31 agosto 2023

Francesco Borgonovo, vice direttore de “La Verità”, all'oratorio di Soncino il 4 settembre per parlare della manipolazione dell’informazione

La festa dell’oratorio di Soncino, che inizierà il prossimo venerdì primo settembre, per concludersi domenica 10 settembre con il saluto a don Massimo Cortellazzi - oltre a numerosi giochi  e intrattenimenti per bambini e ragazzi, momenti di preghiera e di formazione spirituale e buona cucina nei fine settimana- dedicherà una serata al tema della comunicazione, in particolare al grande problema della manipolazione della dell’informazione.

La sera di lunedì 4 settembre, infatti, presso il cortile dell’oratorio San Paolo di via Borgo Sera, il vicedirettore del quotidiano La Verità, Francesco Borgonovo, terrà un incontro di approfondimento dal titolo “Alla radice della narrazione: la manipolazione dell’informazione”

La scelta del tema, come spiegano gli organizzatori in una nota, parte da una domanda e da un’esigenza di fondo, che accomuna tutti i cittadini ma soprattutto i giovani che sono continuamente bersagliati da informazioni di ogni genere: come districarsi nel grande mare della comunicazione? Quando una notizia può essere considerata vera? Qual e il ruolo dei cosiddetti “fact checkers” che si arrogano il diritto di stabilire cosa sia vero e cosa no, rispetto alle innumerevoli notizie che ogni giorno vengono riportate sui social? Come distinguere la verità dalle narrazioni che, in maniera sempre più stringente, vengono create ad arte per condizionare l’opinione pubblica?

Dal tema del Covid a quello della guerra in Ucraina, dal tema del clima a quello dei diritti civili, per fare degli esempi, abbiamo assistito ad una tempesta di informazioni e di narrazioni spesso contraddittorie o presto smentite dai fatti concreti o da fonti di informazione “non convenzionali”. Per non parlare dell’arbitraria censura che colpisce i contenuti espressi sui social, spesso motivata dall’ideologia dominante più che da una genuina ricerca della verità o del buon senso. 

La creazione di un linguaggio considerato “inclusivo” (dalla messa al bando di parole di uso comune non più ritenute politicamente corrette, all’uso degli asterischi per non riferirsi più ai diversi generi, maschile e femminile) non solo limita la libertà di espressione delle persone (oltre che dei giornalisti), ma sta progressivamente plasmando la mente soprattutto delle giovani generazioni. 

La propaganda è anche un mezzo per raccontare le guerre da un solo punto di vista, o per indurre i cittadini a cambiare le proprie abitudini di vita, per adeguarsi ai dettami di quel pensiero unico che sembra sempre di più il frutto di una cabina di regia globale, in cui i maggiori detentori del potere economico e finanziario finiscono per indirizzare la comunicazione, oltre che le decisioni stesse dei diversi Paesi, solo in apparenza sovrani. 

Vale la pena ricordare anche il recentissimo regolamento dell’Unione europea che prevede forme di controllo sempre più stringenti, in capo alle piattaforme online più diffuse nel mondo, per ciò che riguarda i contenuti pubblicati. A tutela dell’utente o per finalità di controllo e censura rispetto a informazioni o contenuti non omologati e non politicamente corretti rispetto al mainstream ? Chissà, ma visto come va il mondo è lecito manifestare delle perplessità. 

Solo un cittadino attento può sfuggire alla trappola della costruzione ad arte delle notizie, un cittadinoconsapevole, che tiene la mente allenata e gli occhi aperti sul mondo che lo circonda. 

Appuntamento allora al 4 settembre, alle ore 20:30, per riflettere insieme a uno dei giornalisti di punta del giornalismo non omologato al sistema, su quali insidie e quali fini si nascondono dietro un modo di fare comunicazione che, anziché informare, molto spesso condiziona, strumentalizza, manipola le menti.

Cristina Cappellini


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