfruttare al massimo le potenzialità commerciali dell'edificio preesistente (gonfiamento delle coperture e delle superfici di utilizzo ecc.).
Quello che, personalmente, non riesco proprio ad approvare è, invece, la trasformazione in negozio (chiuso con vetrate) del grande porticato, da sempre aperto al pubblico passaggio, esistente al piano terreno. Operazioni di questo tipo, fatte a carico di superfici da tempo immemorabile aperte al pubblico passaggio, non sono purtroppo nuove per il permissivo nuovo corso di "deregulation urbanistica" recentemente adottato in materia dall'ultima amministrazione comunale e dubito della loro legittimità. Proprio il compianto Mario Coppetti, già a lungo attento responsabile dell'urbanistica cittadina, mi telefonò scandalizzato, pochi mesi prima di terminare la sua lunga e meritoria vita, avendo notato la chiusura, ad uso commerciale privato, di una cospicua porzione della galleria, parallela al corso Campi e sottostante all'edificio che sorge in angolo tra corso Campi e via Virgilio. Sono infatti da sempre convinto che la migliore utilizzazione del portico sottostante all'edificio ex Banca d'Italia sia quella mista di percorso pedonale coperto e di comodissimo parcheggio, anch'esso coperto, per biciclette! A suo tempo ricordo che la direzione della Banca d'Italia si opponeva a tale ovvio utilizzo, in più occasioni propostogli dal Comune, adducendo opinabili ragioni di sicurezza e, persino, di decoro! Constatare che l'attuale amministrazione coltiva, relativamente a tale porticato, intenzioni diametralmente opposte, è davvero sconfortante!

Valentina

8 dicembre 2023 10:05

Lasciare il porticato è democratico ,(tutti possono usufruirne in egual misura...peccato che per l'ennesima volta questa amministrazione si dimostri non democratica !