29 gennaio 2025

Fondazione Busi di Casalmaggiore aumenta la retta giornaliera di un euro e cinquanta. FP-SPI CGIL non ci sta e rincara la dose

Luca Dall'Asta, Segretario Generale FP CGIL Cremona, e Palmiro Crotti, di SPI CGIL Cremona, rincarano la dose. Nel mirino dei sindacati l'aumento di un euro e cinquanta del costo giornaliero della Fondazione Conte Carlo Busi di Casalmaggiore:

"L'aumento delle rette alla Fondazione Conte Carlo Busi di Casalmaggiore non è solo una scelta discutibile, ma profondamente ingiusta, oltre ad essere l'ennesimo rincaro negli ultimi anni, che non può essere ricondotto a logiche prettamente statistiche. In un contesto socio-economico già difficile per molte famiglie, si colpisce ancora una volta chi ha più bisogno, mentre la dignità del lavoro nel settore socio-sanitario continua a essere messa a rischio e a dura prova, con interventi insufficienti anche sul fronte dell'attrattività per le professioni di cura.

Giustificare questi aumenti con il rinnovo dei contratti nazionali è una semplificazione inaccettabile. Gli adeguamenti contrattuali non sono un'opzione, ma un atto dovuto per garantire condizioni di lavoro migliori. Dietro ogni ora di assistenza c'è un'operatrice, un operatore che, con competenza e dedizione, assicura il benessere degli ospiti. Dire che le rette aumentano a causa dei contratti significa ignorare la realtà del lavoro di cura, fatto da persone per le persone, negare la funzione di quello che è, a tutti gli effetti, un servizio pubblico. Significa anche negare che il costo della vita sia aumentato per tutti, compreso il personale del settore. E significa, soprattutto, ammettere che la programmazione economico-finanziaria della Fondazione non ha mai realmente considerato il rinnovo dei contratti come una voce strutturale di bilancio.

Non possiamo accettare che, mentre Regione Lombardia ha recentemente stanziato risorse proprio per supportare i costi crescenti del settore, la Fondazione scelga di scaricare il peso di queste spese direttamente sulle famiglie. È una decisione miope e inadeguata nella gestione dei servizi alla persona, oltre a rappresentare una strumentalizzazione, forse per nascondere come stanno davvero le cose.

Da anni denunciamo come certe decisioni politiche e gestionali abbiano impoverito le condizioni di lavoro e compromesso la qualità dell'assistenza. Il rinnovo del CCNL Uneba, ad esempio, è arrivato solo dopo cinque anni di lotte e sacrifici, mentre nel frattempo le RSA applicavano contratti peggiorativi per risparmiare, negando un contratto unico di settore e lasciando ancora evidenti le disparità con colleghi e colleghe della Sanità Pubblica. Ora, dopo aver scelto per anni il massimo ribasso, si pretende che siano gli ospiti e i loro familiari a pagare il conto di scelte mancate.

Affermare che l'aumento delle rette è legato anche a politiche assunzionali di personale assistenziale è uno specchietto per le allodole. Il personale è necessario e inevitabile per garantire l'elevato turn-over, il rispetto di diritti di base come la fruizione delle ferie e, soprattutto, per rispondere agli standard di accreditamento e qualità del servizio, con bisogni di salute della popolazione sempre maggiori e complessi. Assumere personale non è una scelta discrezionale, ma una necessità per mantenere in piedi il sistema di cura.

Le famiglie meritano trasparenza e rispetto, non lettere in cui si giustificano aumenti come se fossero inevitabili. La cura degli anziani non può diventare un lusso né una semplice voce di bilancio da ritoccare arbitrariamente.

FP-SPI CGIL Cremona chiedono con forza che la Fondazione riveda questa decisione, apra un vero confronto con tutte le parti sociali e si assuma finalmente la responsabilità delle proprie scelte economiche e gestionali. Non accetteremo che ancora una volta si cerchi di mettere le lavoratrici e i lavoratori contro le famiglie, come se fossero un problema gli uni per gli altri. La verità è che le risorse, quando si vuole, ci sono. La verità è che la qualità dell'assistenza si costruisce con scelte responsabili, non con aumenti imposti e scaricati sui più deboli".


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