18 agosto 2022

Il sogno diventa realtà: il 20 settembre prima pietra del Centro Nazionale dell'Autismo a Fondazione Sospiro con l'Università di Baltimora

"Una cosa simile non c'è in Italia e, probabilmente, nemmeno in Europa”, dice, con orgoglio ma senza superbia, Giovanni Scotti, presidente del consiglio d'amministrazione della Fondazione Istituto Ospedaliero di Sospiro, paese di cui è stato sindaco per tre mandati. Tutto è pronto: la posa della prima pietra del Centro Nazionale per il Trattamento delle Psicopatologie nell'Autismo e nelle Disabilità Intellettive è prevista per il prossimo 20 settembre mentre la fine lavori è fissata per il dicembre 2023. Completate, nel nome della massima trasparenza, tutte le procedure: il progetto esecutivo dell'edificio è stato affidato all'architetto cremonese Davide Nolli, selezionato tra tre professionisti, mentre della costruzione è stata incaricata, sulla base di una gara a cui hanno partecipato quattro ditte, l'impresa De Carli, di Capralba.
Nel nostro Paese 1 persona su 77 soffre di autismo (1 su 54 negli Stati Uniti). Numeri impressionanti. Questi soggetti presentano, molto spesso, un quadro psicopatologico e comportamenti problematici, come condotte aggressive e distruttive verso gli altri o se stessi, che peggiorano drammaticamente la loro qualità di vita e quella dei familiari. Oggi questi pazienti, in genere, vengono rimbalzati da un istituto all'altro sino al compimento dei 18 anni, dopo di che, quasi sempre, finiscono in una struttura dove rimangono sino alla fine dei loro giorni. “A quel punto la tutela data dallo Stato sparisce”. Il Centro si occuperà proprio di questi casi. I casi più gravi. In realtà, una decina di giovani, provenienti da 5 regioni diverse, affetti da questi disturbi vengono già seguiti presso lo Ios applicando, in collaborazione con il Kennedy Krieger Institute di Baltimora, le sperimentazioni, farmacologiche e comportamentali, più avanzate. Con risultati che non hanno bisogno di commenti: un decremento che va dal 70 all'85 per cento della malattia. Dove, è bene sottolinearlo, la malattia non è l'autismo (che invece è una condizione destinata a non cambiare mai), ma le psicopatologie connesse. “Il progetto, quindi, è già partito. Si sposterà in un'altra casa, efficiente, accogliente e dedicata. La vera novità non sono i mattoni, ma quello che stiamo già facendo”, sottolinea Scotti.
La nuova “casa” verrà costruita in viale Lampugnani. Una manciata di metri, vicino ma fuori dalle mura della Fondazione. Una scelta non casuale. “Non siamo gelosi delle nostre cose. Il Centro dovrà essere un fiore all'occhiello di tutto il territorio cremonese”.
Il primo lotto, il primo dei due edifici in programma, si svilupperà su un'area di proprietà della Fondazione e per una superficie di 1.600 metri quadri. Sarà dotato di dieci posti letti per altrettanti pazienti, tra i 13 e 18 anni, seguiti da un'équipe di specialisti di altissimo livello, per la maggior parte psicologi, (coordinati dal professor Serafino Corti), che per i loro interventi si baseranno su linee guida e protocolli italiani e internazionali. Parallelamente ai lavori per il Centro verranno costruiti alloggi per i familiari, oltre che per i tirocinanti. “E anche questa è un'autentica innovazione: ai genitori, alle famiglie dei ragazzi verrà data una formazione per assicurare, dopo il ricovero, un ambiente adeguato ai loro figli”. Le dimissioni sono previste entro 12 mesi dall'ingresso. “Anche dopo, comunque, i parenti non saranno lasciati soli”.
Quello in arrivo sarà anche un importante 'laboratorio' di ricerca sulle psicopatologie nell'autismo. Il costo del primo lotto è di 5 milioni di euro, di cui un milione e mezzo stanziato dalla Fondazione Cariplo. Al contributo si sono aggiunte le risorse dello Ios (è da 8 anni che l'istituto chiude, nonostante i tempi difficili, i bilanci non in perdita) e la generosità dei cremonesi (imprenditori, semplici cittadini, il mondo sportivo), attraverso il 5X1000, donazioni o altre forme. Una vera 'rivoluzione' sanitaria, clinica e anche umana che ha pure risvolti sociali e occupazionali: un significativo risparmio di costi per il Welfare nazionale e l'assunzione di una cinquantina di operatori. “Quando, 4 anni fa, Baltimora propose per la la prima volta a Sospiro l'idea del Centro, il mio predecessore, il Maestro Francesco Boccali, disse: voi ci state facendo mettere il piede in un sogno. Quel sogno sta per diventare realtà”.
Nelle foto il progetto del Centro che nascerà a Sospiro e il presidente dell'Ios Giovanni Scotti
Gilberto Bazoli


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