3 febbraio 2025

L'ultimo saluto ad Elisa: gli amici, i compagni, un'intera città stretta attorno alla famiglia. Il ricordo del fratello Dario e le toccanti parole di papà Paolo

Un addio carico di emozione e commozione, stamattina alle 11.00 nella chiesa di San Francesco, nel quartiere Zaist: in tantissimi sono accorsi per dare l'ultimo saluto terreno ad Elisa Marchesini, 15 anni solamente, investita venerdì mattina da un autobus mentre andava a scuola, in via Dante, davanti a decine di studenti come lei.

"Elisa è diventata immortale ora, la nostra famiglia è e sarà sempre composta da 5 persone" sono le parole del papà di Elisa, Paolo, che ha trovato la forza di raccontare la sua 'bambina', le sue difficoltà, la sua vita solare e felice. Ma nelle sue parole non c'è solo il ricordo della figlia, perchè Paolo Marchesini trova parole di conforto e di solidarietà verso l'autista che guidava quell'autobus venerdì mattina: "Non so se sia qui oggi, ma in questi giorni abbiamo pensato molto anche a lui. Quell'incidente ha causato due vittime, perchè oltre a Elisa anche un'altra persona ha perso la vita, in senso non fisico. Non ci sono colpevoli da cercare, non ci sono colpe da attribuire". Parole che tolgono il fiato per la forza che dimostrano e perchè in questi momenti carichi di sofferenza aprono uno spiraglio di luce.

La chiesa di San Francesco è gremita, tantissimi i giovani presenti, gli amici, i compagni di classe, giovani come Elisa, stretti nei loro giubbotti, molti hanno il volto segnato dalle lacrime, gli occhi rossi dal pianto; qualcuno ha in mano una rosa bianca. Arrivano in silenzio e in silenzio seguono la celebrazione, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, straniti perchè a quell'età non si dovrebbe andare al funerale di un'amica. 

Sulla piazza ci sono già numerose persone dd attendere l'arrivo del il carro funebre: ci sono i volontari della Croce Rossa, i professori ed il preside dell'Anguissola Roberto Calabrese; arrivano anche il sindaco Andrea Virgilio accompagnato dagli assessori Santo Canale e Simona Pasquali.

In chiesa il silenzio è composto, sulla bara in legno chiaro sormontata da un cuscino di rose bianche una foto ritrae Elisa felice e sorridente, bella nei suoi 15 anni di giovane spensierata e solare com'era lei. Nessuno parla, ma la domanda di tutti i presenti è una sola: perchè una simile tragedia? "Quali sono le parole giuste? E' dunque tutto finito sotto quell'autobus? No, perchè quella di Elisa era una vita così viva da non poter scomparire. Ora Elisa sperimenta la salvezza, che appartiene a Dio" sono le parole del presule.

La famiglia è nel primo banco, stretta in un abbraccio per farsi forza l'un l'altro; ci sono la mamma Anna Lisa, il papà Paolo e il fratello Dario; non ce l'ha fatta la sorella Chiara, troppo forte il dolore per lei. Anche Dario trova la forza di salire all'ambone e leggere il suo saluto ad Elisa: "Un fratello non dovrebbe mai trovarsi a scrivere questa parole. Tu sei e sarai per sempre la mia sorellina. Lasci un vuoto incolmabile, ti ricorderemo per tutti quei momenti grandi e piccoli che abbiamo condiviso, per la tua dolcezza e per tutto quello che ci hai insegnato".

Anche le amiche e le compagne di classe al termine della cerimonia leggono le loro lettere di saluto e di ricordo per quell'amica speciale volata via troppo presto.

Poi la funzione termina, l'assemblea si sposta lentamente all'esterno, in ordine, non c'è fretta; i famigliari si chinano ancora una volta per un ultimo bacio e una carezza alla bara della piccola Elisa, mentre sulla piazza il fiume di persone si stringe intorno alla famiglia.

Michela Garatti


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