La Polizia festeggia il Patrono San Michele. La celebrazione presieduta dal Vescovo Napolioni
Il 29 settembre, si festeggia l’arcangelo san Michele, proclamato da papa Pio XII nel 1949 patrono della polizia di Stato per la somiglianza della sua missione di protettore del popolo di Dio con quella del poliziotto, chiamato ogni giorno al servizio del cittadino.
In questa circostanza anche quest’anno agenti e dirigenti della Questura si sono ritrovati per la celebrazione che, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, è stata celebrata nella chiesa di San Pietro al Po, sul cui territorio parrocchiale si trovano gli uffici della Questura.
Presenti le massime autorità del territorio: il prefetto Corrado Conforto Galli, il questore Michele Davide Sinigaglia, il comandante provinciale dei carabinieri Giuliano Gerbo, quello della guarda di finanza Massimo Dell’Anna e dei vigili del fuoco Antonio Pugliano. Presenti anche le rappresentanze degli altri corpi di polizia del territorio e le autorità civili, con l’assessore alla sicurezza del Comune di Cremona, Barbara Manfredini. Presenti anche esponenti del mondo economico e sociale, come il cavaliere Giovanni Arvedi.
Accanto al vescovo il parroco don Antonio Bandirali, il cappellano della polizia di stato don Stefano Peretti, il cerimoniere vescovile don Flavio Meani e il diacono permanente Franco Margini
Il Vescovo dopo un primo pensiero rivolto ai giovani e all’importanza della scelta di una via di vita sicura e fruttuosa «guidando la propria canoa e schivando gli scogli» si è rivolto a tutte le forze dell’ordine con un augurio: «La coincidenza fra l’avventura umana di ciascuno di noi e il servizio che un corpo di polizia fa alla comunità mi porta a dire questo augurio: che ognuno di voi si senta un uomo e una donna di successo non per gli applausi, le medaglie e i riconoscimenti, gli scatti di carriera, che pure non guasterebbero, ma per questa intima soddisfazione del dovere compiuto, per questa serenità, per questa forza d’animo che siamo qua ad attingere alla fonte».
Dal brano del profeta Daniele, in cui si legge «ci sarà un tempo d’angoscia», il Vescovo ha rivelato che «mi è venuto da dire “eccoci, siamo noi”. Avvertiamo di essere in un tempo d’angoscia, contagioso nell’angoscia, dai motivi sanitari a quelli economici, dalla guerra allo stress», rallegrandosi però, in quanto «la riga sotto dice “in quel tempo sarà salvato il Tuo popolo”, non c’è tempo di angoscia che agli occhi di Dio e dei credenti non sia anche tempo di salvezza».
Al termine della Messa dopo la preghiera a San Michele – un’orazione di soccorso, aiuto e difesa contro le forze maligne, una richiesta che le persone fanno ogni giorno alle forze di polizia in prima linea per difendere i cittadini – ha preso la parola il questore per un momento di saluto e ringraziamento, nel quale ha sottolineato l’importanza della celebrazione che «ci aiuta a fermarci a riflettere sui valori condivisi che devono ispirare l’impegno che abbiamo assunto quando, entrando in servizio, giurammo di proteggere i cittadini e difendere le istituzioni democratiche, con i valori di onesta, legalità e giustizia, ma anche fratellanza e senso di appartenenza ad una comunità, quella cremonese, che dobbiamo servire e difendere».
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