29 luglio 2022

Indagine trimestrale di Unioncamere sul manifatturiero industriale ed artigiano. Auricchio: "dati positivi, anche se in rallentamento"

I dati della produzione manifatturiera relativi al secondo semestre – sostiene Gian Domenico Auricchio, Commissario straordinario della Camera di Commercio di Cremona - continuano a essere positivi sia sul piano congiunturale che su quello tendenziale, anche se in rallentamento rispetto al periodo precedente per l’industria, mentre l’artigianato acquista ulteriore slancio e riesce a recuperare i livelli del 2019. Sono dati confortanti, ma le prospettive sono dominate dall’instabilità derivante dalla situazione geo – politica, dall’andamento dei costi dell’energia, dalla tensione sui mercati delle materie prime, dalle nuove ondate di Covid, dall’inflazione che orienta le scelte di politica monetaria sia in Europa che negli Stati Uniti. A questo si aggiungono, per il nostro territorio, le pesanti conseguenze della siccità. E’ un periodo incerto, complesso e difficile ma le nostre imprese, i nostri lavoratori stanno dimostrando anche in questa contingenza una straordinaria resilienza. Per questo, è d’obbligo che le forze politiche si impegnino in una campagna elettorale civile, fatta di programmi e proposte concrete, che permetta di avere al più presto al Governo persone competenti e serie, in grado di mettere mano alle riforme non più rinviabili per permettere al Paese di rimanere competitivo

 

I risultati di seguito sintetizzati provengono dall’indagine congiunturale condotta trimestralmente da Unioncamere Lombardia, che coinvolge ogni trimestre due campioni distinti di aziende manifatturiere industriali e artigiane. In ambito provinciale, l’indagine ha interessato complessivamente 141 imprese cremonesi appartenenti a tutte le principali attività del comparto manifatturiero, suddivise in 64 imprese industriali e 77 artigiane.

In sintesi, l’indagine del secondo trimestre 2022 rileva una situazione del comparto manifatturiero provinciale che si assesta su una crescita congiunturale contenuta per l’industria (+0,9%), mentre acquista un nuovo slancio per l’artigianato (+2,1%) dopo il +0,7% dello scorso trimestre. L’impulso degli ordinativi resta determinante, con sensibili incrementi dal mercato interno sia per l’industria (+5,3%) che per l’artigianato (+3,7%). Per l’industria un rilevante contributo positivo arriva dai mercati esteri (+12,3%), dopo la contrazione registrata nello scorso trimestre (-3,6%). Anche il fatturato torna a crescere (+6,9% l’industria e +2,2% l’artigianato) spinto sia dall’incremento della produzione sia dall’incremento dei prezzi di vendita.

 

In ottica tendenziale, vale a dire rispetto all’anno precedente, si rilevano significativi incrementi della produzione per l’industria (+4,8%) e ancor più per l’artigianato (+8,1%). Il fatturato dell’industria consegue risultati ancora migliori con un incremento del +13,9% (+8,7% per gli artigiani). Gli ordini mostrano andamenti tendenziali più contenuti per l’industria, fermandosi al +4,9% per il mercato interno e al +3,4% dall’estero, e più positivi per l’artigianato (+7,9%).

Il mercato del lavoro cremonese è stabile con il numero degli addetti vicinissimo alla variazione congiunturale nulla per l’industria (-0,2%) e poco più dinamico per l’artigianato (+0,9%). Rimane ai minimi la quota di imprese industriali che hanno fatto ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (1,6%), mentre la percentuale sale al 9,1% per l’artigianato, ma ancora con una quota sul monte ore trimestrale molto contenuta (0,5%).

Sul versante dei prezzi pesano le dinamiche del tutto straordinarie evidenziate a livello internazionale sulle materie prime e sui beni energetici (gas ed energia elettrica in primis) che provocano un’ulteriore spinta inflattiva ma meno intensa rispetto allo scorso trimestre. Le imprese industriali del cremonese stimano infatti una crescita congiunturale ancora a due cifre dei prezzi delle materie prime (+10,8%) ma inferiore al +16,2% registrato lo scorso trimestre. Tale incremento viene solo in parte assorbito dal sistema imprenditoriale, visto che, a valle, si riflette nel +6,3% rilevato per i prodotti finiti. Allarmante il dato tendenziale, che mostra un incremento del 54,2% per le materie prime e del 26,5% per i prodotti finiti. Le aziende artigiane riscontrano incrementi di prezzo più intensi sia per le materie prime che per i prodotti finiti.

Il confronto con la Lombardia e l’Italia dell’indice della produzione industriale non è perfettamente coerente mancando ancora il dato di giugno per la produzione Italiana che, nel grafico, è stato sostituito con delle stime in base alle previsioni di Prometeia. Per quanto riguarda il confronto Cremona-Lombardia, entrambe proseguono sul trend crescente, ma Cremona mostra un rallentamento della crescita negli ultimi trimestri.

Dal punto di vista strutturale il quadro delle imprese industriali cremonesi alla fine di giugno 2022 resta positivo, con le imprese che dichiarano una produzione accresciuta rispetto a quella di dodici mesi prima che costituiscono ancora la maggioranza assoluta (60%). Cresce sensibilmente la quota di imprese che non registra variazioni di rilievo (19% contro il 14% dello scorso trimestre), ma aumenta la quota di imprese in contrazione (dal 19% dello scorso trimestre al 22%). Migliore il quadro dell’artigianato in linea con i risultati presentati precedentemente. Il 58% delle aziende artigiane dichiara un incremento di produzione, con un aumento delle imprese che registrano stabilità dei livelli (19%) e una riduzione di quelle in contrazione (dal 26% dello scorso trimestre al 22%).

Le aspettative per il prossimo trimestre degli imprenditori industriali restano positive per la maggior parte degli indicatori. Le previsioni sono tiepide relativamente all’andamento della domanda interna mentre tornano sensibilmente positive per quella estera. Per quanto riguarda il fatturato il saldo è positivo (+9,5%), ma in diminuzione (era +10,3%). Gli artigiani mostrano aspettative in sensibile peggioramento con solo l’occupazione che registra un saldo positivo.

Le variazioni tendenziali riscontrate a livello regionale mostrano un quadro complessivamente positivo ma con sensibili differenze nelle velocità di crescita provinciale. Questo risultato dipende anche dai tempi della ripresa che a livello locale, in base alle diverse specializzazioni produttive, si è avviata in momenti differenti. Dove una maggior diffusione di piccole e micro imprese si incrocia con una specializzazione nei settori del comparto moda, pelli-calzature e abbigliamento, la fase di ripresa si è avviata con ritardo ed ora questi territori registrano incrementi tendenziali più intensi. Le provincie che hanno iniziato per prime il recupero ora registrano, invece, un rallentamento della crescita. È il caso della provincia di Como (+12,4% tendenziale) per la quale la fase di ripresa si è avviata in ritardo, e di Cremona (+4,8%) che, invece, aveva già recuperato i livelli pre-crisi a fine 2021.

 


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