12 novembre 2021

Il Museo diocesano di Cremona da oggi è una splendida realtà, un suggestivo percorso che coniuga design, architettura, fede e arte

Il Museo diocesano di Cremona è realtà. La scala elicoidale in metallo si snoda nel grande vano luminoso che conduce alla prima sala ricavata nel piano seminterrato del palazzo vescovile. Una soluzione architettonica di Giorgio Palù, dello studio Arkpabi che inserisce un elemento di design nel contesto degli ambienti realizzati agli inizi dell’Ottocento da Faustino Rodi. Una discesa fortemente simbolica alle radici della cristianità, che si conclude davanti al maestoso mosaico del cortiletto del Torrazzo, tanto apprezzato da Mirabella Roberti, ed unico elemento rimasto dell’antica basilica paleocristiana. Alle pareti la copia del fregio antelamico dei Mesi sul protiro occidentale della Cattedrale, realizzato all’inizio degli anni Novanta in occasione del restauro della facciata del Duomo.

Da qui si snoda il percorso museale che svela un prezioso scrigno d’arte e di fede dove architettura storica e design contemporaneo concorrono per offrire al visitatore una straordinaria galleria d’arte e fede in oltre 1400 metri quadrati di superficie, che accolgono al momento oltre 120 opere suddivise in dodici sale, organizzate secondo un percorso non cronologico, ma tematico. Nelle prime tre sale sono raccolte le origini della Chiesa cremonese, dalla pietra di fondazione della Cattedrale, ai resti del fregio dei Mesi della chiesa di san Pietro, l’acquasantiera romanica e l’angelo in bronzo del battistero, i due telamoni di Berta e Baldesio provenienti dal cortiletto del Torrazzo.

Segue la seconda sezione che comprende le successive tre sale dedicate all’iconografia della Vergine Maria, che coinvolge direttamente l’Assunta, cui è dedicata la Cattedrale, ed i presepi rinascimentali, a partire dall’Annunciazione di Boccaccio Boccaccino degli inizi del Cinquecento, donata dalla Fondazione Arvedi Buschini, per arrivare allo straordinario realismo della Madonna del Popolo, all’altorilievo di Rivolta d’Adda, realizzato dall’artista lodigiano Bongiovanni de’ Lupi e al presepio ligneo del Duomo di Cremona. I crocifissi costituiscono la terza sezione, articolata in altre stanze, dominata dalla bellissima Crocifissione di Boccaccio Boccaccino e, alla sua destra, dal grande crocifisso ligneo della Chiesa Vecchia di Scandolara Ravara. Nella seconda sala le varie croci di argento, che culminano con la Grande croce realizzata nel 1478 dagli orefici Ambrogio Pozzi e Costantino Sacchi, straordinaria opera dell’oreficeria rinascimente cremonese.

Non può mancare una sala dedicata ai santi intercessori con uno spazio particolare riservato a Sant’Omobono, con la grande tela di Giulio Campi raffigurante “La carità di Sant’Omobono” e la lastra dipinta del Massarotti con “Il Transito di Sant’Omobono” provenienti dalla chiesa dedicata al santo. Chiude questa prima parte del museo diocesano la statua lignea del Cristo benedicente del Bertesi. Da qui si passa alla suggestiva ghiacciaia del palazzo vescovile che costituisce l'anticamera alla sezione che ospita la collezione Giovanni e Luciana Arvedi Buschini, composta da una ventina di capolavori provenienti dall’Italia Centrale, accomunati dai fondi in oro, dominata dalla splendida crocifissione di Lorenzo Bicci dell’ultimo quarto del XIV secolo. Proprio grazie al finanziamento della Fondazione Arvedi Buschini ciò che si era iniziato a pensare in passato oggi è divenuto realtà, sotto la supervisione dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali ed ecclesiastici diretto da don Gianluca Gaiardi, che ha raccolto il testimone da monsignor Achille Bonazzi, dando luogo ad un percorso articolato seguito passo dopo passo dal Soprintendente Gabriele Barucca. Chiudono l’esposizione una sala dedicata interamente alla Tavola di Sant’Agata, a cui si affianca una scatoletta porta reliquie di cultura siculo araba proveniente dalla sacrestia della chiesa omonima, e l’ultima dedicata al cosiddetto “Tesoro di Pizzighettone” ed alle opere legate alle vicende storiche che hanno coinvolto il territorio cremonese tra Trecento e Cinquecento, tra cui il ritratto dei Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti in preghiera realizzato da Bonifacio Bembo.

Il percorso si conclude in una piccola sala dove viene proiettato un video di circa 5 minuti, che illustra le vicende di Cremona e del suo territorio. In cantiere intanto c’è già un ampliamento dello spazio espositivo, con il restauro dei saloni di rappresentanza, della cappella privata del vescovo e dell’antico studio episcopale per ospitare la splendida collezione degli arazzi seicenteschi ed i corali della Cattedrale. Un ulteriore tassello che potrà essere realizzato grazie al contributo di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo.

"Il museo diocesano è un antico sogno che oggi si realizza - commenta il cavalier Giovanni Arvedi - E' un grande itinerario di fede, di arte, di cultura, di bellezza che sorprenderà tutti coloro, spero tanti giovani, che ne percorreranno le sale. Con il museo diocesano Cremona svela al mondo un altro gioiello del suo inesauribile patrimonio storico e artistico. Un modo sicuramente affascinante per leggere, attraverso le opere esposte, la nostra storia ultra millenaria intessuta di fede, di devozione e di cultura. E oggi il mio pensiero corre ai miei genitori, al mio Vescovo, alla Chiesa non solo cremonese. E' un pensiero di ringraziamento, di fede, di devozione senza riserve con cuore semplice e fiducia nella forza della preghiera. Siamo felici di aver posto le nostre azioni nelle mani misericordiose di nostro Dio e Signore".

Fotografie e video sono di Gianpaolo Guarneri/StudioB12

Fabrizio Loffi


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