19 luglio 2022

La Cremonese acquista lo stadio Zini. Sono soltanto cinque le società di A ad averne uno di proprietà. I grigiorossi sono lì dal 1919

Lo Stadio di Cremona, Giovanni Zini, passa di proprietà: il Comune ha infatti aderito alla richiesta della U.S. Cremonese di poterlo acquistare. Se ne parlerà domani in Giunta per un parere formale e per un bando di gara pubblica ma difficilmente ci saranno altri concorrenti. Dunque la società grigiorossa giocherà il suo prossimo campionato di serie A  in uno stadio di sua proprietà, seguendo la tendenza che hanno tutte le maggiori società calcistiche al mondo. E allo Zini, diventato suo a tutti gli effetti, la Cremonese nel prossimo mese di marzo celebrerà anche il suo 120° compleanno. La società del presidente Giovanni Arvedi ha voluto pensare al futuro e l'USC avrà sia uno stadio di proprietà e un centro sportivo d'avanguardia in via Postumia. Ricordiamo che In serie A il 70% degli stadi in Serie A è di proprietà comunale, il 10% (quindi solo l’Olimpico di Roma) è di proprietà del Coni, e il restante 20% – i 4 stadi rimasti – sono di proprietà dei club: Juventus, Atalanta, Sassuolo e Udinese più Frosinone in serie B  ma questa evoluzione presto dovrebbe coinvolgere anche Milan, Inter, Roma, Fiorentina, Cagliari e Bologna.  Ma per la Cremo, lo Zini è la sua storia, la sua casa e quella dei tifosi. Il Comune di Cremona ha dato parere positivo alla richiesta della società anche in virtù delle ingenti spese che la Cremonese e il gruppo Arvedi hanno sostenuto per gli ammodernamenti (realizzazione e copertura di distinti e curve negli anni scorsi) e la messa a norma per la serie A (solo 6 milioni di euro quest'estate)

Il 24 marzo 1903 nasceva la Cremonese all'osteria-trattoria “La Varesina” situata in piazza San'Angelo ormai scomparsa, i colori sono il bianco-lilla, il simbolo sociale è il litro di vino. Nasce dall'Unione di diverse società: il Club Atletico “Nino”, la Società del Litro, il Club Ciclistico e un'altra società dello stesso nome di quello prescelto (Unione Sportiva Cremonese) che era nello sport dal 1900. Il primo presidente è Emilio Faia, sarto di professione. Tra i fondatori anche Renzo Mignotti, Alceste Bartoletti, Giulio Sartori. L'attività iniziale è quella di una polisportiva: ginnastica, corsa, ciclismo, scherma, nuoto, bocce e infine “gioco del pallone”, come allora veniva chiamato il calcio. Alla presidenza a Faia succede Stroppa e poi dal 1912 Peppino Piva. Il calcio appassiona e la Cremonese organizza il suo primo torneo il “Trofeo Città di Cremona”. Il calcio prende sempre più piede in Italia e anche nella nostra città specialmente a livello studentesco tra gli allievi di ragioneria. Tante le partite amichevoli e i tornei tra cui il secondo “Trofeo Città di Cremona” e in trasferta a Parma per il “Torneo delle Celebrazioni Verdiane”. Ma il giorno storico per la Cremonese è il 22 novembre 1913 quando la dirigenza iscrive la squadra al campionato di Promozione, la serie B dell'epoca. 

In città  si giocava ovunque (in piazza Castello, in piazza d'Armi, in piazza San Tommaso l'attuale piazza Lodi) ma alla Cremonese serviva un campo vero, appositamente costruito per il campionato. Era nei pressi della cappelletta di San Rocco, all'altezza dell'attuale scuola media Anna Frank ma tra via Genala e via Giordano: era il campo del Ciaveghet. Era stranamente nero, senza un filo d’erba, sul quale la Cremonese, dieci anni dopo la sua fondazione, giocò la sua prima partita ufficiale contro l’Ausonia Pro Gorla (poi annullata proprio per la irregolarità del fondo) L'incontro porta la data del 28 dicembre 1913.

Il campo, specialmente in primavera e autunno era sempre inzuppato di acqua e fango. Venne così ricoperto di polvere di carbone e di pirite per cercare di drenare il terreno spesso allagato dalle piogge e dalla fuoruscita del cavo Cerca. Le misure erano ragguardevoli per l'epoca: cento metri di lunghezza per 75 di larghezza. Tribune e spalti popolari erano tutti in legno. Sullo stesso campo la Cremonese, l' 8 marzo 1914 la Cremonese batte il Savoia Milano 10-1: record con massimo scarto in una vittoria interna, mai più superato.

Nel 1919 l'addio al campo della zona di San Rocco dopo che le tribunette in legno andarono distrutte da un incendio appiccato da un balordo, dopo che molte assi di legno erano già state asportate per scaldare le case prive di molti capifamiglia morti in guerra o appena rientrati dal fronte in un paese alla fame.

Il 2 novembre 1919 si inaugura il campo sportivo di via Persico. La Cremonese gioca contro la Juventus Italia. “Il campo fuori Porta Venezia” (così era chiamato il futuro stadio “Zini”) viene aperto con una grande festa con tanto di banda e con una madrina, la professoressa Maria Lombardi, che rompe la tradizionale bottiglia di spumante come fosse il varo di una nave. Il campo misura 100 metri per sessanta, la tribuna ospita 500 spettatori e c'è un terrapieno per la curva. La festa per il nuovo campo è rovinata dalla batosta: grigiorossi sconfitti 3 a 0. Seguono una serie di sconfitte e le prime polemiche. La dirigenza è messa sotto accusa dalla stampa, in particolare da Lelio Mancini, la voce più importante del giornalismo sportivo locale: in squadra ci sono solo giocatori cremonesi, troppo ristretta la rosa rispetto alle altre squadre. Così la Cremonese scende in seconda categoria dopo lo spareggio a Brescia con la Libertas Milano. Per rifarsi della delusione, la società organizza la “Coppa delle Province lombarde” riservato solo a squadre di prima categoria. La Cremonese vince il torneo battendo in finale il Chiasso per 7 a 0. In estate arriva in città la bella notizia: la Cremonese è ripescata in Prima Categoria, può giocare di nuovo in serie A. 

Nel 1922 lo Zini venne dotato anche di una pista in terra battuta per le gare ciclistiche e ospitò la finalissima dello scudetto Figc tra Novese e Sampierdarena (2-1) davanti a 3mila spettatori, mentre il titolo italiano Cci andava alla Pro Vercelli sulla Fortitudo. 

Nel 1924 l'impianto sportivo è stato ufficialmente intestato a Giovanni Zini, grande portiere grigiorosso caduto durante la Prima Guerra Mondiale. La celebrazione avviene il 4 novembre, in quella occasione si scopre la targa dedicata ai caduti della società nella prima guerra mondiale: ben 30 su 120 iscritti fra calciatori, podisti, ciclisti e nuotatori.. 

Lo Zini ha tutta una storia da raccontare. Un inizio che si mescola con il sangue di un pioniere del calcio, diventato poi un eroe di guerra. E' quello del primo portiere della Cremonese calcio, non più una polisportiva, soldato del 65° Fanteria caduto a Cividale del Friuli il 12 agosto 1915 in seguito a una infezione contratta trasportando in barella dei compagni feriti. Giovanni Zini era già un eroe per i tifosi della Cremonese che lo portarono in trionfo dopo aver seguito la squadra in bicicletta a Milano e averla vista trionfare 1-0 sull'Ausonia Pro Gorla e conquistare la promozione in prima divisione (la serie A). Zini risucì a indossare la maglia grigiorossa a Vicenza, quando si abbandonò il bianco lilla per i colori attuali prima che la catastrofe della guerra colpisse una intera generazione di ragazzi. 

C'era già la tribuna centrale, grosso modo quella attuale salvo alcune trasformazioni recenti, e una curva in terrapieno.

Ricordiamo che allo Zini negli anni Sessanta venne esposto dal Club Ariston il più lungo telo sospeso del mondo con i suoi oltre sessanta metri che finì nel Guinnes dei primati. 

1977 serie B, poi serie A. Nel '77 sorge la Curva Nord e la tribunetta alla destra della centrale. Tra l'83 e l'86 l'anello arriva a cingere la tribuna centrale, la curva sud, vengono innalzati i distinti, nasce la tribunetta Ovest coperta e numerata con il nuovo impianto di illuminazione. Il resto è storia recente.

Ecco lo stadio Zini fotografato questa mattina dal drone di Riccardo Maverick Rizzi


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