4 febbraio 2025

In un libro la storia di "Cremona House", di Carlo Bodoni e i fratelli partiti da Ossolaro per l'Australia. La fabbrica di gelati, la villa, i campi di internamento

E' un piccolo angolo, ben tenuto come dovrebbero esserlo le strutture che raccontano bellezza, nella città di Adelaide, in Australia. Un piccolo angolo che, da decenni, racconta la storia di una città, delle persone che vi vivevano, di scelte lavorative e di uno scorrere di quel tempo che ha attraversato enormi cambiamenti. La casa è elegante, accattivante nella sua asimmetria e porta quel nome di una città agli antipodi da Adelaide, Cremona. Cremona House non è un libro nel senso stretto del termine, è uno stupendo – ed incredibilmente attuale - spaccato sulla storia di alcune persone che, più di un secolo fa, partirono da Ossolaro, quella piccola frazione della provincia cremonese che oggi è dedicata al compositore tra i compositori, per trasferirsi dall'altra parte del mondo. L'opera di Laura Di Martino, scrittrice australiana, nasce da una ricerca storica accurata, una ricerca che parte da quel piccolo paese per trasferirsi in una elegante ed asimmetrica casa che è il centro, al pari dei suoi protagonisti, di questa narrazione. Il libro è morbido nella lettura, denso di particolari e di passaggi che stupiscono, non solamente per i riferimenti cremonesi, ma perché descrivono la vita, e le scelte, di persone che hanno sempre voluto, pur a migliaia di chilometri di distanza, sentirsi legate a quel territorio dal quale provenivano.

"Cremona House – spiega Laura – è la storia dei primi emigrati italiani a Adelaide, raccontata dal punto di vista di Carlo Bodoni, che lascia il paese natale di Ossolaro nel 1905, all'età di quattordici anni. Ma è anche la storia di cinque altre famiglie italiane, da altre regioni, che raggiunsero l'Australia tra il 1850 e il 1925. Carlo arriva in Australia nel 1911, si stabilisce a Melbourne dove ritrova il fratello maggiore Giuseppe arrivato due anni prima, fratello che lavora nell’impresa di un loro parente dove si producevano gelato e ghiaccio. Dopo qualche anno i due cremonesi decidono di fondare la loro ditta, ma il rallentamento dell’economia dovuto alla Prima guerra Mondiale, ed altri fattori personali, spingono Carlo a cercare nuovi spazi commerciali nei paesini lungo la costa. Da Melbourne arriva fino a Adelaide dove incontra la bella e colta Luisa, figlia di emigrati italiani da Viggiano e, grazie alla passione condivisa per la musica della giovane coppia e all’aiuto dei futuri suoceri, Carlo si trasferisce a Adelaide nel 1917 dove si stabilisce, forte della sua esperienza, come produttore di gelato. A quel tempo, il gelato italiano non era considerato un prodotto di pregio, per poterlo vendere le normative erano molto stringenti ma questo non aveva fermato la volontà imprenditoriale del giovane cremonese che aveva saputo sviluppare con attenzione i suoi affari. Fino a questo punto, la storia si legge come un’avventura romantica, però la situazione per gli stranieri in Australia, anche oggi, non è mai semplice. Nonostante la sua avviata industria Carlo, come gli altri emigrati italiani, deve continuamente affrontare gli atteggiamenti di pregiudizio e sospetto dalla parte delle autorità e anche dalla comunità, allora composta in maggior parte da cittadini di origine britannica. Negli anni '20, Carlo chiede ai due fratelli e alla sorella più giovane di raggiungerlo a Adelaide, la sua azienda continua a fiorire quindi, nel 1928, decide di costruire una nuova fabbrica in centro città, per farlo sfrutta l’opportunità di comprare la villa accanto alla sua alla quale dà il nome di ‘Cremona House’. È una bellissima villa costruita nel 1870 che era stata divisa in 6 appartamenti, con un grande salone di ballo e un magnifico giardino dove, come riportato dalla stampa locale, venivano organizzate feste e concerti. Carlo non dimentica le sue radici e, durante gli anni '30, insieme al nuovo vice console italiano, lavorano per riunire gli italiani sparsi un po’ dappertutto nella regione con l'intento di sviluppare una comunità italiana più coesa. Il cremonese non si ferma alle feste, nella Cremona House organizza doposcuola per dare ai figli degli emigrati l’opportunità di imparare la lingua, la storia e la cultura italiana. Dieci anni dopo, però, la recessione economica mondiale e la minaccia di un'altra guerra mondiale fanno accusare il colpo; l'imprenditore, segnato anche da una tragedia personale, è sull'orlo di perdere tutto ciò per cui ha lavorato, compresa la sua amatissima Cremona House. Da sempre orgoglioso delle sue radici italiane, alla fine di quel decennio viene etichettato come un nemico, un alieno ed indicato come il fascista per eccellenza di Adelaide. Il cremonese, insieme a molti altri italiani, verrà privato di tutto e rinchiuso per 6 anni nei campi di internamento presenti in Australia; con la fine della guerra tornano liberi ma vengono comunque segnalati nel casellario giudiziario facendo perdere loro, di fatto, la possibilità di crearsi una nuova vita soprattutto professionale. Buona parte di loro erano cittadini esemplari, lavoratori ed imprenditori che si sono trovati senza più nulla e senza neanche la possibilità di far uscire le loro famiglie da quello stato di indigenza nel quale erano finite, in poche parole erano persone dimenticate. La parabola umana e professionale di Carlo nasce e si sviluppa con quella Cremona House che oggi esiste ancora, la villa fa parte di una scuola privata che ha comprato la struttura alla fine degli anni '40. Il libro descrive anche i motivi per i quali tanti italiani si sono sentiti obbligati ad emigrare da Ossolaro o da altri luoghi alla ricerca di un futuro in Australia. Proveniente, come molti, da una tradizione agricola, Carlo e la sua famiglia hanno risentito inevitabilmente dei cambiamenti nel loro stile di vita dovuto all’industrializzazione del settore agricolo di quel periodo, passaggio storico che rese molte persone consapevoli di dover trovare nuovi luoghi dove vivere".

Laura Di Martino scrive le sue mail in italiano, è nata a Bruxelles da genitori italiani che poi si sono trasferiti in Australia. L'italiano, e la storia italiana, sono parte della sua vita anche professionale, dato che è stata insegnante di lingue, con Cremona House racconta la vita di molti emigrati italiani all'inizio del XX secolo. L'opera, sfortunatamente, al momento è disponibile solo in lingua inglese, nella speranza che possa essere tradotta, in futuro, anche in italiano.

Marco Bragazzi


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti