20 agosto 2023

Ex Politeama all'asta, il recupero di Carboni porterebbe una sala da 426 posti. E l'architetto Palù ne aveva progettato la biblioteca della musica

Sta suscitando discussioni tra i cittadini (con il solito silenzio di chi ci amministra) la possibilità di riaprire lo spazio dell'ex teatro Politeama che andrà all'asta giudiziaria il prossimo 5 ottobre al prezzo di 384mila euro. Curiosità per il progetto di recupero del teatro dell'architetto Sergio Carboni che l'architetto Massimo Terzi conservava nelle sue carte. Il progetto è del 1993 e, in sostanza, riprendeva una analoga idea dell'architetto Gentilini, quando il Comune sembrava intenzionato a realizzarne il recupero. Il progetto prevedeva la destinazione a teatro con 426 posti a sedere di cui 318 in platea e 108 nel primo oridne di palchi. Carboni ovviamente prevedeva il ripristino delle decorazioni e dei gessi (nel foyer e nella platea), soprattutto i fregi con le figure che erano stati rimossi e pare conservati. L'architetto prevedeva una perizia specialistrica fonometrica per la verifica dell'aspetto acustico per l'adozione di materiali specifici così da garntire il perfetto isolamento degli appartamenti ricavati negli spazi dei palchetti dell'ex teatro. La destinazione doveva essere a sala polivalente (teatro, musica, sale conferenze). 

Esiste un altro progetto, realizzato dall'architetto Giorgio Palù una decina di anni fa su indicazione del Cavalier Giovanni Arvedi, quando si sognava di dotare il Museo del Violino (che stava nascendo a Palazzo dell'Arte) di una biblioteca della musica. Si studiò la realizzazione verticale con una scala centrale e le sezioni delle biblioteca ai diversi piani fino a raggiungere il cupolone del Politeama.  

Certo il teatro Politeama non è più quello di un tempo. Ma i cremonesi hanno sempre sognato la presenza di un teatro popolare che facesse concorrenza al Ponchielli. La mattina del 9 dicembre 1896, un enorme incendio divorò il teatro Ricci, il teatro popolare di Cremona costruito interamente in legno. Un rogo enorme ed impressionante. La città non poteva stare senza un teatro popolare che facesse concorrenza al teatro Concordia, poi diventato Ponchielli. I cremonesi diedero così vita ad una società con alla testa Ettore Sacchi e subito ricostruirono un nuovo teatro al posto del vecchio Ricci. Nacque così in pochi mesi il magnifico teatro Politeama tra via Cesare Battisti e via Arisi, a venti metri da corso Campi. Un gioiello fatto di stucchi, palchetti e pitture, uno scrigno disegnato dall'architetto Sfondrini, uno specialista del settore che aveva già realizzato lo Storchi di Modena. Questa era la Cremona dell'Ottocento quando l'arte, la cultura, il buongusto lo spettacolo erano di casa in città. L'esordio avvenne con la Boheme di Puccini, quasi una prima nazionale. Altri tempi, altri uomini, altra cultura.

Purtroppo come dimostrano le foto, così è ridotto il Politeama, il teatro dei cremonesi che faceva invidia al Ponchielli anche perchè le compagnie di giro più importanti passavano di qui saltando il teatro principale. Opere liriche, concerti, spettacoli da circo, persino incontri di boxe si facevano nella vecchia struttura. Infine il cinema e poi la chiusura e il declino. E quella idea sciagurata diun recupero utilizzando una legge regionale, togliendo al teatro gli spazi dei palchetti, le gallerie, parte del palcoscenico, i locali accessori per farci appartamenti. Un disastro. E' così rimasto il matitone centrale con la splendida cupola rifatta in vetro (non più in rame), la platea, un misero palcoscenico, il foyer e la prima fila di palchi. Sparite tutte le decorazioni, i gessi, gli arredi, il sipario dipinto da Antonio Rizzi. L Davvero la città non può scommettere sulla rinascita di un simile spazio? Per farne un archivio, una sala per esposizioni e mostre, una galleria, una sala concerti. Cremona, se ci sei batti un colpo per salvare quel che resta di questo teatro. Esci dalla indifferenza, come hanno fatto i nostri antenati 130 anni fa battendo il fuoco distruttore. 



 


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commenti


Daniele

20 agosto 2023 10:01

Inutile fare posti a sedere, Cremona non è fatte per queste cose, causa la mentalità dei suoi abitanti.
Se si volesse riempire questi posti bisognerebbe esporre i calzini dei giocatori della cremonese, le magliette sudate, i palloni presi a calci, allora si che correrebbero a frotte, peggio dei peggiori feticisti del calcio.
Si raggiungerebbe poi l'apoteosi di presenze se si esponessero i vestiti usati da Chiara Ferragnez.

Country Gentleman

20 agosto 2023 10:22

Questa era la Cremona dell'Ottocento quando l'arte, la cultura, il buongusto e lo spettacolo erano di casa in città. Poi però hanno ricevuto lo sfratto...

Galliano Bontardelli

20 agosto 2023 11:41

Il progetto dell’architetto Palu’ su indicazione del cav. Arvedi sarebbe certamente uno splendido completamento del Museo del Violino, orgoglio culturale cremonese e sicuramente polo attrattivo turistico.

Francesco

24 agosto 2023 07:22

Pienamente d’ accordo.

Alessandro

20 agosto 2023 17:14

Ormai sono decenni che questi non sono più considerati “investimenti “, le persone sono disabituate alla cultura come slancio verso il futuro.. si vive solo il presente ristretto all’oggi e al se. Meglio una nuova speculazione immobiliare.. questa è Cremona oggi