25 aprile 2025

Il padre di Bùcabèla, caduto per la Libertà

Un'altra storia della Resistenza e del 25 aprile scritta da Ennio Serventi

Sollecitato da una mia domanda, di quella valle lontana mi parlò un giorno, era l'estate del 1944, un ragazzino della strada. Lo chiamavamo "Bùcabéla" una "scutumàja" che non so dire da dove derivasse. Oltre al "Fèròo", dei ragazzini di quelle estati è l'unico che rivedo. Eravamo (lo siamo ancora) per la genero-sità di sua madre, fratelli di latte. Adesso lui gioca a carte. Quando mi ritrovo in centro, ogni tanto giro per quella antica strada che nei tempi andati forse portava ad una remota porta di ingresso della città e vado oltre il voltone. Lui, Bùcabèla, lo trovo al "Centrale” seduto aduno dei tavoli in fondo, non inter-rompo la sua briscola o il suo tresette. Aspetto che vengano calate le ultime carte, che si taciti il gioire per i punti fatti ed il recriminare vivace per quelli non fatti. L'affettuosità si rinnova nel tono della voce e negli sguardi.

Un "Come va?", un saluto e via, mentre loro rico- minciano a mischiare le carte. Ricordo come in quel- la lontana estate nella strada si parlasse di lui, si ac- cennasse a qualche cosa che riguardava la sua famiglia... Fra gli adulti più che un parlare era un sussurrare con il sospetto di essere uditi da "altri", il bisbigliare di una cosa che avrebbe dovuto rimanere segreta, un mormorio che m'incuriosiva ed al quale prestavo orecchio in una generale sensazione di tristezza. Capii che la questione riguardava suo padre al quale doveva essere successo qualcosa mentre era in luogo segreto, lontano da casa. Chissà come trovai l'ardire e un giorno, sopraffatto dalla curiosità, glielo chiesi. "E' morto, ucciso in valle Susa” rispose. Fra noi, finchè restammo ragazzi, della cosa non si parlò più. Poi il nome di suo padre lo lessi sulla grande lapide dedicata ai Caduti per la Libertà sotto i portici del comune.

 

Ennio Serventi


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