20 ottobre 2022

L’idea del nuovo ospedale piace agli architetti e agli ingegneri della provincia. Approccio innovativo e propedeutico alla sanità del futuro. Il Dg Rossi: «Parliamo la stessa lingua»

Decisamente proficuo l’incontro tecnico svoltosi lo scorso pomeriggio fra la direzione strategica dell’Asst di Cremona, il Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti e una rappresentanza dell’Ordine degli Architetti e dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Cremona. Protagonisti del dibattito sono stati il progetto del nuovo ospedale, le ragioni oggettive che hanno determinato una scelta precisa e la necessità, per questo territorio, di restare al passo con i tempi dentro un contesto globale in grande trasformazione. L’evoluzione dei percorsi di cura e dell’edilizia sanitaria, infatti, sono due elementi che devono essere necessariamente ripensati in modo complementare.

Per l’Asst di Cremona sono intervenuti Giuseppe Rossi (direttore generale), Gianluca Bracchi (direttore amministrativo), Rosario Canino (direttore sanitario), Maurizio Bracchi (direttore del dipartimento innovazione, sostenibilità e aree di sviluppo strategico Asst di Cremona) con le collaboratrici Greta Cogorno ed Elena Zanibelli.

Il Consiglio dell’Ordine degli Architetti è stato rappresentato da Marta Visone (presidente), Clara Rita Milesi (consigliere segretario), Cristian Greppi, (consigliere tesoriere) e i consiglieri Gian Marco Caccialanza e Benedetta Mezzadri.

Per il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri hanno partecipato Adriano Faciocchi (presidente), Ivano Ferrari (vice presidente), Roberto Pedroni (segretario) e Roberto Salvadori (consigliere).

L’incontro è stato un vero e proprio scambio critico di pensieri e opinioni che hanno trovato nella condivisione di un linguaggio comune un punto di forza per costruire il futuro della Città e del suo territorio.

Scopo dell’incontro: rispondere con oggettività alla domanda “Perché un nuovo ospedale per Cremona”, attraverso un racconto puntuale curato dall’Architetto Bracchi, che ha messo in evidenza le criticità oggettive dell’attuale struttura e l’evoluzione storico-architettonica degli ospedali dal Cinquecento ad oggi. Un processo di cambiamento continuo nei secoli, che non può certo arrestarsi. Anzi. Dal 2020, le necessità della sanità sono profondamente cambiate con grande rapidità e in modo del tutto imprevedibile. Progettare un ospedale nel nostro tempo significa tener conto di flessibilità e modularità strutturale, competenze iper-specialistiche, innovazione e tecnologia, cure di prossimità, integrazione con i servizi territoriali e sostenibilità ambientale. 

IL NUOVO OSPEDALE GENERATORE DI UNA RIVOLUZIONE CULTURALE: «DA TEMPO CI MUOVIAMO IN QUESTA DIREZIONE»

«Questo incontro – ha esordito Rossi - è nato dalla scelta di condividere con i rappresentanti degli ordini degli architetti e degli ingegneri le ragioni del progetto un nuovo ospedale per Cremona, lo stato dell’arte e la modalità operativa intrapresa. Coinvolgere i professionisti del settore attraverso gli organi istituzionali ci è sembrato naturale, soprattutto per raccogliere pareri e contributi critici. In tal senso, intorno al tavolo, è nato uno scambio interessante: abbiamo condiviso la necessità di una rivoluzione culturale in tema di sanità, di cui il nuovo ospedale sarà generatore».

«Da tempo - ha precisato Rossi – ci stiamo muovendo in questa direzione. Il nuovo ospedale sarà il contenitore di qualcosa che è già in costruzione, attraverso la presenza delle strutture complesse contenute nel piano di organizzazione aziendale (approvato da regione Lombardia) e delle specialità che garantiscono la gestione della linea dell’emergenza urgenza, come ad esempio la neurochirurgia, la neuroradiologia. Non dimentichiamo che l’ospedale di Cremona è già hub di riferimento per la rete STEMI (eventi cardiovascolari), stroke (Ictus) neurochirurgia, trauma grave maggiore ed emorragie digestive. Gli investimenti in tecnologia e robotica, attualmente in corso, rappresentano un altro tassello fondamentale del percorso. La nuova struttura – continua Rossi - avrà 600 posti letto e stanze singole, videosorvegliate, con sistemi di areazione ultra-avanzati, per affrontare in sicurezza qualsiasi eventualità infettivologica». 

Rossi ha concluso ringraziando «la Presidente Visone e il Presidente Faciocchi per aver accolto il nostro invito con entusiasmo e partecipazione. Grazie al Sindaco di Cremona con il quale stiamo lavorando in modo serrato e a tutti i membri del tavolo tecnico costituito dal Comune di Cremona, dalla Provincia di Cremona, da ATS Val Padana e Regione Lombardia». 

OSPEDALE: UNA MACCHINA COMPLESSA, FONDAMENTALE LA RELAZIONE FRA LUOGHI DI CURA E PAESAGGIO

 «L’ospedale non è una struttura, ma una macchina complessa, un ecosistema in movimento. È così che va pensato e progettato», ha spiegato l’architetto Bracchi durante la presentazione. «L’intervento prevede la riqualificazione dell’intera area e la possibilità di creare una connessione fra gli spazi di cura e il parco della salute, a favore della relazione fra persone, ambiente e benessere che rappresentano un valore da preservare. Un nuovo ospedale si fa poche volte nella storia: negli ultimi cinquecento anni, in questo territorio, è capitato solo due volte. Ecco perché la sfida mi entusiasma». 

VERSO IL BANDO PER UN CONCORSO INTERNAZIONALE

«Il percorso per la realizzazione del nuovo ospedale sarà caratterizzato da un concorso internazionale, che consentirà di mettere a confronto le migliori proposte prodotte dalle più qualificate professionalità presenti sul mercato», ha specificato Bracchi. «È la prima volta che accade in Italia: la struttura cremonese sarà anche la prima in Lombardia ad essere costruita nell’era post Covid-19. L’esperienza della pandemia consentirà di realizzare un ospedale capace di adattarsi alle esigenze del territorio in base al contesto di riferimento».

Come sottolinea il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, «Il progetto del nuovo ospedale è della città e il protocollo firmato lo scorso anno prevede proprio che la città sia coinvolta in questo progetto strategico. L’incontro positivo con gli ordini professionali è una tappa di questo percorso. E continueremo. Parliamo di nuovo ospedale e anche del grande programma di medicina territoriale su cui la città è molto impegnata. Prossimi obiettivi: riconoscimento dell’ospedale come DEA di secondo livello, da chiedere, insieme a Regione Lombardia, al prossimo Governo; costruzione del progetto di viale Trento Trieste; inaugurazione della casa di Comunità di via San Sebastiano. Il lavoro per una sanità continua. Grazie in particolare all’ASST per il grande impegno che sta profondendo in questo percorso».

ORDINE DEGLI ARCHITETTI: «SCAMBIO INTERESSANTE, GRAZIE PER AVERCI COINVOLTO»

Per la Presidente Marta Visone (Ordine degli Architetti della provincia di Cremona) «L’incontro ha rappresentato uno scambio di opinioni interessante, anche in riguardo all’evoluzione architettonica degli ospedali nelle diverse epoche storiche e nel mondo. Il consiglio ha colto positivamente l’idea progettuale di un ospedale del futuro; una struttura innovativa che guarda all’evoluzione della scienza e alle nuove tecnologie, capace di plasmarsi alle esigenze emergenti. Siamo contenti di essere stati coinvolti e informati, finalmente. Nella consapevolezza che quella in corso è ancora in una fase embrionale, cogliamo l’occasione per promuovere il sapere dei nostri professionisti, nell’auspicio che possano essere in qualche modo parte di questo ambizioso progetto».

ORDINE DEGLI INGEGNERI: «CONTATE SU DI NOI»

«L’ospedale di Cremona ci sta molto a cuore, per questo abbiamo accettato con piacere l’invito a partecipare all’incontro» ha precisato Adriano Faciocchi (Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Cremona). «Dopo questo confronto, mi sento di dire al dottor Rossi che l’Asst può contare pure su di noi. Costruire una struttura in grado di cambiare la propria funzionalità in base alle esigenze è una sfida affascinante e l’idea del parco della salute ci ha molto colpito. Per Cremona e il territorio è un’occasione da non perdere. Oltre al nuovo ospedale servirà progettare bene, sin d’ora, anche la sanità territoriale, soprattutto in risposta alle esigenze di cura dei pazienti fragili e dei grandi anziani, in forte crescita».


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commenti


michele de crecchio

21 ottobre 2022 12:39

Continuano le "grandi manovre" per convincere gli scettici (giustamente!) cremonesi della opportunità di condividere la singolare proposta di sostituire il loro grande, e certamente non vetusto, ospedale con una struttura, estremamente più piccola, ma che, si assicura, sarà tecnologicamente più aggiornata. Peccato che, in attesa che venga realizzata la nuova e miracolosa opera (basteranno cinque o dieci anni per realizzarla?), sarà economicamente inopportuno realizzare quelle opere di manutenzione e rinnovamento che la struttura esistente da tempo richiederebbe e tale condizione graverà sicuramente sulle condizioni di soggiorno e di lavoro di pazienti ed operatori.
Chi scrive, anche perché da tempo appartiene alla categoria degli anziani, categoria molto diffusa nel nostro territorio, non può non esprimere le proprie vive preoccupazioni al riguardo.