La crisi delle edicole. Ha chiuso in questi giorni anche quella tra via dei Navaroli e via dei Classici. Cambia l'informazione ma avanza la desertificazione della città
Ha chiuso i battenti un'altra edicola storica, quella tra via dei Classici e via Navaroli. Un altro pezzo di storia che se ne va. In questi giorni è comparso sull'edicola chiusa il cartello “vendesi”. E in zona Po, dopo la chiusura dell'altra edicola di via Trebbia, resta solo quella sul Viale il cui titolare ha già annunciato il proprio pensionamentoa breve. La crisi della carta stampata trascina anche le edicole. Parecchie hanno chiuso i battenti in città in pochi anni, altre sono in vendita, altri edicolanti decideranno il da farsi dopo l'estate. C'è chi sta in piedi con i gadget, chi con i giocattoli, altri ancora si sono trasformati in agenzie di servizi. In una decina d'anni ha chiuso l’edicola sotto i portici della Camera di Commercio in via Baldesio, una delle due in piazza Libertà, l’edicola di fronte alla chiesa di Sant’ Agata, quella nei pressi del Torrione di via Ghinaglia, l’edicola di piazza Migliavacca al quartiere Cascinetto. E ancora quella di Piazza Risorgimento (Porta Milano), di via Castelleone, di via degli Orti Romani, della Stazione, di Piazza San Paolo. E' sparita l'edicola al Cremona 2 di Gadesco. La vita dell'edicolante richiede sacrifici, orari pesanti e pochi guadagni (nonostante alcuni interventi di sostegno governativi) e spesso, quando l'edicolante storicoraggiugne la pensione, il chiosco chiude senza trovare un acquirente. Eppure il valore sociale e culturale delle edicole è importantissimo, come ha anche dimostrato una recente indagine del Sindacato degli Edicolanti (SNAG), purtroppo la chiusura delle edicole è un segno della desertificazione delle città.
In Italia in venti anni le edicole sono passate da 40.000 a meno di 12.000. Pur avendo tentato di integrare gli incassi vendendo anche bibite e giocattoli, molti hanno ormai deciso di cambiare mestiere. Qualcuno sta puntando sul chiosco multiservizi: Sisal e Lottomatica, bollette e multe, ricariche telefoniche, convenzioni per il ritiro di pacchi.
Questo solo per restare a Cremona città, perché anche nei Comuni del territorio sono moltissime le edicole chiuse o in vendita da tempo. In parecchie anche quelle del cremasco. Così a Crema città.
“Non era la mia edicola quella di Dario, a Porta Ombriano (Crema), perché, per una vita, ho sempre acquistato fumetti, giornali e riviste dal suo collega in Piazza Fulcheria, subentrato al padre, Tiberio.
Mi ha però egualmente turbato questa foto, dello smantellamento del piccolo grande luogo dove ciascuno di noi andava a comprare i suoi sogni; una volta bastavano cento lire.
Prima Topolino, poi Tex, Zagor, Dylan Dog, Alan Ford, l'Uomo Ragno, Fantastici Quattro, Nathan Never, Yulia e mille altre fantasiose meraviglie su carta stampata.
A casa mia ho ancora circa duemila fumetti e cinquecento romanzi di fantascienza, per lo più Urania.
Anch'io ho smesso di comprare fumetti.
Non faccio sogni nuovi, ma indugio su quelli che avevo già coltivato, andando a riprenderli, coccolandoli e ammirandoli nelle mie librerie.
La nostalgia è un'amica che ti ammalia e ti dona compagnia”…
Così postò via social qualche giorno fa vedendo smantellare l'edicola di Porta Ombriano a Crema, lo scrittore cremasco (e carabiniere in pensione) Paolo Pissavini…
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commenti
Mariateresa
6 agosto 2023 12:39
Ho sempre acquistato e acquisto giornali, riviste e anche libri all'edicola perché mi sembra un simbolo.di cultura sul territorio.
Il.declino delle edicole forse è dovuto anche alla vendita di giornali, riviste e libri nei centri commerciali e supermercati, che ormai vendono qualsiasi genere di prodotti (oltre agli acquisti in internet). È questa la liberalizzazione (selvaggia?) tanto auspicata?
Filippo
7 agosto 2023 07:12
La crisi è generazionale, i clienti sono essenzialmente persone di una certa età e sempre in numero minore. L'informazione si è spostata sulle notizie frettolose trovate in rete che poco hanno a che fare con il lavoro del giornalista.
Mettiamoci dentro che ad un edicolante viene corrisposto un guadagno ridicolo, il 19 % lordo sul prezzo del quotidiano, unico articolo rimasto in piedi perché il resto dell'offerta o è troppo caro oppure viene proposto in abbonamento postale con sconti non concorrenziali.
La medicina sarebbe ridistribuire il guadagno sulla rete di vendita in maniera più in linea con i tempi che corrono, viste le spese triplicate
Daniela
8 agosto 2023 04:25
Tristezza io che frequento l edicola m spiace molto