28 febbraio 2023

I giardini pubblici di Piazza Roma sempre più fatiscenti. Escrementi sulla tomba di Stradivari, rifiuti nelle aiuole, acciottolato e calcestre. E' questo il nostro biglietto da visita?

Giudicate voi se questo può essere il biglietto da visita di una città che vuole definirsi civile. Una città che, come documentano le foto di Gianpaolo Guarneri,  lascia in queste condizioni l’unico giardino storico del centro storico, che non ha alcun rispetto per la memoria di cui è portatore, che lascia coperta di escrementi l’unica testimonianza della tomba del suo concittadino più illustre, Antonio Stradivari, di cui si riempie la bocca in ogni occasione. E’ proprio necessario attendere i fondi regionali e quelli del Pnrr, già bocciati due volte, per ripulire dalla patina nerastra che la ricopre la statua di Amilcare Ponchielli, l’altro grande dimenticato, o quella delle Naiadi, rimasta a presidiare una fontana secca? L’acqua non è solo un problema di questi ultimi anni, dovuto ai cambiamenti climatici. Per i giardini pubblici Giovanni Paolo II di piazza Roma lo è da sempre: il sistema di irrigazione, quel groviglio di tubi sparsi a casaccio in mezzo alle aiuole desertificate, dove l’erba non è più nemmeno un ricordo, non ha mai funzionato a dovere. Il calcestre, che doveva evocare il giardino storico ottocentesco, ha sempre dato problemi problemi, sia per la non perfetta istallazione, che per le condizioni climatiche ed il dilavamento dell'acqua piovana, che ha scavato canyon dove invece dovevano esservi solo vialetti. L'acciottolato è totalmente disancorato, l’impalcatura messa a protezione delle montagnole è ormai arrugginita, dopo il crollo verificatosi cinque anni fa. Ma la trascuratezza dei Giardini prosegue anche sui grandi vasi fioriera, costituiti da una fusione di metalli ferrosi trattata con cromia verde che simula l’ossidazione del bronzo, dove la ruggine sta aumentando, il colore si sta sollevando e il verde è quasi sparito. Anche le scritte che ricordano che lì, prima della costruzione del Giardino, sorgeva la basilica di San Domenico non sono più leggibili. E prosegue nella discarica in cui si sono trasformate le aiuole. Sono trascorsi quasi vent’anni dall’inaugurazione del restyling affidato ad Andrea Kipar: 100 nuovi alberi, 2600 nuovi arbusti, 20000 erbacei perenni, 845 mq di pavimentazioni in pietra, 1700 mq in rizzada, 3300 mq in calcestre, 3400 mq di nuovo prato. Tutto ciò per ridare vita ai 13000 mq di verde, ossia al giardino più amato dai cremonesi. Cosa è rimasto? Nulla, o ben poco. E quel poco grida vendetta a Dio. In attesa che il Comune recuperi altrove i finanziamenti necessari, dopo la doppia bocciatura da parte dei fondi regionali e dal Pnrr, il degrado dei giardini pubblici di piazza Roma procede inarrestabile. La domanda di finanziamento prevedeva un importo pari ad euro 1.891.354,00 per attuare varie opere quali la manutenzione straordinaria della pavimentazione esistente, il rifacimento del prato e delle aiuole, un nuovo sistema di irrigazione, l’inserimento di specie erbacee perenni e di specie nemorali, il ripristino strutturale delle montagnole (roccaille), il restauro conservativo dei manufatti storici, la manutenzione straordinaria della pagoda, rinnovo di arredi (panchine e giochi inclusivi), la posa di videocamere di sorveglianza, la quantificazione dei servizi ecosistemici degli alberi e la loro manutenzione decennale. Tutto questo a distanza di vent’anni dal progetto di riqualificazione di Andreas Kipar inaugurato nel 2003, costato circa un milione in più rispetto all’attuale richiesta di finanziamento per il suo ripristino. Tutti interventi lodevoli, ma intanto? Lasciamo che un bene pubblico degradi inarrestabile verso la sua rovina, riempiendoci la bocca con l’arredo urbano? E quale, di grazia?

Fotoservizio di Gianpaolo Guarneri-Studio B12

Fabrizio Loffi


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commenti


Gianluigi Stagnati

28 febbraio 2023 10:26

E pensare che il calcestre lo vogliono mettere anche a Porta Romana, nei giardinetti dell'aiola centrale, al posto dell'asfalto oramai danneggiato dal tempo e dalle radici degli alberi.

R. Daguati

28 febbraio 2023 12:54

Ma soldi da buttare nei totem e in quelle bandierine appese che non si capisce a che servano, quelli li hanno trovati! Bene fanno a non darci più finanziamenti...forse hanno capito in che mani finiscono!!!

R. Daguati

28 febbraio 2023 13:05

Sbaglio o ci volevano proporre come capitale della cultura 2023?!!

Jeppetto

4 marzo 2023 11:59

😂 😁 🙄