30 novembre 2022

Il soprintendente Barucca attacca: con i cappotti in centro storico combinato un disastro, attenzione al fotovoltaico indiscriminato sui tetti

Cappotti in centro storico e fotovoltaico sui tetti nel mirino del soprintendente Gabriele Barucca che non ha risparmiato critiche all'operato dell'amministrazione comunale nel corso dell'incontro avvenuto nei giorni scorsi su "Il paesaggio come fondamento per la gestione della città. Le linee guida della Commissione paesaggio del Comune di Cremona".

"Solo la reale collaborazione fra enti è fondamentale per arrivare ad un risultato positivo - sostiene Barucca - altrimenti ci facciamo una guerra intestina e diamo spazio a certe lobbies rinnovabilistiche che stanno lavorando sotto traccia, e che hanno una rilevanza notevole nelle decisioni delle norme e di conseguenza anche nelle linee guida".

Emblematica la situazione critica in via Manzoni nello stabile delle ex Dorotee con risultati devastanti nella realizzazione del cappotto su un edificio degli anni Cinquanta non privo di una sua dignità antecedente all'intervento: 14 centimetri di utilizzo di suolo pubblico. "Si fa tanto parlare di transizione ecologica e green - commenta Barucca - e noi la affrontiamo in questa maniera, mettendo sui nostri edifici pannelli alti 15 cm. di polistirolo che di ecologico non hanno nulla e peraltro impediranno la valutazione della conservazione. Non sapremo valutare più quali saranno i danni che l’edificio nel tempo registrerà. E’ scomparsa qualsiasi qualità. E questo la commissione paesaggio lo ha autorizzato, con un'evidente mancanza di conoscenza del codice che impedisce di fare questi interventi senza autorizzazione. E’ lo stesso regolamento edilizio del Comune che lo dice, allora per favore non contraddiciamoci. E' vietato l'utilizzo del cappotto quando altera le fronti edificio".

Barucca cita una serie di esempi nel territorio: cascine fatiscenti con fotovoltaico sui tetti, rozze sovrapposizioni su tegole in cotto, l'eliminazione di un portale cinquecentesco per ragioni di carattere logistico nella conduzione dell'azienda agraria. "Vogliamo anche per Cremona i tetti coperti da pannelli fotovoltaici? I tetti presentano numerosi camini. Si ha un guadagno nel complesso pari a a zero. Il posizionamento di pannelli fotovoltaici in centro storico avrà un resa minima, però il signore proprietario della casa di sotto è ben contento. Non si può lavorare così, l’esigenza individuale qui cessa la sua funzione, ma ci deve essere un interesse superiore collettivo. I vigili del fuoco mettono in evidenza che la messa in opera nei centri storici, soprattutto dilettantesca, genera incendi. I pannelli fotovoltaici possono invece essere presidio di tutela: è il caso dell'ex Armaguerra, dove la presenza del fotovoltaico ha salvato la struttura".

Il suggerimento del Soprintendente è quello di utilizzare le zone industriali dismesse: "Perché non farlo? Perché nessuno lo fa, anziché mettere tanti pannellini sui tetti di Cremona? Esistono questioni di carattere fiscale perché si aumenta la superficie di produttività e si paga di più. Tuttavia bisogna affrontare il problema in maniera non emotiva, noi non abbiamo nessuna volontà di congelare il passato, ma migliorare il futuro".

Barucca cita gli interventi cremonesi sul trattamento delle superfici, di cui è evidente il peggioramento: palazzo Bassi, dove non si ha più la percezione dei passaggi cromatici delle nervatura ed è stato fatto un disastro. Interventi che denotano progettazioni eseguite in fretta e mancanza di competenza nei cantieri.

Palazzo Manes dove è stato bloccato il cantiere a lavori iniziati e autorizzati, e successivamente posto il vincolo, consapevoli del fatto che non si poteva bloccare il cantiere, iniziando però in questo modo quel lavoro di restauro che ha cercato di recuperare la situazione. Questo, ricorda Barucca, ha portato a varare la dichiarazione di interesse per i palazzi liberty che sono caratteristica di questa città, così come lo sono il medioevo o il rinascimento. 

Non solo edifici, ma anche verde pubblico, dove la Soprintendenza mantiene una costante collaborazione con i Carabinieri forestali. Barucca cita l'esempio degli alberi abbattuti e non più ripiantumati in viale Trento e Trieste.

I mezzi di tutela , però, ci sono: "La Soprintendenza ha fatto la schedatura nel centro storico nel 1972-74. Gazzola ha messo vincoli su piazza Cavour. Oggi occorre proteggere le viste dal Torrazzo: via Bonomelli, via XI Febbraio, la scuola Realdo Colombo, Palazzo dell’Arte, piazza Marconi, la chiesa di San Pietro al Po, il teatro Ponchielli, corso Vittorio Emanuele II, l'ex convento dei Gesuiti, corso Campi, piazza Roma, via Manzoni, corso Mazzini, l'ex chiesa di san Francesco, piazza Lodi, corso Matteotti. Sono questi i punti strategici della città, quelli che evidenziano le sue emergenze, e che vengono restituite solamente dalla vista dei tetti dal Torrazzo: è da lì, che la città svela suoi difetti".

Fabrizio Loffi


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commenti


Pasquino

30 novembre 2022 14:49

Assoluta incompetenza disastro Cremona una Giunta inesistente e incapace
quando finiranno di distruggere ? Andate via

michele de crecchio

30 novembre 2022 23:33

Parole sacrosante e tempestive quelle del Soprintendente. Davvero incredibile il quasi totale disinteresse dei nostri attuali amministratori locali per il rischio di compromettere definitivamente un paesaggio urbano che, nonostante i molti danni che ha già subito, pur costituisce ancora un elemento sostanziale della nostra immagine di città. Per accorgerci del vero disastro che si rischia di veder realizzato e porvi tempestivo rimedio, dovremo attendere, come avvenne nei primi anni 60, che un popolare settimanale americano pubblichi, accompagnata da un commento scandalizzato, una fotografia di quanto allora avveniva, e oggi sta tornando ad avvenire, a scandaloso danno della storica immagine della città celebre nel mondo per il Torrazzo e Stradivari?

Daniro

1 dicembre 2022 11:31

Concordo pienamente anche se ritengo che la questione della salvaguardia del paesaggio urbano vada estesa alle visuali dalla campagna verso il centro storico in particolare dalle aree arginali del Po, i punti sopraelevati che consentono visuali spettacolari sulla città e le emergenze monumentali. Sono infatti salvaguardate con vincolo ambientale-paesaggistico le aree di San Sigismondo ma non esiste vincolo analogo per le aree comprese tra Città e Fiume che invece sono un unicum di altissimo valore paesaggistico. Sul discorso dei pannelli fotovoltaici il Soprintendente ha mille ragioni e per questo il Comune deve al più presto creare le Comunità Energetiche Rinnovabili, pianificando dove vanno concentrati gli impianti, per consentire a cittadini e attività di rendersi autonomi dal punto di vista energetico, evitando così tanti piccoli e poco efficienti impianti nelle zone ambientalmente più sensibili.