Il 2 ottobre di 65 anni fa il presidente Gronchi inaugurava il porto di Cremona e dava il via al sogno (rimasto tale) del canale Locarno-Milano-Cremona-Venezia
Il 2 ottobre 1960, 65 anni fa, il presidente della Repubblica Gronchi tagliò il nastro e fece brillare la mina per l'avvio dei lavori al porto di Cremona e della realizzazione del canale Locarno-Milano-Cremona-Venezia. Un cippo marmoreo viene anche scoperto sull'antica banchina (in viale Po Europa) e la cerimonia voleva essere l'avvio ufficiale della costruzione del manufatto che collegherà Milano al mare via porto fluviale di Cremona. Si trattava di un canale artificiale lungo 65 chilometri, ma da anni se ne sono costruiti 15 collegati con il porto cremonese. Si doveva raggiunegere Pizzighettone ove sul fiume Adda si doveva costruire il soprapasso del canale. Il disegno era ambizioso, ma i tecnici e gli esperti, attraverso numerosi convegni, congressi e approcci con i vari amministratori locali, cercarono di far convergere sul canale le industrie ed i traffici anche del Meridione che ha sempre ostacolato il progetto. Si progettano i grandi trasporti fluvio-marittimi in grado di trasferire le merci dal Meridione con naviglio di mare fino a Venezia e con trasbordi su navi fluviali fino a Milano ed in Svizzera. Nel frattempo con bettoline e navi adatte si sono effettuati trasporti di carbone, cereali, tubi, fosfati, rottami per dimostrare che la navigazione è ancora possibile sul Po e sul canale artificiale, purchè si provveda a urgenti opere nell'alveo del fiume e lungo gli argini.
Il canale artificiale è in costruzione dal 1965 ma tutto è fermo da oltre 40 anni. Nel canale nessuno crede più. Sul Po Mantova (pur non essendo sul fiume) è diventata la capitale dei trasportisull'acqua con cospicui finanziamenti europei. L'area del canale è diventata l'area industriale di Cremona ma con il fiume non ha niente a che fare. Scriveva Bocca tanti anni fa in un commento perfetto dell'inquinamento del Lambro: "non si capisce bene per quale involuzione dello sviluppo questa Lombardia che scavava i navigli per cui passavano le merci provenienti da Genova e dall'Adriatico fino alla fossa interna milanese dove si legavano quelli provenienti dall'Europa attraverso i laghi, come mai la Lombardia dei grandi ingegneri idraulici come l'Aristotile Fioravanti ed il Bertola da Novate, non sia capace oggi di collegare il Po a Milano e non possa fare di questo Po cadaverico e puzzolente il fiume della rinascita".
Guarda dall'Archivio dell'Istituto Luce l'inaugurazione del nuovo porto di Cremona
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