18 luglio 2025

La pianura cremonese (e non solo) celebra la Madonna del Carmelo tra fede, folclore e tradizione

Dal Po all’Oglio, nel “cuore" della pianura cremonese è stata celebrata in questi giorni, con funzioni in numerose località, dal cremonese al casalasco, per arrivare fino al cremasco, la festa della Madonna del Carmine (nota anche come Madonna del Monte Carmelo).

Un appuntamento di mezza estate che, tra fede, folclore, storia, cultura e tradizione, è sempre molto atteso e sentito ed “apre la strada” a festività che, da qui alle prossime settimane, in tutta la pianura, vedranno svolgersi numerose iniziative e funzioni. Tra queste gli appuntamenti di agosto con le ricorrenze di San Domenico, San Lorenzo, Santa Chiara, Santa Maria Assunta, San Rocco, San Bartolomeo e San Genesio. Per quanto riguarda la Madonna del Carmine, suggestiva e partecipata è stata la funzione che si è tenuta a Brancere, nel santuario della Madonna del Po che ospita quel  prezioso simulacro che tutti gli anni, il 15 agosto, viene portato devotamente in processione sul Grande fiume per la festa dell’Assunta.

Simulacro che in realtà  vede rappresentata, doveroso precisarlo, proprio la Madonna del Carmine, o del Monte Carmelo. Per l’occasione, nel santuario ad ormai due passi dal Po, è stato  recitato il rosario seguito dalla celebrazione della messa, presieduta dal parroco don Pierluigi Vei (don Pedro) con affidamento della comunità alla Patrona della Parrocchia. Estesa e sentita è anche la devozione verso la Madonna del Carmine lungo el rive dell’Oglio, in particolare a Isola Dovarese dove sorge la piccola chiesa (nel luogo dove si trovava il lazzaretto), fondata agli inizi del 1600, dedicata alla Madonna nera del Carmelo (di cui si custodisce una statua lignea in ebano), fu usata durante le pestilenze del XVII secolo e le grandi epidemie (su tutte l’influenza spagnola) dei primi del Novecento come lazzaretto per la sua posizione defilata rispetto al centro del paese. Decorata con graziosi affreschi decorativi è anche già stata segnalata anche nei luoghi Fai.

Nonostante il suo passato difficile, la chiesa di Santa Maria del Carmine ha avuto un destino differente rispetto ad altre chiese della zona. Nel XVII secolo, infatti, la chiesa entrò a far parte degli istituti religiosi carmelitani e vi fu collocata la statua della Madonna Nera che ancora si conserva. Il lazzaretto fu costruito durante la peste del 1630 (nota come peste manzoniana perché ampiamente descritta da Alessandro Manzoni nel celeberrimo romanzo "I Promessi Sposi") e l'edificio sacro, di tipo sussidiario, presenta una facciata a capanna con un frontone triangolare e un portale rettangolare sormontato da una trabeazione. Al suo interno, la chiesa ha una pianta basilicale a tre navate divise da archi a tutto sesto.

Nel 1736, come ricordano le fonti storiche,  il vescovo di Cremona monsignor Alessandro Litta autorizzò la comunità di Isola Dovarese a istituire un piccolo oratorio in prossimità del Lazzaretto, realizzato appunto in occasione della peste del 1630 in un’area decentrata rispetto al borgo, e fu aperto al culto nel 1752. Nella mappa del Catasto Teresiano del 1774 è segnalato come “lazzaretto dei morti” forse a causa delle sepolture che venivano effettuate nell’area circostante durante le epidemie. L’oratorio, a una sola navata, fu ampliato nel 1782 e risalgono a questo periodo le decorazioni attribuite al pittore mantovano Giovanni Majocchi detto il Motta e al fratello Francesco. Sempre le fonti storiche ricordano che fu ancora utilizzato come luogo di separazione degli infetti durante la pandemia di influenza spagnola fra il 1918 ed il 1920.

A pochi chilometri dal cremonese, a Bozzolo, in provincia di Mantova, altrettanto viva è la devozione nei confronti della Madonna del Carmine testimoniata in particolare dalla cappella settecentesca di via Poma. E’ calato invece il “sipario”, almeno per il momento, sulla festa che si faceva ad Ostiano. Infatti, per motivi di sicurezza, è stata temporaneamente chiusa la settecentesca chiesa della Madonna del Carmine che si trova nella cascina Cipollaie. Chiesa in cui si conserva una venerata statua  che vede la Madonna del Carmine indossare un abito da sposa. Il simulacro un tempo veniva portato in processione e tutto si concludeva con una grande festa sull’aia durante la quale gli spiedi erano  i grandi protagonisti in tavola. Se è vero che questa tradizione, ad Ostiano,  per ora si è spenta è altrettanto vero che potrà riprendere se tutti si daranno da fare affinchè torni ad animare il paese e a donare, alla gente, una serata di festa e di fede. 

Doveroso infine ricordare che il Monte Carmelo (la cui etimologia ebraica significa “il giardino di Dio"; la variante "Carmine" viene invece dall'invocazione  spagnola "Virgen del Carmen" che lo deriva dall'arabo), pur non essendo molto elevato (circa 600 metri), prospicente sul mare e ricco di caverne naturali fu, fin dai tempi più remoti, luogo privilegiato per uomini di santa vita che cercavano la lontananza dal mondo e la vicinanza a Dio. Nella Bibbia è legato alla figura del grande profeta Elia (IX sec. a.C.) che su questo monte lanciò la sfida ai sacerdoti di Baal (come ci viene raccontato nel cap. 18 del Primo Libro dei Re). Ed ancora è dall’alto di questo monte che scorgendo “una nuvoletta che, come una mano d'uomo, sale dal mare” annunciò la fine dei sette anni di siccità a cui era stato condannato Israele a causa delle sue infedeltà. Mantenne nei secoli, con la sua natura selvaggia e incontaminata da insediamenti umani, la vocazione all’eremitaggio di coloro che, a imitazione del grande profeta Elia, cercavano, nell’austerità della vita e nella mortificazione del corpo, i mezzi per salvaguardare la purezza delle fede.
Questo movimento di pii solitari che si ritiravano sul Monte Carmelo, continuò fino a quando la spada di Maometto nel 637 conquistò Gerusalemme dalle mani dei Bizantini e assoggettò la Palestina. Verso il secolo XI, un pio sacerdote calabrese eresse sui ruderi di una cappella anteriore una chiesetta alla Vergine, ed, avendo raccolti altri compagni, ebbe dal patriarca di Gerusalemme una regola di vita. Si iniziò così un culto verso Maria (il più bel fiore di quel giardino di Dio), che divenne la ‘Stella Polare, la Stella Maris’ del popolo cristiano. E proprio su questo monte, richiamato più volte nella Sacra Scrittura per la sua vegetazione, bellezza e fecondità, continuarono a vivere gli eremiti, finché nella seconda metà del sec. XII, giunsero alcuni pellegrini occidentali, probabilmente al seguito delle ultime crociate del secolo; proseguendo il secolare culto mariano esistente, si unirono in un Ordine religioso fondato in onore della Vergine, alla quale i suddetti religiosi si professavano particolarmente legati. Ebbe così inizio l'ordine dei Carmelitani, che annovera grandi figure di santi (Santa Teresa d'Avila, S. Giovanni della Croce, S.Teresa di Lisieux, S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) e molti altri meno noti)

Eremita del Po

Paolo Panni


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