1 febbraio 2025

Fondazione Redentore 2.0 con i lavori di rifacimento della struttura. 35 milioni di euro e un anno di cantiere per adeguamento sismico ed energetico. A maggio saranno svelate nuove aree mai utilizzate

Sono in corso i lavori che daranno un volto totalmente nuovo alla Fondazione Opera Pia Santissimo Redentore Onlus di Castelverde, non tanto dal punto di vista estetico, che secondo le direttive della soprintendenza rimarrà pressoché invariato, ma dal punto di vista strutturale ed energetico. I ponteggi sono stati posizionati lo scorso maggio, e i lavori sono iniziati ad agosto. Un’occasione colta al balzo dalla Fondazione, che grazie al Superbonus del 110% è riuscita ad avviare un cantiere che trasformerà la struttura in una vera e propria Fondazione 2.0.

Si tratta infatti di una serie di lavori che interessano soprattutto il comparto strutturale ed energetico della Fondazione. Lana di roccia come isolante termico per mantenere le stanze fresche in estate e caldo in inverno, sostegni e rinforzi per garantire resistenza alle sollecitazioni che le scosse di terremoto generano, pannelli solari che produrranno energia, a loro volta posizionati sui tetti che verranno adattati ad accogliere i nuovi impianti. Un significativo passo avanti per la Fondazione, che nei mesi precedenti si è anche unita alle Comunità Energetiche promosse dalla Diocesi di Cremona, entrando di fatto a far parte di quei soci fondatori che non solo condivideranno l’energia prodotta, ma che la venderanno a prezzi convenienti agli altri membri della comunità. 

Gli infissi sono già stati posizionati in gran parte della struttura, e “i lavori continuano celermente e con precisione - ha spiegato don Claudio Rasoli, presidente della Fondazione Redentore -. Stiamo lavorando anche sull’asilo e sul centro diurno, l’aspetto più laborioso riguarda la palazzina al centro dell’Opera Pia, da molti anni in disuso, diventerà il cuore pulsante della struttura, non solo per posizione ma anche per funzione”. Insomma, un vero e proprio restiling degli ambienti, come nel caso della palazzina citata dal Presidente, che da deposito si trasformerà in un luogo di incontro e svago nel quale i parenti potranno incontrare i loro famigliari, e che più in generale verrà utilizzata come sala polivalente, all’interno della quale le già numerose attività organizzate dalla Fondazione potranno trovare uno spazio adatto e congeniale alle necessità.

Vista dall’esterno la Fondazione appare proprio come se fosse “impacchettata” nell’impalcatura, infatti quello che il prossimo maggio verrà mostrato alla comunità è un vero e proprio regalo. “Il consiglio di amministrazione punta molto sull’apertura verso il territorio - ha spiegato don Claudio -. Il nostro slogan è ‘la Fondazione nel paese e il paese nella Fondazione”, l’idea è la questo luogo diventi luogo di scambio, condivisone e vita attiva non solo per gli ospiti, ma per tutto il territorio. La nostra è un’opera di carità, e come tale vive anche della carità dei benefattori, ma aprirsi al territorio significa anche far sentire i nostri ospiti come parte integrante del testo sociale, una cosa sulla quale noi puntiamo molto”.

I lavori sulla Fondazione, il cui termine è preventivato per questo maggio (anche se aprile sembra più probabile, visto il buono stato in cui versano i lavori), segnano un cambiamento significativo della struttura, che grazie ai nuovi spazi sarà in grado di migliorare il servizio, non solo interno, ma anche esterno. Le nuove cucine permetteranno una produzione maggiore e più efficiente dei pasti che vengono poi distribuiti anche fuori dalla Fondazione, mentre la sistemazione del parco, fiore all’occhiello della struttura, permetterà di organizzare eventi più grandi in collaborazione con le associali territoriali e la Pro Loco. 

Il costo complessivo dei lavori si aggira intorno ai 35 milioni di euro, cifra completamente coperta dal Superbonus del 110%. “L’unica spesa che la Fondazione dovrà affrontare - ha precisato don Rasoli - è quella per i nuovi arredamenti, che non vengono conteggiati all’interno del Superbonus”.

Luca Marca


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